Caro amico, ti scrivo, … *

La fine di un anno e l’inizio di quello nuovo sono da sempre l’occasione migliore per fare bilanci. Si parte generalmente con un bilancio consuntivo per passare poi a quello preventivo per l’anno seguente. Di suo il 2022 è stato un anno di rara intensità, carico di eventi che possono essere racchiusi in quattro capitoli diversi di bilancio:

1. La Pandemia.

Cronologicamente viene prima la delirante gestione della pandemia di Covid-19 iniziata nel 2020. A gennaio la situazione si fa insostenibile. A causa di provvedimenti tanto coercitivi quanto inutili si superano i 250 mila contagi quotidiani. La propaganda, scatenata a favore di un vaccino privo di qualsiasi capacità di immunizzazione, ha indotto un odio feroce nei confronti di tutti coloro, incolpevoli, che hanno fatto una scelta diversa da quella imposta dal regime. Provvedimenti come il Green pass, nelle sue molteplici forme, hanno soppresso i diritti umani, civili e sociali di una minoranza composta da quasi nove milioni di individui. Numero a cui vanno aggiunti i genitori vaccinati che si sono rifiutati di far sottostare i propri figli al ricatto della somministrazione di un farmaco sperimentale. Crimine, quello di imporre una vaccinazione inutile a bambini e adolescenti, sicuramente tra i più gravi mai perpetrati da un governo nei confronti dell’unico futuro possibile del paese, i giovani.

Con il passare del tempo tutte le menzogne pandemiche sono venute a galla: l’immunizzazione nulla, anzi negativa dopo sei mesi dall’ultima somministrazione; il sostanziale e generalizzato abbassamento delle difese immunitarie, causato da vaccini e restrizioni che ha ritardato l’endemizzazione del virus; la blanda se non addirittura inesistente difesa contro le forme più gravi; il protocollo di cura sbagliato (“Tachipirina e vigile attesa”), divenuto la principale causa di morte da Covid; accanimento contro l’uso di antinfiammatori, del plasma iperimmune, delle cure precoci e domiciliari con il medico in presenza.

Rimedi questi ultimi che, alla lunga, si sono rivelati i migliori e gli unici efficaci, come dimostrano i risultati raggiunti da ippocrateorg.org, l’associazione di medici che ha adottato il protocollo di cura per i non vaccinati e che ora si sta dedicando anche al trattamento delle reazioni avverse al vaccino. Queste ultime sono infine risultate ben al di sopra dei limiti tollerabili per l’approvazione di qualsiasi tipo di farmaco, con migliaia di decessi nel mondo di cui alcune centinaia riconosciute anche dagli Istituti Sanitari Nazionali preposti.

Un quadro così disastroso ha posto le istituzioni e la propaganda di regime di fronte a un bivio categorico. Da un lato la possibilità, ammettendo i propri errori, di cambiare radicalmente rotta, chiedere scusa, risarcire i danni provocati dalle scelte politiche sbagliate in materia di salute pubblica e intraprendere, così, un cammino virtuoso per uscire dalla crisi sanitaria. I ciclopici interessi economici mossi dalle gestioni pandemiche nei paesi occidentali hanno spinto decisamente le istituzioni nella direzione opposta. Probabilmente anche a causa della scarsa trasparenza con cui tali interessi sono stati gestiti, come svelato da alcune commissioni di inchiesta. Senza tema di cadere nel ridicolo la propaganda di regime si è sfrenata nella negazione della realtà, cercando di far passare per buoni i provvedimenti adottati. Le frottole di politici, virologi, giornalisti e “influencer”, in palese conflitto di interesse, si sono stratificate a tal punto da rendere impossibile un ritorno anche solo al plausibile. I protagonisti del disastro sono così rimasti imprigionati nel proprio castello di menzogne, trincerandosi poi nel fossato dell’assurdo, da loro stessi predisposto per difendersi dalla controinformazione dissidente.

Il risultato è stata la totale perdita di credibilità dell’apparato politico, di quello dell’informazione e, più grave di tutti di quello scientifico. La trasformazione della scienza in un dogma religioso in cui credere per atto di fede ha avuto conseguenze pesantissime. La scienza, così come la politica, è divenuta una competizione sportiva in cui due diverse squadre gareggiano a suon di studi scientifici, dividendo il pubblico in due tifoserie antagoniste. In questo modo è stato negato il principio stesso della ricerca scientifica, basato sul confronto costruttivo di tesi diverse, la condivisione dei dati, il riconoscimento degli errori commessi e la trasparenza dei risultati. La scienza non può fornire certezze senza negare se stessa e la propria indispensabile evoluzione. Le scelte di regime operate durante la pandemia hanno bloccato questo processo evolutivo, dando vita alla più grande epidemia di teorie complottiste mai verificatasi prima (sinistrainrete.info-luca-busca-divide-et-impera-il- grande-complotto).

