Contrasto ad Hiv ed epatiti: la nostra visione di un’Europa per la salute.

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L’HIV e l’epatite C restano per l’Europa una grande sfida di salute pubblica.

Sono stati fatti importanti progressi nella lotta contro l’HIV e le epatiti, in termini di conoscenza,

trattamento e strumenti. Sono stati presi, inoltre, impegni internazionali per mettere fine a queste epidemie (1) . Tuttavia, l’Unione Europea e l’Europa più in generale (2) continuano a confrontarsi con numerose sfide in termini di accesso alla prevenzione e alle cure, e al rispetto dei diritti fondamentali.

Un’epidemia di HIV altamente attiva

Nel 2017, in tutto il territorio, 160 000 persone hanno ricevuto la diagnosi di positività all’HIV, ovvero 20 abitanti su 100 000. Tra queste, più della metà (53 %) si trovava in uno stadio avanzato dell’infezione. Tra le nuove infezioni, le popolazioni vulnerabili all’epidemia – consumatori di droga (DU), uomini che fanno sesso con uomini (MSM), sex worker, persone detenute, migranti, transessuali – sono presenti in modo sproporzionato: il 30% delle nuove infezioni sono riferite a MSM e il 15% a consumatori di sostanze (3). Per raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile per la salute nella regione, è necessario ridurre queste nuove infezioni del 78% entro il 2020 (4).

L’epatite C sta scatenando il caos

In Europa, 14 milioni di persone soffrono di un’infezione cronica al virus dell’epatite C (HCV) e 112. 500 muoiono ogni anno (5) . Tra loro, i consumatori di sostanze sono particolarmente colpiti da questa infezione, che si trasmette soprattutto per contatto con il sangue. Tuttavia, esistono dei farmaci efficaci che permettono di curare il 95% delle infezioni.

Una situazione inquietante in Europa centrale e orientale

Sebbene l’80% delle nuove infezioni da HIV vengano diagnosticate in questa parte dell’Europa e la prevalenza dell’HCV raggiunga il 6%, la continuità delle cure è compromessa da interruzioni nella fornitura e da prezzi eccessivi dei farmaci, al punto di comprometterne completamente l’accessibilità.

Questa situazione, che tocca la salute individuale, la salute pubblica e l’uguaglianza dei diritti, troppo spesso si traduce nella selezione di una rosa privilegiata di pazienti a discapito delle popolazioni vulnerabili, la cui salute continua a degenerare. In particolare, si nota un aumento dei casi di tubercolosi tra le persone che vivono con l’HIV.

Le popolazioni criminalizzate e discriminate particolarmente esposte alle infezioni

Quasi la metà delle persone che hanno contratto l’HIV6 appartengono a popolazioni vulnerabili. In alcuni paesi dell’Europa centrale e orientale, le politiche repressive rivolte in particolare a queste popolazioni le costringono a una situazione di emarginazione, in cui è più frequente correre rischi. Le stesse leggi favoriscono pratiche discriminatorie nei loro confronti nel momento in cui cercano di accedere ai servizi di cura e prevenzione.

Progressi terapeutici che non sempre vanno a beneficio di chi ne ha bisogno

Gli strumenti per porre fine a queste infezioni esistono. Si tratta di unire lo screening alla prevenzione combinata: l’accesso al trattamento delle persone con HIV o HCV per impedire la diffusione delle infezioni, il preservativo, la profilassi post-esposizione (PEP) e quella pre-esposizione (PrEP) per evitare che le persone HIV negative contraggano il virus, l’avvio di strategie di riduzione del danno e dei rischi (HR).

UN’EUROPA SENZA HIV ED EPATITI NEL 2030 È POSSIBILE! NOI CI CREDIAMO, NOI LA

VOGLIAMO!

Le infezioni si diffondono e non conoscono frontiere. L’Europa lo riconosce (7) , ecco perché lo sviluppo di azioni paneuropee è indispensabile per organizzare una risposta coordinata ed efficace.

