Alta Velocità. Sciopero nelle Marche, piena solidarietà ai lavoratori

Un antico detto popolare recita “non si fanno le nozze coi fichi secchi”. Con ogni evidenza Trenitalia non condivide e si colloca fuori della cultura popolare italiana. Il che pone qualche problema ai lavoratori e ai cittadini. Come in altre circostanze dobbiamo sottolineare che lo sciopero del personale non ha nulla di “corporativo” : il benessere dei lavoratori (quando c’è) si riverbera positivamente sulla qualità del lavoro e sui cittadini che usufruiscono dei servizi. Un personale in condizioni di distress, oltre a effetti negativi sulla salute di chi lavora, induce effetti negativi di tipo generale.

Alcuni dirigenti e padroni in Italia pensano alla “forza lavoro” come a una merce che si può sovraccaricare, interscambiare, comprimere. I vigili del fuoco per esempio denunciano una carenza di 4500 lavoratori a livello nazionale; ancora più drammatica è la situazione per infermieri e medici; e si potrebbe continuare. Ma la logica del risparmio sul numero dei lavoratori necessari per gestire una qualunque attività è sempre nefasta.

Diversi anni fa, a fronte di una turnistica coatta (sovrumana) e di un straordinari potenzialmente molto morbigeni, la Ausl di Bologna emanò una disposizione tesa a far rispettare limiti significativi ed efficaci rispetto ai carichi di lavoro. La disposizione dovette essere recepita e il datore di lavoro assune nuovo personale: unico modo per ricondurre i carichi di lavoro nel’ambito della sostenibilità fisica, ergonomica e psicologica. I limiti ovviamente devono essere non solo quantitativi ma qualitativi (intendiamo quindi non solo le ore complessive settimanali ma anche la prevedibilità e programmabilità dei turni in maniera da limitare le interferenze con le relazioni sociali e familiari).

Da tempo abbiamo proposto un nuovo approccio al tema dello sciopero: nel caso di scioperi finalizzati a rivendicare il diritto a un’organizzazione del lavoro salubre non dovrebbero esserci decurtazioni del salario (con l’aria che tira peraltro sulle “bollette”).

I padroni devono pagare i costi a lavoratori costretti a scioperare per rivendicare i loro diritti in materia di salute, sicurezza e benessere: proponiamo questo tema come forma di civiltà sindacale e giuridica.

Per ora ribadiamo: pieno sostegno allo sciopero – il 4 settembre – del personale di macchina Alta Velocità nella Regione Marche. E’ uno sciopero pagato (con le attuali regole) dai lavoratori ma è nell’interesse della collettività.

Vito Totire

Medico del lavoro e psichiatra

Portavoce “pro tempore” della RETE NAZIONALE LAVORO SICURO che terrà il suo secondo convegno a Firenze il 22 settembre.

3/9/2022

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