Il 30 novembre del 2022 tutti i baluardi, posti a difesa della credibilità delle istituzioni postdemocratiche responsabili delle turpitudini pandemiche, cadono sotto i terribili colpi inferti dalla perdita del comune senso del ridicolo. La Corte Costituzionale riunita per deliberare in merito all’obbligatorietà del vaccino, decreta la validità del provvedimento. Ora reputare anche solo ammissibile il rendere obbligatorio un vaccino che non immunizza, come era ormai evidente per stessa ammissione della Pfizer, è talmente puerile che anche un bimbo di seconda elementare se ne può facilmente rendere conto. Il fatto che quindici “giudici” competenti non si accorgano dell’ossimoro è sicuramente preoccupante, il fatto che lo facciano in nome della “sciieenza” è demenziale.

La pronuncia della Corte Costituzionale non mette in discussione solo la “competenza” dei quindici giudici, già peraltro compromessa da precedenti decisioni palesemente di carattere politico e non tecnico, ma annienta la credibilità delle istituzioni di garanzia di una ormai oligarchica post- democrazia quale è diventata quella italiana.

Non contente dei danni provocati queste istituzioni e la propaganda si sono di nuovo infiammate a fine anno per far fronte a due deprecabili circostanze. Le vaccinazioni anti Covid, dalla prima alla quarta dose, hanno subito una brusca frenata dovuta all’innegabile inefficacia delle stesse. Sul “groppone” europeo era ed è, però, rimasto un quantitativo non ben specificato di “pezzi” inutilizzati che nessuno vuole più assumere e che i contribuenti hanno già pagato profumatamente. In secondo luogo le evidenze scientifiche ormai accertate in merito all’inefficacia del vaccino e dei provvedimenti adottati continuano ad incidere pesantemente sulla credibilità politica del sistema.

Persa l’ennesima occasione di fare “dietro front” e chiedere scusa, la propaganda ha ordito l’ennesimo “Grande Complotto Cinese”, decretando così la definitiva scomparsa della realtà e della scienza e il trionfo del ridicolo, pur di spacciare qualche dose in più e di convincere il gregge del buon operato svolto sinora. Il massimo in tal senso è stato raggiunto da Lucia Annunziata, l’ex Presidente della Rai ai vertici del gota giornalistico italiano, che, in preda al delirio durante una partecipazione a In Onda su La 7, ha registrato una vera e propria invasione di “frotte di cinesi che si sono precipitati in Italia” a farsi il nostro vaccino perché il loro non funziona. Le menzogne del Grande Complotto sono talmente ridicole da smentirsi da sole:

A. In Cina non c’era alcun dramma in corso, solo una leggera recrudescenza dovuta all’abolizione delle restrizioni, scaturita peraltro dall’ascolto, da parte del regime più cattivo del mondo, delle lamentele dei propri cittadini. Tre anni di lockdown e l’abuso di vaccini hanno abbassato le difese immunitarie, come accaduto anche da noi la scorsa estate. I dati OMS (no quelli di pericolosi terrapiattisti Novax) certificano una situazione più che sostenibile: i contagi in tre anni sono risultati 10.322.499 su una popolazione di 1,412 miliardi di persone (tasso di contagio 7,3 ogni 1000 abitanti, in Italia 420/1000); i decessi totali sono stati 31.914 (tasso 2,26 ogni 100.000 abitanti in Italia 309/100.000). Nella settimana di Natale, quella incriminata, sono risultati 121.443 casi di Covid e 242 decessi. Fonte World Healt Organization con dati aggiornati al 3 dicembre. Gli sviluppi possono essere seguiti su: https://covid19.who.int/region/wpro/country/cn

B. La seconda favola ricorrente è che i “cinesi si sono vaccinati poco e male”. Sempre secondo l’unica fonte considerata attendibile dal mainstream, l’OMS, in Cina sono state somministrate, all’11 dicembre 2022, 3.465.113.661 di dosi, cioè una media di 2,45 dosi per ogni abitante (in Italia 149.340.886 con una media di 2,49 per abitante). Monitoraggio come sopra. Ora, se il livello di vaccinazione risulta più o meno lo stesso e il confronto numerico di casi e decessi è nettamente a favore della Cina, si dovrebbe verificare una corsa di “frotte” di italiani verso la Cina per avere accesso ad un vaccino migliore!

C. La realtà dei fatti però è diversa. I vaccini sperimentali, la Cina ne ha prodotti ben cinque di cui uno solo mRna, non hanno funzionato ne qui ne là. Vaccini e restrizioni hanno rallentato l’endemizzazione del virus abbassando notevolmente le difese immunitarie. In Cina questo processo sta avvenendo con qualche mese di ritardo per via della proroga dei lockdown mirati. Peraltro la curva è anche in discesa.

