I vincoli previsti dai trattati UE, come il pareggio di bilancio (introdotto da un governo tecnico in costituzione, art.81), impediscono di attuare politiche di rilancio del lavoro pubblico, come la nazionalizzazione dei settori strategici, e della spesa sociale come gli urgenti investimenti in sanità, scuola e trasporti pubblici. Così salari e pensioni infime, disoccupazione, tagli ai servizi si abbattono sulle fasce più deboli della popolazione, con la povertà assoluta giunta a livelli mai visti: 10,5 milioni, record europeo, mentre la ricchezza si concentra in sempre meno mani. Nel mondo del lavoro le imposizioni padronali, sostenute dalle leggi dei governi trasversali, sono volte ad aumentare lo sfruttamento e i profitti delle imprese. Lo sfruttamento sempre maggiore nel lavoro stabile si accompagna a quello dei migranti, dei precari dei call center, dei corrieri del cibo a domicilio, delle finte partite iva. La civiltà del lavoro si riconquista solo con salari adeguati al costo della vita, sicurezza del posto di lavoro, pieni diritti normativi, sociali ed economici.
1° maggio 2018, il giorno della memoria dei diritti del lavoro calpestati
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