• Archivio Lavoro & Salute
  • Medicina Democratica
Log in or Register
Close
Lost your password?
Lavoro & Salute – Blog
Visita Rifondazione.it
  • Home
  • Archivio
    • Cronache Politiche
    • Cronache Sociali
    • Comitati di Lotta
    • Cronache di Lavoro
    • Cronache Sindacali
    • Movimenti di Liberazione
    • Altra Informazione
  • Sito LeS Cartaceo
  • Editoriali
  • Annali
  • Altro Blog
SFOGLIA IL GIORNALE INTERATTIVO
Chi è interessato a scrivere e distribuire la rivìsta nel suo posto di lavoro, o pubblicare una propria edizione territoriale di Lavoro e Salute, scriva a info@lavoroesalute.org Distribuito gratuitamente da 38 anni. A cura di operatori e operatrici della sanità. Finanziato dai promotori con il contributo dei lettori. Tutti i numeri in pdf www.lavoroesalute.org

  •  Seguici su Facebook Lavoro E Salute
  •  Seguimi su FacebookFranco Cilenti
Visita Medicina Democratica

LA RIVISTA NAZIONALE
MEDICINA DEMOCRATICA


Rifondazione Due per mille

Rifondazione Due per mille

Su La Testa – Argomenti per la rifondazione comunista

Su La Testa - Argomenti per la rifondazione comunista

Su La Testa - Argomenti per la rifondazione comunista

Sinistra Europea

Visita Sinistra Europea
Free Palestine
  • Intifada
  • OLP
  • Free Palestine FB Page

Blog Lavoro e Salute – Categorie

  • Ambiente e salute (2.119)
  • Blog (11.287)
    • Altra Informazione (9.566)
    • Comitati di Lotta (8.846)
    • Cronache di Lavoro (8.354)
    • Cronache Politiche (9.669)
    • Cronache Sindacali (7.672)
    • Cronache Sinistra Europea (7.905)
    • Cronache Sociali (9.540)
    • Culture (6.780)
    • Editoria Libera (5.193)
    • Movimenti di Liberazione (815)
    • Politiche di Rifondazione (9.012)
    • Storia e Lotte (5.905)
  • cronache sindacali (50)
  • Internazionale (1.576)
  • lavoratrici (31)
  • OSS sanità (11)
  • sanità e salute (4.922)
  • servizio sanitario privato (55)
  • sicurezza lavoro (1.579)
  • Uncategorized (96)

Archivio Settimanale

  • Giugno 27, 2022–Luglio 3, 2022
  • Giugno 20, 2022–Giugno 26, 2022
  • Giugno 13, 2022–Giugno 19, 2022
  • Giugno 6, 2022–Giugno 12, 2022
  • Maggio 30, 2022–Giugno 5, 2022
  • Maggio 23, 2022–Maggio 29, 2022
  • Maggio 16, 2022–Maggio 22, 2022
  • Maggio 9, 2022–Maggio 15, 2022
  • Maggio 2, 2022–Maggio 8, 2022
  • Aprile 25, 2022–Maggio 1, 2022
  • Aprile 18, 2022–Aprile 24, 2022
  • Aprile 11, 2022–Aprile 17, 2022
  • Aprile 4, 2022–Aprile 10, 2022
  • Marzo 28, 2022–Aprile 3, 2022
  • Marzo 21, 2022–Marzo 27, 2022

