L’Italia è stato uno dei maggiori produttori e utilizzatori mondiali di amianto. Per le sue caratteristiche di resistenza al calore, duttilità e basso costo, nel nostro Paese questo materiale è stato massicciamente impiegato nell’industria e nelle costruzioni: 3 milioni di tonnellate solo tra il 1984 e il 1988. Sul territorio nazionale si stima la presenza di 2,5 miliardi di metri quadrati di coperture in cemento amianto, pari a circa 32 milioni di tonnellate. Inoltre, vi sono molte tonnellate di amianto friabile, per un totale di 8 milioni di metri cubi (dati Cnr, 2005). La produzione nazionale di amianto grezzo nel 1970 supera quella degli Usa e nel 1976 raggiunge l’apice con 164.788 tonnellate (fonte: rapporto Renam, ottobre 2006). Da quando è stata messa al bando, nel 1992, dalla legge 257, per accertata nocività, la cosiddetta “fibra killer” ha continuato a mietere vittime, persone colpite da malattie che, in alcuni casi, come il mesotelioma maligno, si manifestano in genere dopo trenta, quarant’anni dall’esposizione. Ecco perché gli epidemiologi dicono che il picco dei malati si raggiungerà presumibilmente nei prossimi cinque-dieci anni.
Amianto, il trend delle morti è in aumento. Peccato che l’Inail fa finta di non saperlo
Oltre 4.500 casi di mesotelioma in tre anni, con un trend in aumento: è l’allarme lanciato dall’Osservatorio nazionale sull’amianto (Ona), che annuncia la prossima pubblicazione del primo rapporto Ona sui mesoteliomi.La onlus ha censito 20.629 casi per il periodo 1993-2011 (tenendo presenti anche i dati del IV Rapporto mesoteliomi, fermo al 2008 e reso pubblico dall’Inail nel 2012), rilevando 4.520 […]