Amazon, se un picchetto di protesta intralcia il sistema totale di sfruttamento

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Nato nel 1998, dopo 20 anni Amazon è il piu’ grosso importante sito di e – commerce nel mondo (scheda), un colosso mondiale in grado di recapitare in mondo posto merci in tempi rapidissimi e a costi bassi assicurando all’acquirente assistenza continua. Miracolo del capitalismo moderno, imprenditoria 2.0 o utilizzo a fini capitalistici della tecnologia?Di sicuro Amazon ha rivoluzionato il mercato e rappresenta da anni una presenza egemonica capace di sbaragliare in pochi anni agguerriti concorrenti, è tuttavia importante capire le strategie di espansione, sinergie e acquisizioni che hanno portato il gruppo cosi’ in alto, per esempio in Italia esiste un accordo con Poste Italiane analizzato dalla rivista Jacobin Italia (clicca qui per approfondire).
Oltre a comprendere il modello organizzativo e gestionale Amazon occorre analizzare bene la ragione della sua invasiva presenza nei mercati europei, denunciare gli accordi come quello con Poste Italiane che hanno obiettivi ambiziosi come la lenta e inesorabile sottrazione al controllo pubblico della logistica (Poste Italiane da tempo è piegata alle logiche della accomulazione)
Prendiamo in considerazione solo due aspetti: la fascinazione del modello Amazon e la nuova metrica del lavoro.

Quando si acquista un prodotto, qualunque esso sia, dai magazzini Amazon, un algoritmo mette in movimento i robot iper cercare il prodotto, verificarne la disponibilità e procedere a imballaggio e spedizione in tempi celerissimi . Non è una leggenda metropolitana pensare a dei magazzini chiusi con dei robot che si muovono velocemente su dei binari alla ricerca di prodotti , è invece una leggenda pensare che non esistano operai\facchini o che sia stata abolito lo sfruttamento. In Amazon, stando ai dati conosciuti, è una chimera anche la stabilità occupazionale se pensiamo che a fronte di 3000 dipendenti ce ne sono circa 15 mila interinali (clicca qui per approfondire).

E’ innegabile che qualcosa non funzioni se neppure i contratti nazionali vengono rispettati e fatti rispettare, per esempio nel settore della logistica esiste un rapporto tra lavoratori stabili e interinali, se il ccnl parla di una soglia insuperabile di interinali in rapporto ai dipendenti (il 38%) i numeri nei magazzini Amazon sono ben altri. Il successo di un gruppo capitalistico crea fascinazione anche nei Governi? Parrebbe proprio di si. I lavoratori interinali non sono dipendenti di Amazon ma in prestito da agenzie, non è dato sapere i tempi della loro permanenza nei magazzini, giusto per misurare il grado di logoramento psico fisico di questa forza lavoro.

E intanto Amazon fa scuola se il gruppo Camozzi ha deciso di rivoluzionare la logistica interna secondo i dettami del colosso americano, preferendo investire in loco piuttosto che rafforzare la propria presenza altrove ( per esempio in Serbia terra di conquista di molte aziende anche italiane) . E nella progettazione della nuova fabbrica sono entrati in gioco anche Itt di Genova e l’università di Berkeley giusto per capire che Industria 4.0 è già una realtà dalle nostre parti e necessita di crescenti interazioni tra fabbrica, università, scuola tutte indirizzate al raggiungimento del massimo profitto al minor costo possibile. Camozzi ha investito 9 milioni di euro per riorganizzare la propria logistica interna, tanto è vero che su Il Sole 24 ore del 12 Gennaio leggiamo un articolo ove si annuncia “24ore per effettuare un ordine, 48 al massimo per raggiungere i paesi europei più lontani. In pratica,riusciamo a gestire 1.400 pezzi all’ora, mentre prima ne facevamo un centinaio”.

Insomma automazione della intera filiera produttiva, modello Amazon applicato per consentire al gruppo la consegna in poche ore dei propri prodotti, investimenti nel settore della logistica per un hub moderno impiegato nella produzione di cilindri e valvole e in una innovativa gestione del magazzino.

Una nuova e moderna tecnologia asservita al capitale e utilizzata per incrementare i profitti accrescendo i tempi di lavoro per abbattere i tempi morti, algoritmi pensati e studiati per incrementare la produttività individuale, apporto tecnologico di ultima generazione per raccogliere ogni giorno la merce prodotta nei magazzini industriali e consegnarla in poche ore ai magazzini, distribuirla in modo tale da rispondere in tempo reale agli ordini on line, procedere con impacchettamento e invio entro e non oltre 48 ore dalla domanda.

E magazzini collocati in luoghi strategici, in prossimità dalle reti infrastrutturali per abbattere i tempi morti, sarà per questa ragione che gli industriali spingono per la realizzazione delle grandi opere, guadagnare tempo ad ogni costo per essere sempre piu’ rapidi e competitivi, per accrescere profitti e utili anche se tutto cio’ comporta devastazione del territorio o la precarizzazione del lavoro o in tempi medio lunghi a complessi processi di alienazione della forza lavoro.

E parlando di Amazon si capisce anche la ragione per la quale il blocco di merci e il picchetto operaio sono considerati reati gravi da punire con il carcere (do you remember Pacchetto di sicurezza ?), chi ostacola il profitto e il capitale, industriale o immobiliare che sia, è un pericoloso sovversivo da neutralizzare. La locomotiva industria 4.0 è lanciata e guai a chi osa fermarla o rallentarne la corsa!

Federico Giusti

13/1/2019 www.controlacrisi.org

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