COME E’ ANDATA MALE E COME POTREBBE ANDARE MEGLIO

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La Salute è un bene prezioso e teoricamente anche un diritto ed è certamente solo uno dei tanti problemi che sta vivendo il Paese ( e il Mondo) e probabilmente è il maggiore dei problemi. La economia liberistica per molte imprese autonome rallenta e soffoca milioni di cittadini verso l’indigenza e comunque verso il grave malcontento. I governi del mondo mai come ora si stanno dimostrando scarsamente capaci di contrastare la pandemia, ma sono almeno riusciti a supportare la industria farmaceutica che ha prodotto vaccini finora efficaci.

Molti Sistemi nazionali e sovranazionali si stanno dimostrando come la azienda fantozzesca . Se non stessimo vivendo un dramma si potrebbe ridere a cominciare osservando partiti/movimenti che per definire la leadership o abbattere gli avversari, ricorrono ai magistrati e agli avvocati, cosa buffa, ma forse meglio di un tempo in cui si faceva ricorso a omicidi e gulag. Questo declino della politica mondiale è irreversibile e quindi , pragmaticamente , è inutile parlarne, bisogna invece prepararsi a nuotare come futuri naufraghi mentre la nave sta affondando.

Il guaio è che, sulla tolda, qualcuno grida slogan come “ dobbiamo salvarci!!!!, Il mare è grande ma ce la faremo!!!”, mentre ci si accalca alle scialuppe che non conterranno tutti. Terminato questo incipit altamente filosofico faccio degli esempi cominciando dal più grosso: il proclama di azzerare il brevetto alle “big pharma” ( quali?) ben sapendo che questo provocherebbe uno stop sia sulla produzione attuale che sulla implementazione della stessa in quanto è impossibile trasferire ovunque tecnologie, formazione e materiali per la produzione di farmaci tanto meno la produzione adeguata di alcuni vaccini.

L’OMS ha sempre ottenuto prezzi di favore per farmaci e vaccini per il terzo mondo e basterebbe che le maggiori agenzie farmaceutiche di controllo approvassero tutti i vaccini disponibili che hanno già dimostrato efficacia e li acquistasse, attraverso donazioni di singole nazioni ricche o di Unione di Stati, per finanziare convenientemente una campagna di vaccinazione universale.

Certamente oggi molte aree sono difficilmente raggiungibili dalla Sanità Internazionale ( UNICEF OMS Agenzie di Cooperazione..) a causa delle numerose sacche di terrorismo diffuse in particolare in Africa, e molte aree povere non hanno alcuna possibilità di mettere in piedi una campagna vaccinale soprattutto con farmaci che richiedono elevata organizzazione per mantenere la catena del freddo. Insomma slogan a fini di pura propaganda politica che fanno male e che fanno sempre più pensare: “ma in che mani siamo finiti?”.

Verso SARA COV 2 esistono vaccini sufficientemente efficaci che non necessitano di particolare accortezza logistica ( uno per esempio lo possiedono i cubani: piattaforma adiuvante nota e consolidata da decenni e antigeni split) ma i politici e l’informazione pedissequa continuano a insultare la intelligenza delle persone attraverso slogan solidaristici mascherando le incapienze domestiche.
Tra difficoltà oggettive e ritardi organizzativi e di gestione la campagna vaccinale in Italia è decollata solo da poco, grazie ad una nuova gestione nazionale ed europea certamente meno vincolata dalla propaganda.

Nonostante il nuovo corso gestionale vi sono ancora numerose problematiche sul campo che sono comuni a gran parte dei paesi europei. Da pochi giorni il Presidente francese Macron ha aperto all’impiego delle dosi residue della giornata a “chiunque” al fine di aumentare il denominatore di cittadini vaccinati e di non sprecare dosi, tentativo annunciato correttamente dalla nuova gestione locale ma subito cassato per la opposizione di qualche mente “eccelsa” (Emmanuel Macron a également annoncé ce jeudi que la vaccination sera ouverte sans limite d’âge pour les doses qui n’ont pas trouvé preneur.Le Point).

Ci piacerebbe sapere quante dosi risultano sprecate a fine giornata a causa della restrizione alle categorie vaccinali e al divieto di vaccinare chiunque disponibile con gli avanzi. Se ogni centro vaccinale avesse inutilizzato anche solo 3 dosi al giorno provate a moltiplicare questo numero per i centri vaccinali e vi accorgereste della entità dello preco. Ovviamente in un contesto “liberistico” quale il nostro è bastata la minaccia di denunce al Sistema da parte di un qualche “personaggio” o potentato giornalistico per mettere freno a una misura quanto accessoria e minimalista ma tanto utilissima al contesto vaccinale: cioè vaccinare dopo chiamata a vuoto il “primo che passa” per non sprecare risorse.

Se ripercorriamo la breve storia della campagna vaccinale dal suo inizio ci rendiamo meglio conto dei disagi diffusi. All’inizio nessuno si fidava dei vaccini mRNA perché “licenziati” troppo presto: allora prima categoria target diventano i sanitari gli eroi della prima ondata. In questa categoria , che , diciamolo chiaro, ha fatto da cavia, peraltro grazie al cielo altrimenti magari sarebbero stati vaccinati per ultimi, si sono riscontrati due aspetti : il primo che la vaccinazione è efficace e sicura, il secondo relativo alla quota di rifiuti più o meno motivati. In seguito alla immissione sul mercato di un altro tipo di vaccino ritenuto , diciamo così, più
sicuro ( chissà perché poi) ecco i problemi amplificati dalla stampa al primo ipotetico intoppo: il dramma dei decessi da trombosi.

