Ancora due omicidi colposi: vittime due giovani operai immigrati a Moltrasio (Como)

Con buona parte del ceto politico che lancia coscientemente allarmi “paranoidei” e strumentali contro gli immigrati si è consumato l’ennesimo duplice omicidio colposo , vittime due giovani operai provenienti dall’Egitto e che stavano costruendo “ville per ricchi” , secondo le impietose cronache dei giornali ; perché sosteniamo che si tratti di omicidio colposo sul lavoro?

  • Un approccio sistemico alla questione della salute include la necessaria attenzione alle condizioni in cui il lavoratore trascorre il suo tempo di vita oltre l’orario lavorativo ; il riposo notturno , ovviamente gestito “fuori orario” rispetto alla attività professionale è necessario per poter lavorare il giorno dopo
  • Il tempo di vita deve essere gestito in un ambiente salubre per “recuperare” , essere dedicato al riposo, allo svago, allo sport, alla cultura, agli affetti personali
  • Il tempo di vita non deve essere eroso da forme di pendolarismo defatigante e quando questo è eccessivo dovrebbe essere considerato (e retribuito) come attività lavorativa; ormai una decina di anni fa la rivista Internazionale pubblico una breve sintesi dello studio di una èquipe di psicologi del lavoro e sociologi secondo le cui conclusioni i lavoratori che eccedevano le tre ore di pendolarismo al giorno meritavano una retribuzione maggiorata del 30%
  • La ricerca è importante ma non ebbe particolare eco; ricerca comunque importante anche se qui non si tratta di “monetizzare” si tratta piuttosto di non rimuovere il problema e per esempio di decurtare l’orario di lavoro propriamente detto considerando lavoro anche il pendolarismo
  • Non è un caso che nelle indagini dei primi anni duemila sul distress lavorativo a Bologna, furono inserite ulteriori domande (Totire) nell’originario questionario “modello Karasek” , appunto sul pendolarismo, arrivando a coniare la definizione di “pendolarismo estremo” che peraltro fece da cornice ai processi di smantellamento e delocalizzazione industriale

Ora i due operai vittima dell’ennesimo omicidio colposo sul lavoro dormivano in una baracca per “risparmiare” tempo e fatica e anche perché il problema del peso e del distress da pendolarismo è stato rimosso dai padroni e “non visto” da (certi) sindacati;

ma per evitare lunghi viaggio devi avere una alternativa che ti garantisce la salubrità e quel tanto di benessere che si possa definire umano; non si rivendica l’hotel di lusso garantito ai managers in trasferta; si deve esigere trattamenti che non siano disumani e degradanti;

vediamo però la incidenza delle morti da ossido di carbonio (bracieri, stufe difettose, impianti di riscaldamento non sottoposti a regolati manutenzioni): il fattore di rischio è tutta a sfavore dei più poveri, molto spesso immigrati ; i dati scientifici epidemiologici confermano quella che è osservazione empirica alla portata di tutti (basta leggere i quotidiani degli ultimi decenni).

Quindi quello che è accaduto nei pressi del lago di Como è l’ennesimo , duplice, omicidio colposo sul lavoro; vittime due persone appartenenti ad un “gruppo omogeneo” ad alta vulnerabilità in in contesto sociale in cui qualcuno minaccia blocchi navali e qualcun altro (persino più attento alla economia capitalistica, e per questo non favorevole alle soluzioni “manu militari” della penosa estrema destra italiana , vedi il giornalista Ferruccio De Bortoli ) suggerisce che gli immigrati “sono troppo pochi” .

Intanto ancora due morti, intanto ancora una volta non siamo riusciti ad arrivare “il giorno prima” , intanto non abbiamo aggiunto nessuna tacca al nostro programma che punta a garantire “la stessa speranza di vita, di salute e di benessere lavorativa” per tutte/i.

Dichiariamo ai familiari, agli amici e compagni dei due lavoratori il nostro sincero sentimento di lutto e il nostro sostegno ad ogni percorso, penale, civile e assicurativo, praticabile al fine di ottenere risarcimenti anche se nessun risarcimento sarà mai equo poiché l’unica vera alternativa deve essere la prevenzione.

SPERANZA DI VITA, DI SALUTE E DI BENESSERE PER TUTTI, PER UNA SOCIETA’ CIVILE E PIU’ GIUSTA.

Vito Totire, medico del lavoro, coordinatore della RETE NAZIONALE LAVORO SICURO
Bologna, 23.9.2022

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