D. “Una variante pericolosissima è in arrivo dalla Cina”, un’altra sta girando negli Usa. In realtà sono tutte sotto-varianti della Omicron, quindi sostanzialmente la stessa per le quali il vaccino è risultato assolutamente inutile. Stranamente però queste sembrano rispondere per una sorta di miracolo, compiuto in punto di morte da Papa Ratzinger. Il tutto organizzato per creare quel panico che induce all’abuso di dosi di vaccino.

E. Infine, per rendere credibile il teatrino dell’assurdo si afferma che “I dati cinesi non sono attendibili”. Smentire questo assioma è del tutto inutile perché nessuna fonte viene dichiarata, la notizia è data per scontata, assodata a causa della proverbiale inaffidabilità delle istituzioni cinesi. Resta un mistero il “movente” e la convenienza che spingerebbero la Cina a mentire. Di contro, risulta chiaro nel nostro paese l’intento di creare ulteriore panico per poter spacciare dosi e giustificare i provvedimenti demenziali presi sinora. Il solito bue che dà del cornuto all’asino.

Il bilancio consuntivo della gestione pandemica risulta pertanto fallimentare. Ogni provvedimento adottato, dal Green pass alla campagna vaccinale compulsiva, dal lockdown all’abuso delle mascherine, dal protocollo “Tachipirina e vigile attesa” al mancato uso degli antinfiammatori, non ha fatto altro che peggiorare le condizioni, incrementando i casi, i ricoveri e i decessi. Solo l’endemizzazione del virus ha risolto la situazione, ma il massacro generalizzato delle difese immunitarie perpetrato da obblighi e restrizioni ha portato la più violenta ondata influenzale dai tempi della Spagnola. Il Capitolo di bilancio risulta quindi in “profondo rosso”.

2. La guerra.

Il 24 febbraio le truppe russe sono entrate nel territorio della Repubblica Popolare di Doneck e della Repubblica Popolare di Lugansk, dopo che il 21 febbraio la Federazione Russa ne aveva riconosciuto l’indipendenza. Immediatamente si sono creati due schieramenti in conflitto tra loro, la Russia da un lato e la NATO con ampia procura all’Ucraina dall’altro. La propaganda di regime, con le stesse modalità che hanno caratterizzato le campagne mediatiche pandemiche, si è immediatamente scatenata al fine di creare una realtà completamente distorta. Al riparo del motto “c’è un invasore e un invaso” si è omesso di analizzare i molti “invasati” che hanno negato la soluzione diplomatica. Qualsiasi problema emergesse, la causa e le responsabilità venivano attribuite immediatamente al rappresentante del Male, Satana Putin. Il Novax, ormai sulla via dell’assoluzione da colpe mai avute, veniva sostituito dal Filoputin. Il nuovo Nemico Immaginario è stato costruito, come il Novax, assemblando ogni forma di voce critica al pensiero unico guerrafondaio, ivi inclusi i pacifisti, anche se questi avversavano Putin già quando tutto l’arco politico ne decantava le lodi di grande statista.

Così anche in questo caso, le menzogne si sono sedimentate nelle menti vulnerabili al pensiero unico. La prima di queste è stata la negazione degli otto anni di conflitto bellico, che hanno caratterizzato le province del Donbass, e di tutti gli atroci crimini, con il massacro di Odessa in testa, comuni a tutte le guerre. A stretto giro sono caduti nel dimenticatoio della propaganda anche gli accordi di Minsk e le promesse della Nato di non espandersi nell’Est Europa. La forte componente nazista dell’esercito ucraino è diventata buona e democratica leggendo Kant. Dostoevskij e gran parte della millenaria cultura russa è diventata cattiva leggendo se stessa. L’Operazione Speciale è assurta, senza alcuna prova a “guerra lampo”, con il preciso intento di conquistare tutto il paese e invadere l’Europa. La Nato, di contro, non è mai entrata in guerra, ha solo fornito armi per cento miliardi di euro e oltre, uomini, addestramento, attrezzature, consulenze, lavoro di intelligence, etc.

Tutti i crimini di guerra sono stati compiuti da un’unica parte, quella Russa, come se fosse possibile partecipare a un conflitto bellico senza commetterne. Così misteriosamente, cadaveri di tre settimane si conservavano benissimo anche in estate. Giovani mamme venivano rapite dai russi per farne propaganda per ricomparire, affermando le stesse cose in piacevole compagnia di giornalisti italiani. Foto di altre guerre, immagini di videogiochi e filmati appositamente costruiti venivano utilizzati per descrivere la cattiveria diabolica insita nelle milizie russe in contrapposizione alla santità di quelle ucraine, anche se un po’ naziste.

