Carcere minorile: dal “sorvegliare e punire” al “punire…e basta” Ma quanti giovani si vorrebbero “carcerare” …?


Attingendo al nostro archivio constatiamo che nel primo semestre 2013 nel minorile di Bologna c’erano 16 detenuti; la capienza stimata era di 44 persone; era stata ampliata negli anni precedenti per motivi imperscrutabili , nel totale silenzio/assenso delle istituzioni e del ceto politico ; dicemmo allora che la città soffriva di amnesia ; affossato il progetto dell’assessore Ancona (anni ottanta) di avviare una struttura di accoglienza extracarceraria nel quartiere Savena (ricordiamo l’ opposizione della “minoranza rumorosa”) , ora si assisteva a un netto ampliamento dei tassi di carcerazione come se i tassi fossero “calamità naturali” e non sintomo di maggiore o minore coesione sociale (Marmot, La salute disuguale), quindi effetti delle politiche sociali ;

oggi si scopre l’acqua calda : il Pratello è sovraffollato persino rispetto all’incremento (da 16 a 44) del tasso di carcerazione minorile ipotizzato in passato ( per abituarli da piccoli al sovraffollamento delle carceri per adulti ?) ; intanto da subito la metà delle persone potrebbe essere “ospitata” nella ex-Rems di via Terracini “chiusa” senza clamore ( motivo della “chiusura” ?) ;

le giuste tesi abolizioniste in tema di carcerazione minorile sono state travolte dalla ondata di attività illegali di minori immigrati; nel 2013 infatti 14 su sedici detenuti erano “stranieri”; questo status comporta una pletora di carcerazioni evitabili per la difficoltà di adottare misure domiciliari alternative al carcere ; dunque , invece che guardare in faccia la realtà, con una sorta di riflesso condizionato, è stata reiterata la strategia della repressione rispetto alla prevenzione del disagio e del discontrollo comportamentale ; oggi qualcuno accorre al capezzale del “malato” invocando più energici salassi , più agenti penitenziari, più carcere, più sbarre, più operatori capaci di intervenire il “giorno dopo”, avendo tagliato ogni possibilità di sviluppo della rete per la prevenzione il “giorno prima”; spostare i maggiorenni nelle carceri “normali” ? Pessima idea di chi finge di non conoscere le condizioni della carceri per adulti ; stante questo approccio repressivo e custodialistico ci si sorprende delle “fughe” ? Ma la fuga è una classica reazione umana a condizioni insopportabili (anche la cinematografia è ricca di testimonianze) ; in cosa si spera, forse in una gioventù masochista ridotta a confondere la “buona condotta” con la obbedienza acritica ? Superato il Foucault di “sorvegliare e punire” si approda al “punire …e basta” stante la incapacità pure di “sorvegliare” (vedi il Beccaria di Milano) ?

Il carcere, intanto per i minori, può e deve essere evitato; i percorsi per la effettiva risocializzazione sono altri da quelli prospettati oggi dalle istituzioni, sono : prevenzione, supporto sociale e psicoterapico ,comunità di accoglienza; “persino” lo ius soli darebbe un grande contributo ma i “decisori” fingono di non averlo capito;

meno sbarre e più prevenzione, si convochi una ISTRUTTORIA PUBBLICA COMUNALE SUL TEMA

Vito Totire

portavoce RETE EUROPEA PER L’ECOLOGIA SOCIALE
Bologna, 28.12.2022

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