A casa, salute e reddito il Campidoglio risponde con la celere

Immagine di Marta D’avanzo

L’installarsi del nuovo governo Meloni e le elezioni regionali del Lazio in arrivo portano a vacillare i già precari diritti alla casa, alla salute e a un reddito dignitoso. La cancellazione del reddito di cittadinanza, del fondo di sostegno all’affitto e del fondo per la morosità incolpevole, hanno aggravato la situazione di indigenza dellə cittadinə e il livello di disagio abitativo che non trova spazio tra gli impegni politici di Governo, Regione e Comune. I movimenti per il diritto all’abitare, sindacati e nuovi coordinamenti su reddito e salute rispondono con la piazza di ieri 9 febbraio.

A Roma è da maggio che il sindaco Gualtieri millanta un piano straordinario per il diritto all’abitare, che prevede lo stanziamento di almeno 220 milioni, ma di fatto minacce di sfratti e sgomberi e la messa in opera di questi procedono a spron battuto senza garantire un alloggio alternativo. Senza parlare della deroga all’art.5 del decreto Lupi-Renzi, che ha visto un passo avanti nel garantire il diritto fondamentale a chi vive in abitazioni occupate, seppur ristretto alle famiglie definite “fragili”, con una soglia di reddito inferiore a quella richiesta per accedere agli alloggi popolari e ai richiedenti asilo.

Foto di Tiziano Trobia

La Regione Lazio tace. Siamo agli sgoccioli delle elezioni, ogni passo falso potrebbe costargli la poltrona, quindi meglio fingersi morti e non rispondere degli accordi fatti, non firmare carte compromettenti, come quella che permetterebbe agli abitanti di Casal de Merode di risolvere il problema abitativo tramite l’acquisto Ater delle palazzine e un percorso di recupero di patrimonio pubblico o la messa in regola dei piani di zona come quella di Via Gianmaria Volontè.

All’alba delle elezioni dove i favoriti paiono essere i partiti di centro destra è stata chiamata la manifestazione “Casa, salute e reddito”. La presenza del diritto all’abitare, dei sindacati, di studenti e studentesse universitari e medi, oltre a quella del coordinamento per i rifiuti per dire che «Il tema della casa non può essere messo al secondo posto, che il tema del reddito non può essere cancellato, che il tema della salute non può scomparire, questi sono i temi che vengono utilizzati durante la campagna elettorale, ma noi sappiamo bene che queste parole non hanno mai ancora visto dei fatti materiali, sempre emergenze da risolvere, mai un piano strutturale» così apre il corteo Paolo Di Vetta dei Blocchi precari metropolitani.

Emanuele del sindacato di Clap (Camere del lavoro autonomo e precario) sottolinea che «l’esigenza abitativa a Roma ormai è endemica, non si può più parlare di emergenza, ma di scelta strutturale di non adottare una politica abitativa che tuteli chi non si può permettere una casa, le fasce più deboli e marginalizzate della società. È un corteo che insieme alla casa pone altri due temi fondamentali che sono la salute e il reddito, infatti insieme ai movimenti di lotta per la casa e tanti altri abbiamo dato vita ai comitati in difesa del reddito di cittadinanza».

Foto di Marta D’avanzo

Al corteo di ieri hanno partecipato tante e tanti a ribadire l’esigenza di una casa, partito dall’Esquilino e diretto in piazza Campidoglio ha visto un tentativo della celere di bloccare i manifestanti all’altezza di Piazza Venezia, ma il diritto alla casa è troppo tempo che si rimanda, lə manifestanti hanno fatto pressione riuscendo così a raggiungere l’obiettivo ai piedi del municipio. La celere ha scortato attivistə, sindacalistə e cittadinə per tutto il tragitto. Poi nella piazza scelta dal corteo come simbolo di dialogo tra istituzione e cittadinə, la celere in massa accerchia il presidio in seguito al tentativo di appendere degli striscioni sulle scalinate del palazzo.