La propaganda ci è andata talmente pesante, con tanto di stupro di bambini, da perdere ogni credibilità, costringendo Volodymyr Zelensky a licenziare la commissaria per i diritti umani dell’Ucraina, Lyudmila Denisova. Gli Stati Uniti e l’Europa hanno approvato una sequenza impressionante di sanzioni per isolare la Russia. Disposizioni queste che hanno finito per destabilizzare l’economia europea e rafforzare le relazioni dei BRICS. Nell’orda propagandistica Putin è stato dichiarato colpevole di procurata crisi energetica, anche se questa è stata ideata e promossa dalle speculazioni occidentali. Nessuna attività diplomatica è stata avviata per raggiungere la pace. La responsabilità di tutto ciò è stata ovviamente attribuita a Putin, nonostante le ripetute dichiarazioni di disponibilità di quest’ultimo a sedersi al tavolo delle trattative. L’unico tentativo si è svolto all’inizio di marzo ed è culminato con l’esecuzione di Denis Kireyev, un membro della delegazione ucraina accusato di essere una spia russa. Poco chiaro il motivo che ha spinto Zelensky ha scegliere un infiltrato per questo delicato compito.

Durante lo scorso anno Putin è stato dato per spacciato in continuazione: una grave e rara malattia, un tumore non ben specificato e un complotto interno hanno “gufato” con scarso successo sulla sorte del Presidente russo. In considerazione dei risultati i media sono partiti all’assalto del Ministro degli Esteri Sergej Lavrov, diagnosticandogli un infarto. Le milizie russe sono state dichiarate, prive di missili, di droni, di munizioni, di calzini, di cibo e di supporto logistico, tanto che, a riprova della loro innata cattiveria, sono state accusate di mangiare cani e gatti ucraini. Sembrerebbero scongiurati episodi di cannibalismo. Nonostante ciò la guerra continua a prosperare con tutte le sue tragiche conseguenze.

Infatti, come diceva Ennio Flaiano, la realtà supera sempre la fantasia, sicché i morti e feriti, civili e militari, sono cresciuti costantemente e in modalità direttamente proporzionale all’invio di armi sul teatro di guerra. Anche in questo caso dati certi al momento non ci sono, i numeri variano molto secondo le esigenze dei belligeranti. Così, quando il Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen ha indicato, con l’intento di sottolineare la disumanità di Putin, in centomila le vittime ucraine, il prode Zelensky è insorto in difesa del morale del proprio popolo, riducendo a un decimo le perdite interne. Di contro quelle russe continuano, già da mesi, a salire a dismisura per sostenere una vittoria ucraina ormai prossima.

Elencare tutte le menzogne raccontate dalla propaganda NATO, durante i dieci mesi di conflitto che hanno caratterizzato il 2022, è un’impresa epica pari a quella di svelare tutte quelle architettate durante la pandemia. La similitudine del modus operandi, la comune regia e il medesimo scopo tra i due drammi maggiori, che hanno caratterizzato l’anno appena concluso, appaiono piuttosto evidenti se si esaminano i risultati raggiunti: fallimentari quelli della pandemia, catastrofici quelli della guerra. Lo scopo di qualsiasi governo dovrebbe essere quello di perseguire l’interesse dei propri cittadini. Quindi nel caso di una guerra e di sanzioni che pesano enormemente sulla cittadinanza le istituzioni dovrebbero attivarsi alla ricerca della pace, promuovendo la mediazione diplomatica. Al contrario, nonostante il parere della maggioranza degli italiani, il paese è sceso in guerra pur non dichiarandola e ha trasformato il ripudio, previsto dall’articolo 11 della Costituzione, in una leggera forma di avversione. Anche per questa sezione del bilancio preventivo il risultato è, in considerazione soprattutto delle perdite umane, sia ucraine sia russe, tragicamente catastrofico.

3. L’Agenda Draghi.

Il 2022 è stato caratterizzato per buona parte dai decreti del Governo Draghi, approvati a suon di fiducie come mai prima. Il Messia era stato chiamato a gran voce il 13 febbraio del ’21 per salvare la patria dalla rovina economica, dal Covid e dall’inettitudine delle istituzioni democratiche. Nei poco più dei 20 mesi che è stato in carica il Salvatore ha pianificato l’Agenda che porta il suo nome. Un programma del tutto simile, nella forma, nei contenuti e nell’illusorietà, all’Agenda 2030, dettata dalle istituzioni sovranazionali per mantenere intatti gli interessi delle grandi lobby che governano il mondo. In questo breve periodo il Draghetto di Parioli è riuscito a centrare quasi tutti gli obiettivi che il Padre Onnipotente (Stati Uniti con la collaborazione straordinaria di Gran Bretagna e Consiglio d’Europa) si era prefissato.

Grazie alla dichiarazione dello Stato di Emergenza Perenne, prima per la pandemia e poi per la guerra, Draghi ha potuto adottare velocemente quei provvedimenti necessari a proteggere gli interessi del Capitale. Interessi costantemente sotto minaccia sin dal marzo 2000 quando esplose la prima grande bolla speculativa, quella delle Dot-com. Nel 2007 fu la volta dei mutui sub-prime, trascinatasi sino al 2020 tra debiti pubblici, deindustrializzazione occidentale e sovrapproduzione cinese. Nel 2020 è stato il Covid-19 a intimidire i “poteri forti” precedendo di quasi due anni l’avvento della nuova crisi energetica. La sequenza di questi crolli evidenzia una decadenza sistemica dovuta in gran parte alla finanziarizzazione dell’economia. Sistema che tende a strutturare la crescita e l’accumulazione infinita di capitale sulla costruzione di bolle speculative piuttosto che sulla crescita della domanda. Processo questo che sta contribuendo in modo sostanziale al sempre maggior divario tra l’economia reale e quella finanziaria.