Lo sforzo di accertare la causalità e la assicurazione internazionale non univoca ha reso inesplicabile la sicurezza del farmaco alla popolazione. Nuovi stop e poi dispute da Mercato con riserve di denunce internazionali. Finalmente dopo un po’ di chiarezza ecco apparire la possibilità del vaccino one shoot di relativamente agevole impiego e non ancora gravato da problematiche riferite alla opinione pubblica.

A questo punto con il profilarsi dell’estate, della fine del lock down e della possibilità di vacanze e movide, i cittadini hanno giustamente reclamato di volersi vaccinare ma con quei vaccini monodose o la cui seconda dose da ripetere in tempi brevi altrimenti salta il passaporto vaccinale per l’estate, e via alle lotte tra aree geografiche su chi è più bravo e meglio organizzato e chi meno. Poi, quasi a voler equilibrare le disuguaglianze vaccinali ecco che si annuncia che anche vaccini a mRNA possono/devono essere somministrati con la seconda dose a maggiore distanza…42 giorni tra le dosi, che non sono 84 ma che comunque sono meno privilegiati di prima rispetto al noto problema. Insomma un vero bailamme. É notizia di oggi , magari smentita fra qualche ora che, per fortuna, la regione Lazio persiste nel somministrare a 21 e 28 giorni di distanza la seconda dose dei rispettivi vaccini mRNA senza cadere nella confusione dell’aumento della distanza temporale. Se tutto questo non disorienta il pubblico allora cosa?

L’Italia è un paese la cui economia è stata dirottata in gran parte verso il turismo e la “cultura” a forte valenza privatistica e a elevata necessità di socializzazione, quindi il perfetto contrario di quanto richiesto per evitare la diffusione di virus. L’indotto generato da questa area economica strategica è enorme e manifesta segni di cedimento a causa della pandemia e quindi necessita di una riapertura a rischio. Gli esperti non sono d’accordo sul futuro prospettando alcuni una nuova ondata epidemica a breve.
Esperti di diritto costituzionale confermano che la gestione della pandemia è materia dello Stato e fin qui siamo tutti d’accordo poiché è improbabile che un sindaco di Pinco Pallo in Roccia possa ordinare di chiudere le frontiere.

Certo se si pensa che dagli anni 70 molti poteri sono stati delegati alle regioni e in particolare la Sanità, depauperando anzi azzerando la organizzazione statale di prevenzione e gestione sanitaria del territorio, se pensiamo quindi come sono stati espoliati di funzioni e risorse gli organi quali la Igiene Pubblica, il network delle Condotte Mediche e tutti gli apparati della prevenzione ci chiediamo come possa essere una entità Statale a governare la Pandemia nel Paese senza governance diretta. Anche qui è inutile piangere sul latte versato o rimproverarsi di aver dato spazio alla sanità privata quando questo indirizzo, non lo dimentichiamo, era della Europa come molti altri in senso privatistico.

Certamente molti politicanti hanno potuto sguazzare in questo coacervo di ristrutturazioni sempre a fin politici se non economici, ma ora è così e tornare indietro ad un passato che sarebbe stato sufficiente rinforzare modernizzare e ampliare per renderlo mo0derno ed efficace è impossibile (ricordate le dispuute su effcienza, efficacia ecc…?.

Ma di converso dove si vuole fare “sistema nazione” siamo capaci. Esiste un progetto ambizioso e, lo diciamo con orgoglio, funzionale messo in piedi grazie alla convergenza di azioni del governo attraverso ministero degli interni, ministero della salute , regione, col supporto di agenzie di volontariato e di una compagnia di navigazione , a favore della sicurezza dei migranti che riescono ad arrivare sulle nostre coste. Si tratta di una ottima organizzazione di ricezione, quarantena, sorveglianza sanitaria e poi di distribuzione sicura sul territorio nazionale. Questa capacità di intervento dovrebbe essere dimostrata ovunque.

In questo articolo si intende rimanere alla cronaca e tacere sulle considerazioni scientifiche poiché questo virus ha dimostrato una apparente imprevedibilità per gli esperti che c’è da chiedersi se nessuno abbia mai studiato un virus a diffusione per droplets, ma almeno alcune certezze ci sono : chi ha superato la malattie e/o si è vaccinato rischia molto meno e diffonde poco o punto, e questa convinzione approvata da molti scienziati unitamente ad alcune regole comportamentali e organizzative deve permettere di riaprire alla vita.

I piani di ristoro e resilienza prevederebbero una formula di rilancio economico ma a ben vedere questo dovrebbe poggiare su un substrato produttivo solido e forte che in Italia ormai manca.

Nel disastro prevedibile a carico di aree del globo povere bisogna certamente agire ma non con proclami bensì con azioni concertate e ben organizzate per non bruciare le poche risorse ancora disponibili nei portafogli degli stati più ricchi e per non bruciare la pazienza delle persone che saranno senza meno chiamate a pagare. Siamo tutti disponibili a donare parte della nostra proprietà come anche gli organi religiosi auspicano ma vorremmo vedere una maggiore tassazione sui proventi di aziende e privati che guadagnano con le chiacchiere passate per modernità.

E’ comprensibile che una analisi apparentemente superficiale quale la presente risulti bruciante in termini politici, ma questa realtà va osservata da più punti di vista se si vuole collaborare ad uscire dai drammi attuali.

Roberto Bertucci

Infettivologo. Torino 9/5/2021

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