Caccia agli homeless

Giusto prima del natale scorso, i primi report hanno fornito dettagli scarsi e spaventosi. Un «sospetto serial killer» di nome Willy Maceo era stato arrestato a Miami per essere «andato a caccia» di homeless che dormivano per strada.

Jerome Price, cinquantasei anni, è morto dopo che Maceo gli ha sparato cinque volte da un’auto (la famiglia di Price lo ha appreso dalla televisione). Una seconda vittima è sopravvissuta per poco. Si ipotizza che un terzo attacco (e secondo omicidio) abbia che fare coi primi due.

La polizia ha raccolto prove. I sindaci e la polizia si sono precipitati in conferenza stampa. La pistola di Maceo, è emerso, era stata sequestrata dalla polizia e successivamente restituita. Gli account sui social media di Maceo descrivono un agente immobiliare «elegante» che vende ville color pastello, con mare acquamarina e palme.

A metà gennaio, l’attenzione si è spostata sui sospetti senzatetto. In omicidi ampiamente coperti nelle due città più grandi della nazione, Michelle Go è stata gettata sotto a un treno della metropolitana di New York da un senzatetto; tre giorni dopo, Sandra Shells è stata aggredita e uccisa da un senzatetto alla fermata dell’autobus di Los Angeles. Poi, a marzo, la narrazione è cambiata di nuovo. Un uomo in passamontagna è stato sospettato di aver sparato a cinque senzatetto addormentati a New York City e Washington Dc. Dopo una caccia all’uomo da uno stato all’altro, il sospetto, Gerald Brevard III, è stato catturato.

Questa sequenza di fatti mette in relazione senzatetto e omicidi. Ma cosa significano? Le uccisioni di persone senza alloggio sono in aumento? Abbiamo dati su questa terribile tendenza?

Jacobin ha contattato i ricercatori Matt Fowle e Fredianne Gray, il dipartimento di polizia di Los Angeles (che ha i migliori dati disponibili tra i dipartimenti di polizia sui senzatetto) e altri undici dipartimenti di polizia nelle città degli Stati uniti con la più grande popolazione di senzatetto. Analizzando i dati, vediamo tre tendenze generali. La prima: le uccisioni di senzatetto sono in aumento dal 2010. Seconda tendenza: la fase della pandemia ha portato una nuova ondata di omicidi che coinvolgono i senzatetto. E terza tendenza: contrariamente alla percezione comune, è molto più probabile che le persone senza fissa dimora siano le vittime e non i carnefici.

Più di mille vittime

Dal 2010, in quindici grandi città degli Stati uniti, ci sono state più di mille uccisioni di persone classificate come senzatetto, secondo i dati raccolti da Fowle e Gray. Le morti per omicidio sono solo una frazione delle morti complessive dei senzatetto, che dal 2010 ammontano a quasi 25.000 in quelle quindici città. Ma questi omicidi stanno crescendo.

Il tasso di tali omicidi è in aumento dal 2010, quando il totale in tutte le città per le quali sono disponibili i dati era a una cifra bassa. Nel 2020 e/o nel 2021, città come Washington, DC, San José, New York City, Las Vegas e Seattle contano dati a due cifre di omicidi di homeless. Nel 2018, la contea di Los Angeles ha registrato la cifra più alta in un anno per qualsiasi città, 78; nel 2019, l’ultimo anno disponibile, erano 73. Tutte queste morti, scrive Fowle, «devono essere considerate come stima al ribasso».

L’aumento del tasso di omicidi di persona senza fissa dimora negli ultimi cinque anni sembra superare la crescita relativa all’intera popolazione statunitense. Il tasso di omicidi più recente disponibile tra i senzatetto supera anche quello delle città con i tassi di omicidi complessivi più alti, come Saint Louis. Las Vegas, Portland e Miami nel 2020 contavano tassi di omicidio tra le persone senza alloggio di circa 200 ogni 100.000. È astronomicamente superiore alla media nazionale di circa 8 su 100.000.

Se osserviamo le variazioni percentuali tra il 2015 e il 2020, notiamo un aumento del 514% nella contea di Santa Clara (San José); 281% a Washington Dc; 110% nella contea di Miami-Dade; e il 93% a New York City. Le presunte vittime di Maceo e Brevard non rappresenterebbero casi isolati.