Inevitabilmente le bolle scoppiano e lo fanno con tempi molto più stretti di quanto non fossero quelli delle crisi da sovrapproduzione o da sottoconsumo, che dir si voglia. Per far fronte al problema, però, i sistemi sono sempre gli stessi: si genera paura con un’emergenza; si restringono e sospendono i diritti civili e sociali; si chiedono sacrifici ai cittadini per sostenere le imprese; si aumenta il debito pubblico, che, però, resta sempre a carico dei cittadini; si privatizzano gli ultimi beni pubblici rimasti e si aziendalizzano i servizi. Generalmente ogni bolla è seguita da una guerra che alimenta la paura e le spese militari, costi questi che rappresentano uno snodo fondamentale dell’economia reale. In secondo luogo i conflitti generalmente sono avviati per favorire l’appropriazione di nuove risorse naturali a danno dei paesi in cui, in cambio, viene “esportata” la democrazia anche se non richiesta.

Nella gestione di quest’ultima emergenza senza scadenza nessuno statista è stato all’altezza di Mario Draghi che, infatti, è stato insignito del World Statesman Award per il 2022. Nel corso dell’anno le ultime vestigia democratiche sono state definitivamente abbattute, grazie all’esautoramento dell’attività legislativa del Parlamento e all’asservimento totale della Corte Costituzionale alle esigenze del governo. Lo stato di eccezione permanente, così promosso, ha permesso anche di soffocare tutte le voci del dissenso. Nelle tenebre del pensiero unico è stato perpetrato il massacro finale della Sanità, della Ricerca e dell’Istruzione pubblica. La Giustizia è stata riformata soffocando, con il Decreto Cartabia, quegli scampoli di libertà di stampa, sfuggiti alla OPA lanciata dalle grandi aziende sull’editoria mainstream.

Grazie all’operato dello “Statista dell’anno” l’Italia è entrata in guerra e ha sottoscritto quelle sanzioni che hanno esasperato la crisi economica scatenata dalla bolla energetica. Il boom economico stimato da Draghi durante il proprio mandato, si è trasformato in stagflazione (inflazione +12% Pil con previsioni dal – 0,1 al – 0,7). Inoltre va considerato il fatto che la povertà, sia assoluta sia relativa, ha toccato il picco più alto di sempre proprio grazie all’operato di Draghi. Infatti, è proprio sotto l’aspetto economico che l’Agenda Draghi ha dato e continua a dare il meglio di sé. Così sotto silenzio sono passati un’ulteriore precarizzazione del lavoro (sospensione del Decreto Dignità) e la chiusura della vertenza Autostrade, costata ai cittadini italiani “solo” altri 9,3 miliardi di euro. Ma il vertice dell’intero progetto è rappresentato dal decreto concorrenza, per mezzo del quale i Comuni saranno obbligati a fornire “una motivazione anticipata e qualificata che dia conto delle ragioni che giustificano il mancato ricorso al mercato”. In sostanza i pochi beni pubblici non ancora depredati lo saranno entro breve tempo.

Il tocco di classe finale però è stato quello di dimettersi il 21 luglio, pur avendo ottenuto la fiducia, per potersi defilare dalle ovvie conseguenze delle proprie scelte. In accordo con il Presidente della Repubblica le elezioni sono state fissate il 25 settembre innescando la prima campagna elettorale balneare della storia del paese. In questo modo anche senza governare il Messia ha raggiunto due importantissimi obiettivi: ha annientato il dissenso; ha consegnato il paese e le responsabilità della crisi alla destra dopo essersi assicurato fedeltà assoluta all’establishment Nato.

Per maggiori approfondimenti: sinistrainrete.luca-busca-draghistan-cronache-di-un-paese-sull-orlo- di-una-crisi-di-nervi. Anche se scritto a Marzo del 2022.

Capitolo di bilancio da documentario “alla scoperta degli abissi”.

4. Le elezioni e la vittoria del qualunquismo.

L’altro grande evento del 2022 è costituito dalle elezioni politiche del 25 settembre. La dinamica e i risultati della kermesse sono già stati analizzati approfonditamente:

sinistrainrete-luca-busca-draghistan-nessuno-ha-osato-disturbare-the-sound-of-silence.

sinistrainrete-luca-busca-draghistan-la-liberta-non-e-un-spazio-libero-la-liberta-e-partecipazione.

sinistrainrete-luca-busca-draghistan-dalla-coscienza-di-classe-al-letargo-della-consapevolezza.