La risposta violenta delle forze dell’ordine suggerisce il timore da parte dei politici dellə stessə cittadinə che avrebbero il dovere di tutelare, lə stessə che chiedono un dialogo per ottenere diritti che dovrebbero essere garantiti a prescindere.

In molte e molti in piazza hanno espresso la loro rabbia nei confronti di promesse inattese da parte dell’amministrazione e per come vengono trattati non solo durante sgomberi e sfratti, ma anche nelle piazze. «L’Italia è un paese democratico, dove dovrebbe esserci libertà di parola, e la risposta da parte delle istituzioni è lo schieramento dei celerini» è la riflessione che esce dai megafoni in piazza da una delle manifestanti. Una piazza eterogenea che vede la presenza di famiglie e diversə bambinə, che ricerca il dialogo, un confronto che porti ai fatti, alle case, come le 200mila sfitte nel comune di Roma, quasi a beffa del disagio abitativo.

Asia Usb riassume in maniera puntuale quelle che sono le rivendicazioni per iniziare a far fronte al problema abitativo trovando soluzioni efficaci e smettendo di trattare la situazione in modo emergenziale o degradante:

 «va approvato e finanziato subito un piano straordinario che affronti l’emergenza casa comunale, come annunciato dal sindaco Gualtieri il 5 maggio scorso, in linea con quello regionale (DGR n.18 del 2014 e 110 del 2016), che prevede l’acquisizione e il recupero al patrimonio abitativo pubblico anche utilizzando l’acquisto dei palazzi occupati; vanno fermati gli sfratti e gli sgomberi per programmare il passaggio da casa a casa; va ripristinata la legalità nei Piani di Zona, i quali devono recuperare la loro funzione pubblica originaria. Per questo vanno fermate le aste giudiziarie e la vendita o l’affitto degli alloggi ai prezzi di mercato: nel caso delle numerose e gravi violazioni va applicata la legge che prevede le revoche delle concessioni; vanno fermati i processi di valorizzazione e dismissione del patrimonio degli Enti Previdenziali e Assicurativi garantendo agli inquilini le opportune tutele, acquistando il patrimonio inoptato e quello sfitto (Inps, Enpam, Enpaia, Enasarco, ex-Sara, ecc.); va attuata una gestione efficace e trasparente delle case popolari, riqualificando il Patrimonio esistente, assegnando quello sfitto. Tutti gli inquilini hanno il diritto ad una miglior qualità della vita in alloggi salubri ed a norma».

Foto di Marta D’avanzo

A seguito delle violenze delle forze dell’ordine che sono state fatte arretrare dallə stessə manifestanti continuando a ribadire quanto fosse inaccettabile lo sproporzionato dispiegamento di agenti e camionette, il Campidoglio si è reso finalmente disponibile al dialogo.

Una delegazione composta dal diritto all’abitare con le rappresentanze di Casale de Merode e di via Volontè, Asia Usb, Studenti e Action ha parlato a lungo con Zevi, Stancanelli e Trombetti prima della gestione dell’ordine pubblico della piazza e poi delle tematiche della giornata.

Foto di Marta D’avanzo

Il resoconto è stato positivo, ma si attendono sempre i fatti: entro fine mese dovrebbe essere presentato in consiglio comunale una proposta di piano straordinario per far fronte al disagio abitativo e dalle risorse che verranno stanziate per questo si passerà a trattare le questioni nel dettaglio. Per quanto riguarda Casal de Merode il comune si è messo in contatto con la Regione e sostiene che ci siano ancora i tempi per avviare la convenzione.

I movimenti manterranno monitorata la situazione e continueranno a presidiare la città a partire da oggi stesso con l’assemblea pubblica dei comitati di difesa del reddito alle ore 17 a Aula 2, Scienze della Formazione Roma3.

La città ancora una volta si è espressa, propone soluzioni e pratiche dialoganti nonostante le risposte vacillanti, ora sta all’amministrazione: ora i fatti, ora le case.

Patrizia Montesanti

10/2/2023 https://www.dinamopress.it/

0 commenti

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Sentitevi liberi di contribuire!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *