Autonomia Regionale Differenziata, Unità Nazionale agli sgoccioli

Autonomia Regionale Differenziata, Unità Nazionale agli sgoccioli

La Sanità delle Regioni Meridionali è stata fortemente penalizzata dalla riforma 2001 del Titolo V della Costituzione riguardante il federalismo fiscale. La frammentazione del SSN in venti SSR ha eroso risorse finanziarie alle Regioni Meridionali, a tutto vantaggio di quelle del Nord. Oltretutto, la perequazione attuata nei confronti delle Regioni con minor fiscalità è stata rapportata al numero di anziani e, come conseguenza, alla sopravvivenza, minore di almeno due anni, al meridione, in particolare in Campania (dati ISTAT), rispetto a quelle del Nord. Né si può dimenticare la mancata attuazione dei LEP (Livelli Essenziali di Prestazione) sul territorio nazionale al fine di garantire l’omogenea erogazione dei diritti civili e sociali previsti dalla Costituzione. Questi due fattori hanno ridotto le risorse da trasferire al Sud, incidendo fortemente sulla qualità e quantità dei servizi Socio-Sanitari, con ricadute catastrofiche sulla prevenzione e cura anche delle patologie più comuni ed a minor impatto economico sul SSR. Inoltre si è osservata la migrazione verso il Nord, non solo per motivi di lavoro, ma anche per ricevere cure ed assistenza Socio-Sanitaria adeguata. Dobbiamo porci una domanda: al Nord i Governatori delle Regione sono virtuosi, capaci ed abili manager? Mentre al Sud sono sciuponi e malversatori? Questa ricostruzione sarebbe miope e, da un punto di vista statistico, difficile da provare. Quindi si potrebbe affermare, con una certa approssimazione di verità, che la riduzione delle risorse finanziarie trasferite alle Regioni del Sud ha prodotto il disastro attualmente sotto i nostri occhi. Se non bastasse, con l’autonomia differenziata regionale si chiuderebbe il cerchio, mettendo definitivamente in soffitta la “Questione Meridionale” e sancendo la differenza socio-strutturale e somatica (secondo le teorie di Lombroso, elaborate agli inizi del 1900) fra i cittadini del Nord e quelli del Sud, relegati a cibarsi delle briciole che cadono dal tavolo dei ricchi padroni del Nord. Questione Meridionale sollevata sin dall’Unità d’Italia e mai affrontate e portata a soluzione dalla classe politica in generale, in particolare, da quella di sinistra, oggi relegata negli angoli bui della memoria. Il razzismo non è attuato solo nei confronti dei naufraghi imbarcati sulla Sea Watch 3 e la Sea Eye, ai quali non è concesso di approdare nei nostri porti da parte del governo giallo-verde in tuta mimetica, ma anche con la politica discriminatoria praticata nei confronti di una parte consistente del popolo italiano residente in Italia meridionale. Si avverte l’assenza dei partiti di sinistra, in particolare del PRC, che poco dice sull’Autonomia Regionale Differenziata e nulla programma per un’azione, prima di tutto, di informazione e discussione nei circoli. Né si sente alcun vagito sul tema della Questione Meridionale. Occorre la mobilitazione del Partito, dei compagni e della società civile che, se l’autonomia regionale differenziata fosse attuata, si sancirebbe la secessione della Lega Nord di Bossi e dei suoi sodali. Possiamo solo sperare che la base del M5S si opponga a questo atto eversivo di rottura dell’Unità Nazionale impedendo, nell’immediato, il progetto a marchio della Lega di Salvini. Auspico che nel contempo nasca nella classe politica la consapevolezza che le Regioni del Sud hanno pari dignità di quelle del Nord, così come ribadito dal Presidente della Repubblica Mattarella nel discorso di fine anno. È necessario, prima di tutto, che la mobilitazione e l’opposizione da parte del PRC sia ferma, convinta e consapevole delle potenzialità dell’Unità Nazionale, e che mettere a tema la Questione Meridionale che potrebbe attivare un percorso di autentica solidarietà ed un progresso economico e sociale dell’intera nazione. Credo che il PRC abbia ancora tutte le carte in regola per scuotere le coscienze intorpidite dai fasti natalizi. Diversamente sarà un contenitore privo di rilievo nazionale, non solo per la scarsa consistenza elettorale, ma per manifesta incapacità di leggere il momento storico ed offrire nuovi sbocchi alla politica italiana, votata alla negazione della persona umana. Sono in attesa di risposte ed auspico che sopraggiungano prima che sia troppo tardi. Auguro a tutti un sereno anno.

Antonio Bianco

Segreteria Regionale PRC della Campania, Responsabile Sanità

7/1/2019 www.rifondazione.it

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