In sede di bilancio annuale vanno valutati soprattutto due aspetti: uno è l’operato della nuova maggioranza e quello delle nuove opposizioni; il secondo è costituito da ciò che è stato realizzato da quella vasta area di dissenso, sorta in contrapposizione alle scelte deliranti in materia di pandemia e di guerra. Il primo Presidente del Consiglio donna del paese, non appena insediato, nel rispetto delle promesse elettorali, ha rimosso l’obbligo vaccinale, anticipato il reintegro dei medici Novax di due mesi, sospeso ma non annullato le multe. La mancata costituzione della commissione di inchiesta promessa, la conservazione dell’impianto del Green pass, la minaccia di ripristino dell’obbligo di mascherina al chiuso e altre amene dichiarazioni del Ministro della Salute, Orazio Schillaci, la costituzionalità dell’obbligo vaccinale e il mancato intervento in merito all’assurda campagna mediatica che, tra la favola pandemica cinese e gli inesistenti pericoli patri, ha cercato di rianimare la campagna vaccinale, fanno comprendere che nella sostanza la politica sanitaria è rimasta la stessa di Draghi.

In compenso la partecipazione alla guerra contro l’ex amico Putin si è fatta ancor più serrata, nonostante a Berlusconi siano scappate di bocca alcune indicibili verità. La destra però finalmente ha messo un freno agli sbarchi dei migranti, ha riaperto il conflitto con le famigerate ONG, che raccolgono i profughi in mare, e con la potentissima lobby della comunità LGBTQ+ etc., che vuol trasformare il mondo in un bordello “dal sesso confuso”. Peccato che, avendo giurato fedeltà alla Nato e alla sua colonia europea, presto queste due battaglie abbiano dovuto essere abbandonate. A farne le spese sono rimasti due Totem sacrificabili: il reddito di cittadinanza e il massimo pericolo esistente in materia di ordine pubblico, i diabolici Rave party, non sia mai qualcuno si diverta.

La linea di continuità con il senso del ridicolo del precedente governo è rappresentato dall’ultima grande manifestazione dell’anno, i mondiali di calcio in Qatar. L’evento passerà alla storia per la sua bellissima finale, per la prima volta di una squadra africana in semifinale e per essere stati i più grotteschi di sempre. Infatti la Russia è stata esclusa perché poco ossequiosa nei confronti della morale occidentale. Ben accetta è stata, invece, l’Arabia Saudita, ai vertici della classifica di Amnesty in merito al mancato rispetto dei diritti umani e promotore, da dieci anni, di uno sterminio programmatico nello Yemen. Anche l’Iran è risultato adeguato per partecipare alla kermesse, nonostante l’ossessiva campagna mediatica contro le turpitudini del regime islamico (non ultima la sospensione senza stipendio dei medici non allineati, evidentemente imparata guardando l’Italia).

Particolari questi comunque di secondaria importanza rispetto al fatto che l’organizzazione della manifestazione sia stata affidata ad un altro fulgido esempio di equità politica: il Qatar. Per realizzare i Campionati del mondo il piccolo paese del Golfo Persico ha ucciso seimilacinquecento operai provenienti dall’Asia più un numero imprecisato di origine africana. Per nascondere alcune piccole “magagne” come questa, ha corrotto mezzo Parlamento Europeo, senza che nessuno si scandalizzasse più di tanto. Cosa che pone seri dubbi sull’integrità di un’istituzione che tende a presentarsi al di sopra di ogni forma di corruzione.

Così, anche la credibilità dell’Europa scende ai minimi storici, soprattutto in virtù dell’assenza di trasparenza e di quella tendenza all’insabbiamento che sembrava esclusiva del nostro paese. La commissione parlamentare nominata per indagare in merito ai contratti di acquisto dei vaccini con la Pfizer, ha già evidenziato la mancata consegna dei messaggi intercorsi tra Ursula von der Layen e Albert Bourla, Ceo di Pfizer, la candida ammissione della mancanza di studi sulla capacità di immunizzazione del vaccino e altre piccole amenità ignorate in blocco dai media mainstream. Ora viene spontaneo chiedersi, se per l’immagine del Qatar sono volati milioni di euro, cosa sarà mai successo per l’appalto miliardario relativo alla fornitura miliardaria del più insensato dei vaccini?

Dall’altra parte della barricata circa cinque milioni di dissidenti, persa ormai ogni aspettativa nei confronti della rappresentanza post-democratica, hanno deciso di astenersi dal voto. Le forze di opposizione reale, definite antisistema, si sono presentate divise e senza una proposta politica degna di questo nome, motivo per cui hanno mancato il quorum per ottenere qualche seggio in parlamento. Il dissenso non votante non è riuscito ad organizzarsi in alcun modo, neanche contro la guerra, prova ne è che l’unica manifestazione organizzata in favore della pace è stata gestita da quelle stesse forze politiche che hanno promosso l’invio di armi in Ucraina e il mancato avvio di qualsivoglia mediazione diplomatica. Più che per la pace si è manifestato per la resa della Russia ai voleri della Nato, un inno alla guerra, seguito dal nulla.

