Basta usare la sanità come un bancomat.

sanità italiana

«I quattro anni appena trascorsi sono stati anni difficili per il Servizio Sanitario Nazionale e per il diritto alla salute dei cittadini. E il nostro impegno si è concentrato su diversi fronti: innanzitutto per la salvaguardia e il rilancio del Servizio Sanitario Pubblico, e su questo continueremo a tenere molto alto il livello di attenzione e di intervento, visto che la Corte dei Conti ha evidenziato che i tagli cumulati al Servizio Sanitario Nazionale tra il 2011 e il 2015 sono pari a 54 miliardi di euro. Ci aspettiamo dal Governo un maggiore sostegno e più investimenti per il comparto, per abbattere le liste d’attesa, diminuire la pressione dei ticket, diminuire l’IRPEF nelle Regioni in Piano di Rientro, investire nel personale e sostenere l’innovazione».
Lo ha dichiarato Tonino Aceti, in una lunga intervista alla testata «Quotidianosanità.it», dopo essere stato riconfermato per altri quattro anni alla guida del Tribunale per i Diritti del Malato di Cittadinanzattiva e anche del CnAMC (Coordinamento nazionale delle Associazioni di Malati Cronici) della stessa Cittadinanzattiva.

«Abbiamo a più riprese denunciato i tagli – ha dichiarato ancora Aceti – e il mancato rispetto dei livelli di finanziamento al Servizio Sanitario previsti nel Patto per la Salute 2014-2016*, chiamando a raccolta tutti gli stakeholders [portatori d’interesse, N.d.R.] a difesa di un servizio pubblico da noi visto come bene comune e conquista irrinunciabile per i cittadini, e principale strumento per la lotta alle diseguaglianze. In questo senso posso dire che le nostre battaglie hanno prodotto effetti. A difesa del Servizio Sanitario Nazionale si è sollevato un vasto fronte che ha coinvolto cittadini e professionisti. Spero che in futuro si possa allargare anche alle Istituzioni – sia Governo che Regioni – che fino ad oggi si sono impegnate più con le parole che con i fatti».

Sulla prossima Legge di Stabilità per il 2017, infine, Aceti ha sottolineato a «Quotidianosanità.it» i “desiderata” della sua organizzazione: «Vorremmo – ha detto – che finissero una volta per tutte le richieste, da parte del Governo, di un contributo alla finanza pubblica da parte del Servizio Sanitario Nazionale e che le Regioni smettessero di accettare tagli alla Sanità». «Sono tante – ha aggiunto – le sfide che attendono il settore, la Sanità non può più esser vista come un bancomat a cui attingere. Si intervenga con tagli mirati laddove si annidano sprechi e inefficienze, guardando non solo al comparto Sanità, ma anche al di fuori e su altri capitoli di spesa pubblica. Mi aspetto che non ci sia alcuna riduzione al finanziamento della Sanità Pubblica rispetto a quanto previsto, anzi sarebbe auspicabile qualche risorsa in più. Anche sul fronte del personale dovremmo iniziare a dare risposte concrete e mirate alla carenza cronica di professionisti, che i cittadini ci segnalano in alcune strutture delle Regioni in Piano di Rientro. C’è poi la partita relativa alFondo Farmaci Innovativi, che in attesa della riforma della governance farmaceutica, deve essere rifinanziato, ma chiediamo che questo avvenga con risorse nuove e aggiuntive rispetto al Fondo Sanitario Nazionale». (S.B.)

*Il Patto per la Salute – del quale nel luglio del 2014 è stato definito quello per il 2014-2016 – è un accordo finanziario e programmatico tra il Governo e le Regioni, di valenza triennale, in merito alla spesa e alla programmazione del Servizio Sanitario Nazionale, finalizzato a migliorare la qualità dei servizi, a promuovere l’appropriatezza delle prestazioni e a garantire l’unitarietà del sistema.

Qui il link dell’intervista integrale a Tonino Aceti, pubblicata da «Quotidianosanità.it». Per ulteriori informazioni e approfondimenti: stampa@cittadinanzattiva.it.

23/6/2016 www.superando.it

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