Per raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile per la salute in tutta l’Europa entro il 2030, gli

stakeholder, la società civile, gli operatori sanitari e i decisori politici devono lavorare congiuntamente.

Noi vogliamo

Noi — organizzazioni della società civile, associazioni di pazienti e persone colpite delle infezioni — vogliamo che nell’agenda politica dell’Unione europea, dei suoi stati membri e dei paesi vicini venga saldamente istituita un’Europa per la Salute:

• che rafforzi le dimensioni sociali dello sviluppo sostenibile al fine di ridurre le ineguaglianze sociali, costruire sistemi sanitari sostenibili, universali e più equi, e migliorare i risultati in termini di salute per tutti;

• che sia rispettosa dei diritti umani, che promuova l’accesso universale alla salute e rafforzi la capacità degli stati e dei cittadini di accedere alle terapie eagli strumenti di prevenzione necessari per mettere fine alle epidemie da HIV, epatiti e tubercolosi. Un’Europa che agisca contro le discriminazioni legate alle infezioni, all’orientamento sessuale, all’identità di genere e agli stili di vita;

• che sia all’avanguardia, per guidare e coordinare l’innovazione in risposta a queste epidemie sia in Europa che a livello internazionale;

• che lasci spazio al coinvolgimento degli stakeholder tramite la condivisione di pratiche ed esperienze, facilitando il loro lavoro con i cittadini per rispondere ai bisogni di questi ultimi.

Noi chiediamo

L’Unione europea e le sue istituzioni (Parlamento, Commissione e Consiglio) devono assumere un ruolo centrale all’interno della stessa Europa e con i paesi vicini. Noi chiediamo in particolare:

• di aumentare il sostegno allo sviluppo attraverso un contributo crescente al Fondo globale per

la lotta all’AIDS, tubercolosi e malaria e attraverso l’introduzione della Tassa sulle Transazioni

Finanziarie e la sua allocazione nella Salute;

• l’attuazione di una politica migratoria rispettosa delle persone, che preveda cure e attenzioni

adeguate, specialmente in tema di problematiche sanitarie;

• una politica sulle sostanze stupefacenti rispettosa della salute e dei diritti dei consumatori;

• la determinazione trasparente e corretta dei prezzi dei farmaci affinché tutti i cittadini della

Regione Europea possano accedere ai farmaci senza essere discriminati a causa della loro

situazione finanziaria o di quella del loro sistema sanitario nazionale.

1 In particolare per l’HIV (UNAIDS): 90% delle persone con l’HIV dovrebbero conoscere il proprio stato sierologico, il 90% di queste persone dovrebbero essere in trattamento e il 90% delle persone in terapia dovrebbero ottenere la soppressione della carica virale. Per l’HCV: l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha approvato la Global Health Sector Strategy (GHSS) on viral hepatitis 2016-2021. Il GHSS chiede l’eliminazione delle epatiti virali, definite come minacce per la salute pubblica, entro il 2030.

2 Secondo la definizione dell’OMS della Regione Europea.

3 Fonte: www.ecdc.europa.eu/sites/portal/files/documents/hiv-aids-surveillance-europe-2018.pdf

4 Fonte: www.ecdc.europa.eu/en/publications-data/hivaids-surveillance-europe-2018-2017-data

5 Fonte: www.euro.who.int/_data/assets/pdf_file/0009/377253/fact-sheet-hepatitis-c-eng.pdf?ua=1

6 Fonte: www.ecdc.europa.eu/en/publications-data/hivaids-surveillance-europe-2018-2017-data

7 Decisione 1082/2013/UE relativa alle minacce transfrontaliere gravi sulla salute.

www.lila.it/it

L’INTERO DOCUMENTO SU www.lila.it/images/doc/europa/VISIONforEUROPE.pdf

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