C’ERA UNA VOLTA IN ITALIA, IL DISASTRO DELLA SANITÀ PUBBLICA

A svendere la sanità sono state le controriforme del 92 (Governo Amato e ministro della Sanità De Lorenzo) e del 99(Governo D’Alema e ministro della sanità R. Bindi) fatte dai governi del centrosinistra,quelle che hanno creato la sanità integrativa,che è autorizzata per legge a sostituire quella pubblica.

È una falsità sostenere che la sanità pubblica non può essere autosufficiente,se solo una parte del privato fosse reinvestito nel pubblico potremmo avere una super sanità e a zero tempo nelle liste di attesa.Dovra’ essere la produzione di ricchezza ad assumere il rispetto dei diritti.(Ivan Cavicchi).

I lunghissimi tempi di attesa  nella sanità pubblica sono dovuti anche alla cronica carenza di personale,generata dai tetti di spesa  sanitaria e dall’ errata programmazione della formazione di nuovi medici, all’aumento dell’intramoenia.

In Italia mancano circa 60 mila infermieri,mancano medici specialisti(15 Mila sono gli specialisti che se ne sono  andati dagli  Ospedali pubblici e non sono stati rimpiazzati).

In provincia di Bergamo mancano più di 1000 infermieri e questo fa aumentare lo stress delle professioni infermieristiche,i corsi universitari in infermieristica hanno sempre meno iscritti.

Sicuramente  la Pandemia da COVID ha dato un colpo mortale alla già disastrata sanità pubblica.

Ricordo a tutti  che già a settembre del 2020 più di 300 tra sanitari, medici e infermieri della provincia di Bergamo scrissero una lettera indirizzata ai vertici di ATS, ospedali e istituzioni del territorio x denunciare le inefficienze del sistema x contrastare la Pandemia e le azioni  intraospedaliere e extraospedaliere x la riduzione delle liste di attesa e organizzare una rete  di medici e pediatri  sul territorio x riorganizzare una rete sanitaria territoriale.Proposte  a cui  non e mai sta data una risposta.

Purtroppo la Pandemia non ci ha insegnato niente ,anzi la situazione generale è peggiorata.

A questo si sommano le scarse retribuzioni( anche l’ultimo rinnovo contrattuale è stato eroso dall’aumento dell’inflazione)In Italia la retribuzione del personale infermieristico è il 60%inferiore rispetto a quella europea.Di recente il decreto mille proroghe del governo Meloni aumenta a 8 ore settimanali e con il decreto Energia da il via libera di espletare la professione infermieristica senza limitazione oraria, la possibilità x le professioni sanitarie di esercitare la libera professione,questo provvedimento è stato enfatizzato da OPI, ma personalmente credo non sia la strada giusta da intraprendere e anche la FP CGIL deve opporsi a questo provvedimento e impegnarsi per aumentare le retribuzioni del personale sanitario. Intanto il governo Meloni  non sblocca le assunzioni in sanità e non ha messo 1 euro per il rinnovo dei contratti e si continua con il definanziamento del SSN.

Per la CGIL FP non è questa la soluzione, cioè quella di aumentare il lavoro del personale sanitario già stremato da turni massacranti e mancati riposi,la violazione delle 11 ore di riposo tra un turno e l’altro.

Bisognerebbe invece aumentare le retribuzioni,riconoscere i 2 anni di COVID ai fini pensionistici con un valore maggiorato,assumere  personale x abbattere le liste di attesa e tutelare  salute dei lavoratori.

Il disastro è annunciato,mancano soldi,medici e infermieri.Poche settimane fa c’è stato un ultimatum delle Regioni al Governo,queste le dichiarazioni del coordinatore della commissione Sanità della Conferenza delle Regioni “È in gioco il sistema sanitario pubblico e universalistico,lo devono capire!!! “.

Il Governo risponde invece con il regionalismo differenziato che in Sanità accentuerà ulteriormente il gap tra regioni ricche del Nord e le regioni povere del Sud.

I LEA  in questi 20 anni non hanno affatto ridotto le diseguaglianze regionali.La Fondazione GIMBE conclude il suo rapporto con queste parole “La Sanità rischia di diventare un bene pubblico per i residenti di una Regione del Nord e un bene di consumo per le altre Regioni se i loro cittadini hanno bisogno di accedervi,quel che e certo e che il Regionalismo Differenziato non potrà mai ridurre le diseguaglianze, perché renderà le Regioni del Centro Sud che avranno sempre meno risorse per riqualificare i loro servizi “Clienti” dei servizi prodotti dalle Regioni del Nord.”

Il 1 aprile a Milano si terrà una manifestazione a difesa del servizio sanitario nazionale’Sani come un pesce’ organizzata da Medicina Democratica  e invito tutti a partecipare.

Come dice Ken Loach ‘AGITATEVI, INFORMATEVI, ORGANIZZATEVI’ e aggiungo INSORGIAMO, prendiamo esempio dai lavoratori francesi che stanno facendo una lunga battaglia non solo contro l’aumento dell’età pensionabile ma anche per una vita dignitosa. 

Giuseppe Saragnese

Infermiere ASST-PG23 BERGAMO

Direttivo FP CGIL Bergamo

30/3/2023

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