Ancora morte sul lavoro , nel comparto “agricoltura/zootecnia”

Le cronache danno notizia dell’ennesimo morto sul lavoro; Denis Pasini di 56 anni è deceduto ieri nella sua azienda di Montescudo (Rimini) travolto da una componente del trattore; da sempre le attività agricole comportano gravi rischi che , purtroppo, non siamo riusciti a disinnescare; negli ultimi settanta anni, soprattutto dopo l’avvio della meccanizzazione e della chimicizzazione , abbiamo assistito impotenti ad uno stillicidio di vittime e di morti; molti i fattori di rischio che necessitano di una valutazione e di interventi di prevenzione mai adottati in maniera accettabile anche a causa sella frammentazione delle attività lavorative che sono disperse nel territorio e quindi meno abbordabili per le azioni dei servizi di vigilanza ; ma questa constatazione non deve costituire un alibi o una giustificazione né per il passato né per procrastinare lo status quo; più volte abbiamo commentato e ci siamo rammaricati di questi eventi luttuosi ma lo abbiamo fatto troppo spesso “il giorno dopo”; vista la concreta situazione territoriale di difficoltà ad intervenire da parte degli organi di vigilanza abbiamo più volte fatto appello ai sindaci (in relazione al loro ruolo di autorità sanitaria locale) per la adozione di iniziative di prevenzione; l’Università di Bologna , agli inizi degli ani 2000 fece una indagine sui rischi connessi all’utilizzo delle macchine agricole ; certamente si tratta di una indagine che produsse conoscenze interessanti ma la “ricaduta” di questa iniziativa deve essere stata evanescente, come speso accade;

i rischi da fronteggiare sono tanti:

  • Infortuni legati ai mezzi pesanti che vanno controllati periodicamente e mantenuti anche per quel che riguarda le protezioni
  • Rischi connessi alle temperature sfavorevoli
  • Orari e ritmi di lavoro (Denis infatti stava lavorando di domenica)
  • Rischi connessi all’uso di sostanze chimiche (pesticidi, erbicidi, antibiotici)
  • Rischi da “lavoro isolato”; quando la dinamica dell’infortunio rende necessario un soccorso immediato potrebbe essere utile una dotazione “sensoristica” che attiva automaticamente i soccorsi, anche se è sempre meglio lavorare “in due”
  • Le foto della azienda di Montescudo evidenziano ampia presenza di fibrocemento; non possiamo sapere , dalle foto, quale sia la natura delle lastre ma certo è che gli agricoltori sulla questione del cemento amianto sono stati abbandonati alla politica di “arrangiarsi” con conseguenze negative per la loro salute (il RENAM censisce infatti numerosi “casi” di mesotelioma nel comparto).

Di fronte a questo ennesimo lutto inviamo ai familiari e al sindaco (come rappresentante della comunità) le nostre sentite condoglianze e vogliamo/dobbiamo , perché non siano un rituale ripetitivo e solo consolatorio, fare o meglio ribadire una proposta che avanziamo da tanto tempo:

occorre assumere una iniziativa territoriale con la partecipazione dei cittadini, delle associazioni dei lavoratori autonomi, dei sindacati dei lavoratori dipendenti, della Ausl, Ispettorato del lavoro, associazioni di volontariato , vigili urbani, enti di ricerca, sindaco e tutti i soggetti interessati con l’obiettivo di ELABORARE UN PIANO PER LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO nel COMPARTO AGRICOLTURA/ZOOTECNIA e PER LA SUA ELIMINAZIONE ALLA FONTE O PER LA SUA RIDUZIONE QUANDO LA ELIMINAZIONE ALLA FONTE NON E’ TECNOLOGICAMENTE FATTIBILE.

Ribadiamo le nostre vive condoglianze ai familiari e al sindaco e auspichiamo che tutti insieme si riesca ad elaborare un piano concreto di prevenzione per riuscire, finalmente, ad arrivare “il giorno prima”.

Vito Totire

Medico del lavoro, portavoce RETE NAZIONALE LAVORO SICURO
Bologna, 26.9.2022
vitototire@gmail.com

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