Mancanza di rappresentanza parlamentare e disorganizzazione del movimento di dissenso hanno trasformato la critica al sistema nel buon vecchio qualunquismo, tanto benvoluto dal regime in vigore. Disimpegno questo che consente all’oligarchia post-democratica di perseverare nell’interesse privato a discapito di quello comune della cittadinanza. I due fattori che caratterizzano l’aspetto politico sono talmente negativi che fanno toccare il fondo al relativo Capitolo di bilancio. Si tratta in questo caso di “bancarotta”, molto probabilmente a carattere fraudolento.

“L’anno vecchio è finito ormai ma qualcosa ancora qui non va …” *

Bilancio preventivo 2023.

Il luogo comune stabilisce che “una volta toccato il fondo si può solo risalire”. Mai aforisma è stato più lontano dalla realtà, dato che, una volta toccato il fondo, generalmente si comincia a scavare per trovare qualcosa di ancora più profondo e oscuro. Il quadro generale del bilancio consuntivo del 2022 evidenzia come le esplorazioni del sottofondo siano già iniziate e non si vede alcuna “luce alla fine del tunnel” (sinistrainrete-luca-busca-draghistan-se-non-riusciamo-a-uscire-dal-tunnel-almeno-arrediamolo). Il buio è creato dall’assoluta mancanza di volontà di cambiamento. Ora, che l’establishment e il gregge che segue la voce del pastore non abbiano alcuna voglia di modificare lo status quo è comprensibile. I primi hanno tutto l’interesse a permanere in questa situazione, i secondi non sono in grado di discernere il proprio interesse e, quindi, seguono proni il volere della propria Guida.

Risulta, invece più arduo comprendere come tale voglia sia assente anche in coloro che sono stati penalizzati dalla situazione attuale. Ragione questa che va cercata nella divisione e nella disorganizzazione del movimento di dissenso; nel suo essere privo di una qualsiasi proposta politica strutturata che possa essere antagonista al neoliberismo e aggregante per la “moltitudine” dei vessati e degli sfruttati. Il livello di coscienza permane talmente basso che neanche il crescente stato di povertà induce questa moltitudine alla ribellione organizzata. Le proteste contro il Green pass e l’obbligo vaccinale sono svanite non appena il nuovo governo ha apparecchiato il “contentino”, senza però che l’impianto subisse alcuna modifica. L’opposizione alla guerra non è mai nata ed è stata fagocitata dal bellicismo della Nato e dalla propaganda guerrafondaia che continua a responsabilizzare la Russia di qualsiasi cosa non funzioni in Occidente, allontanandosi sempre più dalla via per la Pace.

L’assenza di opposizione al sistema rende sempre più forte l’oligarchia che lo gestisce, rinvigorita proprio da quell’assioma del “tanto non cambia mai nulla”, che diventa sempre più reale per colpa di coloro che lo sostengono pretendendo di cambiare il mondo senza “partecipare”. Se si è privi di proposta politica strutturata, antagonista e condivisa, non solo il mondo non ha alcuna possibilità di cambiare, ma ogni movimento di protesta durerà solo per il breve tempo che serve all’establishment per assorbirlo e relegarlo nel limbo del qualunquismo. Con queste premesse è chiaro che anche il bilancio preventivo per il 2023 presenta un deficit insormontabile.

Nel dettaglio, la situazione politica rimarrà invariata. Alle elezioni regionali di Lombardia e Lazio, importante test per verificare il sentire comune, la percentuale di votanti scenderà ulteriormente, la destra vincerà a mani basse con la complicità delle finte opposizioni. Quelle vere, isolate e perse dietro la ricerca della propria leadership, inutile e già schiava del sistema ancor prima di esserne parte, resteranno fuori dai due Consigli. Il governo ne uscirà rafforzato e manterrà la stessa linea politica che lo ha condotto al successo.

L’Agenda Draghi continuerà, così, a dettare legge con il solito miraggio del rilancio dell’economia mediante il “sostegno alle imprese”. Dove per imprese si intendono quelle grandi aziende che, tra delocalizzazione della sede e della produzione, contribuiscono in maniera sostanziale alla creazione di bolle finanziare e all’aumento delle disuguaglianze e della povertà. La transizione ecologica resterà vincolata all’Agenda 2030 che, con il suo Sviluppo sostenibile, aumenterà sostanzialmente l’inquinamento e l’impoverimento delle risorse naturali. Situazione questa destinata a peggiorare ancora per via del mantenimento delle sanzioni alla Russia, che comportano un ritorno al carbone, l’utilizzo dei rigassificatori, etc. L’opera di privatizzazione della Sanità, dell’Istruzione e dei pochi beni comuni rimasti in carico alle municipalità, continuerà inesorabile. I fondi del PNRR, utilizzati per risanare l’economia finiranno per aumentare il debito pubblico e con esso il ricatto economico delle istituzioni sovranazionali. Il lavoro verrà ulteriormente precarizzato e il welfare ancor più smussato per ridurre la spesa pubblica. Il “contentino” al popolo verrà dato mediante aiuti una tantum e sgravi delle bollette, ma nulla di sostanziale verrà fatto per combattere la crescita delle disuguaglianze e la povertà.

