Lavoratori e lavoratrici precari, non avendo un contratto stabile, hanno una vita instabile dovuta a prestazioni lavorative occasionali, mal retribuite. Sono impegnati in un tempo di lavoro che nessuna forma di contratto a norma prevede. Può essere Natale, Capodanno, il Primo maggio o Ferragosto, quando arriva la chiamata a coprire un turno di lavoro festivo non si può dire di no. Pena la perdita del lavoro che pur se precario fino a ridurlo “a chiamata”, pur sottopagato rispetto ai contratti di categoria, serve a sbarcare il lunario. Lavoratori occasionali schiavizzati dal ricatto del padrone che fa la chiama quando gli serve. Come non chiamarlo sfruttamento? Lo è ed è stato favorito dl decreto n.214 del 2011 “Salva Italia” del governo Monti, che ha liberalizzato gli orari degli esercizi commerciali
Non è lavoro, è ricatto
Devono anche sorridere e usare toni pacati e gentili. Nei giorni di festa e a scuole chiuse i bambini sono affidati ai nonni o alla vicina o alla tata di turno. Per babbo e mamma, lavoratori precari nel commercio, non c’è festa che tenga. Devono stare a disposizione non per un servizio sociale (trasporti, sanità, sicurezza ecc..) che motiverebbe la […]