Brian Davis, direttore dell’organizzazione di base presso la National Coalition for the Homeless, afferma che gli attacchi violenti ai senzatetto non sono mai stati così tanti. L’organizzazione di Davis documenta da decenni la violenza contro i senzatetto in 165 città.

«In questo momento, in sessantacinque città – il numero più alto degli ultimi decenni – si stanno conducendo perquisizioni negli accampamenti, il che ha l’effetto di aumentare il livello di violenza per coloro che non hanno un alloggio», scrive Davis in una e-mail. C’è stato un «significativo calo degli attacchi» nel 2020, ha osservato Davis, cui è seguito nel 2021 un ritorno ai livelli precedenti e poi da un’impennata più elevata.

Più vittime che sospetti

Sebbene limitati, i dati della polizia disponibili confermano ciò che riscontrano i medici legali e chiariscono il quadro di chi siano i carnefici e chi le vittime.

I dati del dipartimento di polizia di Los Angeles mostrano che le persone senza fissa dimora hanno circa il doppio delle probabilità di essere vittime rispetto a essere sospettati. Secondo il portale open data della città, che risale al 2010, le persone senza alloggio sono state vittime di circa due terzi degli omicidi in cui qualcuno è stato identificato come senzatetto (417) e sospettati di esserne autori in circa un terzo (215).

Da un accesso ai dati del registro pubblico della polizia di Los Angeles dal 2017 emerge un dato significativo: se escludiamo gli omicidi in cui sia la vittima che il sospetto sono senzatetto e mettendo da parte i casi di «pericolo straniero» spesso sensazionalizzati, la proporzione di vittime senza casa aumenta ulteriormente: 171 a 51, più di 3 su 1.

I dati delle richieste confermano un rapido aumento del totale annuale degli omicidi che coinvolgono una vittima e/o sospettata «senzatetto/transitorio»: 38 nel 2017 , 44 nel 2018, 52 nel 2019, 71 nel 2020 e 106 l’anno scorso, probabilmente il massimo storico. Tornando più indietro, al 2010, i dati del portale mostrano un picco simile: per il 2010-19, il totale degli omicidi, inclusa una vittima e/o sospettata senza fissa dimora, è stato di 364. In questo decennio siamo già a 268.

Due organismi mi hanno concesso dati che sembrano confermare la recente ondata: a Denver, osserva un portavoce della polizia, 15 delle 96 vittime di omicidi nel 2021 erano senzatetto. A San Diego nel 2020, osserva il tenente Andra Brown, le persone senza alloggio sono state vittime di quattro omicidi e ne hanno commessi tre; l’anno scorso sono state vittime otto volte e ne hanno commesso solo uno.

La crisi dei senzatetto

Gli shock economici come la Grande Recessione del 2007-2008 tendono ad aumentare la violenza contro i senzatetto. L’attuale contesto della pandemia è «molto peggiore», dice Davis: il peggiore degli ultimi trent’anni.

Anche il clima creato dato dai funzionari eletti è importante, afferma Eric Tars, direttore legale del National Homelessness Law Center. Il sindaco di New York Eric Adams «dice alla gente che ha paura di andare in metropolitana», il governatore della California Gavin Newsom propone di creare tribunali che potrebbero aumentare i ricoveri coatti e i legislatori sostengono progetti di legge che criminalizzano i senzatetto.

«Tutto ciò provenire dalla demonizzazione e dallo stravolgimento delle persone che vivono senza fissa dimora – dice Tars – Abbiamo lasciato che la crisi dei senzatetto si aggravasse tanto, c’è gente alla disperata ricerca di qualsiasi soluzione per togliere le persone dalle strade».

Sul sito web di un giornale, il serial killer di New York e Washington è stato acclamato nella sezione commenti, le uccisioni giustificate come una «soluzione» o una «purga». A Miami, i tutorial di Maceo intitolati «Tre ottimi motivi per comprare una casa» si affiancano alle presunte uccisioni di umani senza casa come un monumento contorto alla violenza capitalista.

Per ora, chi cerca conforto può forse trovare qualcosa nelle reazioni sui profili social di Maceo: «Farò tornare i senzatetto come Frankenstein per darvi la caccia, signor Willy», scrive un commentatore.

Thacher Schmid è uno scrittore e musicista che vive a Portland, Oregon. Questo articolo è uscito su JacobinMag. La traduzione è a cura della redazione.

19/5/2022 https://jacobinitalia.it

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