La guerra durerà ancora a lungo per via del fatto che il padrone statunitense ne trae enormi vantaggi. L’impiego massiccio di armi alimenta la più redditizia delle industrie. Inoltre la creazione di due fronti, l’Occidente e l’Oriente, porta sostanziali benefici all’economia americana e a quella britannica. L’inconsistenza politica dell’Europa la rende succube della Nato e non lascia speranze di autonomia e indipendenza. Il fatto che russi e ucraini continuino a morire, in definitiva, non preoccupa nessuno e non incide sull’economia. Una guerra che dura anni indebolisce l’avversario e su questo punta la Nato per vincere la battaglia economica con la Cina, ormai sempre più legata alla Russia. Nessuno avrà il permesso di intavolare una mediazione diplomatica per ottenere la pace, come ha ampiamente dimostrato l’atteggiamento dell’Ucraina e dell’Occidente nei confronti della tregua offerta dalla Russia in occasione del Natale ortodosso.

Infine, la campagna mediatica più ridicola di tutta la pandemia con immaginarie frotte di cinesi che assaltano l’Italia per vaccinarsi e la diffusione di allarmi inesistenti, dimostra ampiamente come l’impianto pandemico è ben vivo e pronto ad essere utilizzato alla bisogna. Le favole mainstream compaiono e scompaiono nel giro di pochi giorni. Nessuno chiede scusa per l’errore e le competenti istituzioni non prendono alcun provvedimento contro gli autori della propaganda. Fatto questo che evidenzia la connivenza tra i due barra tre finti schieramenti politici presenti in Parlamento.

Infatti è proprio dalla propaganda che il regime trae la sua forza, lavorando alacremente alla diffusione del pensiero unico. Le campagne mediatiche, per quanto ridicole siano, riescono nell’intento prestabilito di dividere il popolo in due tifoserie opposte (sinistrainrete-luca-busca-divide-et-impera-il-grande- complotto). Da una parte si uniscono i complici del regime e il gregge fedele al pastore, dall’altra la “moltitudine” di pecore nere isolate e avvilite. Nei primi si rafforza la convinzione di essere dalla parte del giusto, della scienza, dell’aggredito, senza la minima coscienza di quanto sia ingiusto mettere a rischio la salute dei propri figli vaccinandoli inutilmente, quanto sia ridicolo credere nella scienza dogmatica e quanto sia pericoloso soffiare sul fuoco di un conflitto innescato dalla Nato.

I secondi finiscono per subire l’odio del gregge e la coercizione del sistema innescati dalla propaganda. L’isolamento produce quello sconforto che impedisce alle pecore nere di riunirsi sotto l’unico tetto di una proposta politica antagonista al neoliberismo imperante. Privi di questo ideale comune i singoli individui diventano schiavi del proprio qualunquismo, il loro dissenso dura quanto un battito di ciglia necessario a distogliere lo sguardo dal trionfo del regime che li opprime.

Ma la televisione ha detto che il nuovo anno
Porterà una trasformazione
E tutti quanti stiamo già aspettando
Sarà tre volte Natale e festa tutto il giorno
Ogni Cristo scenderà dalla croce
Anche gli uccelli faranno ritorno
Ci sarà da mangiare e luce tutto l’anno

Anche i muti potranno parlare
Mentre i sordi già lo fanno
E si farà l’amore, ognuno come gli va
Anche i preti potranno sposarsi
Ma soltanto a una certa età
E senza grandi disturbi qualcuno sparirà
Saranno forse i troppo furbi
E i cretini di ogni età
…” *

Un testo scritto nel 1978, l’anno del rapimento Moro, gli anni di piombo, ma ancora attualissimo per via di un gregge sempre prono alla Verità dogmatica diffusa via etere e ora anche via internet. L’unico bagliore di speranza, pur se labile, è quella di perseverare nell’azione di contrasto alla propaganda, la buona vecchia controinformazione, grazie alla quale se non altro è cresciuta la sfiducia in un vaccino truffa e nei provvedimenti demenziali adottati durante la pandemia. La lotta contro il sistema mediatico mainstream è impari, lo dimostra l’impotenza della maggioranza degli italiani nel fermare un conflitto bellico ed economico che sta destabilizzando il paese. Ma solo con un livello di coscienza maggiore si può sperare nella nascita di una proposta politica strutturata in grado di ostacolare lo strapotere del pensiero unico.

Luca Busca

11/1/2023 https://www.sinistrainrete.info

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