Cittadini senza diritti. Rapporto Naga 2014.

Un’indagine che permette di leggere, secondo un punto di vista diverso, le conseguenze della crisi economica e il presente in cui tutti viviamo.

I dati socio-sanitari raccolti dal Naga rappresentano una delle più grandi banche dati esistenti sull’immigrazione irregolare. Il Rapporto, alla sua terza edizione, analizza i dati raccolti tra il 2009 e il 2013. Oltre 15.000 utenti, per i quali sono stati indagati provenienza, genere, età, stato civilenumero di figli, durata della permanenza in Italia, istruzione, occupazione e abitazione.

“L’analisi dei dati raccolti dal Naga tra il 2009 e il 2013 permette di fare una fotografia della composizione dell’immigrazione irregolare o di dare una lettura diversa dell’immaginario comune su quali siano gli effetti della crisi economica”, affermano i ricercatori Simone Cremaschi (European University Institute), Carlo Devillanova (Università Bocconi), Francesco Fasani (Queen Mary University London) e Tommaso Frattini (Università degli Studi di Milano), che hanno curato la ricerca in collaborazione con il Naga.

Complessivamente si rilevano lunghe permanenze, altissimi tassi di istruzione, ma un drammatico calo dell’occupazione e un aumento della marginalità. La crisi ha avuto effetti pesantissimi: la percentuale di occupati sugli attivi nel campione Naga è passata dal 63% nel 2008 al 36% del 2013; la riduzione è stata di oltre 30 punti percentuali per la componente femminile. Contestualmente, la percentuale di coloro che percepisce come relativamente stabile il proprio lavoro (occupazione permanente) è passata dal 52% del 2008 a meno del 25% del 2013. Al crollo degli occupati relativamente stabili, corrisponde un aumento dell’occupazione saltuaria (dal 47% del 2008 a circa il 69% del 2013) e degli ambulanti“, affermano i ricercatori “E’ inoltre sensibilmente peggiorata la condizione abitativa del campione, con un preoccupante aumento dei senza fissa dimora. Il crollo dell’occupazione a seguito della crisi economica è stato più forte tra i migranti provenienti da Paesi europei e tra quelli con un’istruzione universitaria. Mentre in Italia la quasi totalità dei migranti occupati svolge lavori non qualificati, nel Paese di origine molti erano impiegati in occupazioni con elevato livello di specializzazione”, proseguono i ricercatori. “I risultati dello studio suggeriscono l’urgenza di appropriati interventi pubblici e un ripensamento generale della legislazione sull’immigrazione slegando il permesso di soggiorno dal contratto di lavoro“, concludono i ricercatori.

“Da quasi trent’anni incontriamo ogni giorno cittadini stranieri e siamo stati, da sempre, colpiti dalla carica progettuale delle loro storie, della spinta verso il futuro dei loro racconti, nonostante le difficoltà del quotidiano e nonostante una normativa insensata e criminalizzante che crea irregolarità. Invece, per la prima volta quest’anno, presentiamo un rapporto dove raccontiamo una realtà recessiva” afferma Luca Cusani presidente del Naga. “Siamo però orgogliosi di poter restituire una fotografia inedita della realtà dell’immigrazione irregolare: una popolazione che sente più fortemente di tutti gli altri i morsi della crisi, che non ‘ruba’ il lavoro agli italiani, ma che anzi lo perde più facilmente, che scivola senza rumore nell’indigenza e spesso nella vita di strada, che sempre più spesso, infine, decide di abbandonare il Paese“, prosegue il presidente del Naga. “I dati e le testimonianze dei cittadini stranieri raccontano che stanno tutti peggio, o meglio, che stiamo tutti peggio, conclude Cusani.

17/12/2014

Info: Naga 02 58 10 25 99 – 349 16 03 305  – naga@naga.it

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