Archivio Mensile

  • Giugno 2022 (144)
  • Maggio 2022 (156)
  • Aprile 2022 (148)
  • Marzo 2022 (204)
  • Febbraio 2022 (178)
  • Gennaio 2022 (202)
  • Dicembre 2021 (210)
  • Novembre 2021 (181)
  • Ottobre 2021 (152)
  • Settembre 2021 (144)
  • Agosto 2021 (68)
  • Luglio 2021 (180)
  • Giugno 2021 (167)
  • Maggio 2021 (192)
  • Aprile 2021 (219)
  • Marzo 2021 (200)
  • Febbraio 2021 (174)
  • Gennaio 2021 (203)
  • Dicembre 2020 (211)
  • Novembre 2020 (205)
  • Ottobre 2020 (192)
  • Settembre 2020 (149)
  • Agosto 2020 (124)
  • Luglio 2020 (184)
  • Giugno 2020 (123)
  • Maggio 2020 (135)
  • Aprile 2020 (166)
  • Marzo 2020 (221)
  • Febbraio 2020 (161)
  • Gennaio 2020 (148)
  • Dicembre 2019 (143)
  • Novembre 2019 (127)
  • Ottobre 2019 (113)
  • Settembre 2019 (114)
  • Agosto 2019 (83)
  • Luglio 2019 (116)
  • Giugno 2019 (103)
  • Maggio 2019 (120)
  • Aprile 2019 (107)
  • Marzo 2019 (114)
  • Febbraio 2019 (111)
  • Gennaio 2019 (106)
  • Dicembre 2018 (117)
  • Novembre 2018 (100)
  • Ottobre 2018 (112)
  • Settembre 2018 (99)
  • Agosto 2018 (91)
  • Luglio 2018 (104)
  • Giugno 2018 (102)
  • Maggio 2018 (103)
  • Aprile 2018 (96)
  • Marzo 2018 (108)
  • Febbraio 2018 (98)
  • Gennaio 2018 (86)
  • Dicembre 2017 (81)
  • Novembre 2017 (100)
  • Ottobre 2017 (98)
  • Settembre 2017 (73)
  • Agosto 2017 (50)
  • Luglio 2017 (115)
  • Giugno 2017 (100)
  • Maggio 2017 (94)
  • Aprile 2017 (108)
  • Marzo 2017 (112)
  • Febbraio 2017 (139)
  • Gennaio 2017 (126)
  • Dicembre 2016 (109)
  • Novembre 2016 (94)
  • Ottobre 2016 (97)
  • Settembre 2016 (66)
  • Agosto 2016 (37)
  • Luglio 2016 (82)
  • Giugno 2016 (76)
  • Maggio 2016 (65)
  • Aprile 2016 (78)
  • Marzo 2016 (67)
  • Febbraio 2016 (71)
  • Gennaio 2016 (71)
  • Dicembre 2015 (87)
  • Novembre 2015 (90)
  • Ottobre 2015 (91)
  • Settembre 2015 (64)
  • Agosto 2015 (28)
  • Luglio 2015 (71)
  • Giugno 2015 (69)
  • Maggio 2015 (77)
  • Aprile 2015 (87)
  • Marzo 2015 (96)
  • Febbraio 2015 (105)
  • Gennaio 2015 (107)
  • Dicembre 2014 (101)
  • Novembre 2014 (89)
  • Ottobre 2014 (120)
  • Settembre 2014 (34)
  • Agosto 2014 (18)
  • Luglio 2014 (33)
  • Giugno 2014 (33)
  • Maggio 2014 (29)
  • Aprile 2014 (27)
  • Marzo 2014 (65)
  • Febbraio 2014 (22)
  • Ottobre 2013 (11)

Commenti di Mauro Biani

    Visitatori Blog da Ottobre 2016

    • 98Questo articolo:
    • 2422261Totale letture:
    • 996424Totale visitatori:
    • 380Ieri:
    • 14676Visitatori per mese in corso:
    • 3Utenti attualmente in linea:
    Altra Informazione, Blog, Comitati di Lotta, Cronache di Lavoro, Cronache Politiche, Cronache Sindacali, Cronache Sociali, Politiche di Rifondazione — Dicembre 27, 2016 7:24 am

    Referendum tra i metalmeccanici, la grande prova di burocrazia. Ma il No si afferma nelle grandi fabbriche. Si tratta dunque di un pessimo accordo che consegna ai lavoratori un incremento salariale ridicolo e indefinito, che aderisce pienamente alwelfare contrattuale dei premi in natura e ticket, e che lascia campo libero alle imprese per sfruttare come meglio credono la forza lavoro

    Contratto metalmeccanici, la sconfitta delle tute blu

    Pubblicato da franco.cilenti

    180236-420x236

    Stavolta il No non ha vinto: il contratto dei metalmeccanici è stato approvato dall’80% dei lavoratori che hanno preso parte, tra il 19 e il 21 dicembre, alla consultazione organizzata da Fim, Fiom e Uilm, tutti e tre schierati a difesa di un accordo, siglato il 26 novembre, che, invece, per l’opposizione interna alla Cgil e per il sindacalismo conflittuale rappresenta una sconfitta secca, brutale, che va ad aggiungersi al catalogo cospicuo degli ultimi tre decenni. Questo contratto, come spiegheremo più avanti, è una torsione gravissima dei rapporti di forza nei luoghi di lavoro, è un taglio al salario e ai diritti e avrà delle conseguenze durature sul morale della classe operaia.

    La commissione elettorale nazionale Fim Fiom Uilm dice che sono state 5.986 le aziende interessate per un totale di 678.328 dipendenti. Hanno votato350.749 (pari al 63,27% dei presenti nei giorni di votazione); di questi 276.627 (80,11%) hanno votato sì e 68.695 (19,89%) hanno votato no. Le schede bianche sono state 3.836 e le nulle 1.591.

    Forse sarebbe più giusto dire che con queste cifre le burocrazie sindacali ammettono che almeno a una tuta blu su cinque questo contratto è sembrato un bidone. Molti lavoratori non hanno nemmeno potuto partecipare alle assemblee per un confronto tra le posizioni che le burocrazie sindacali evitano da sempre come la peste.

     

    «Non potrebbe essere altrimenti, con una consultazione fatta in fretta a ridosso di Natale – spiega Eliana Como, coordinatrice nazionale dell’area Il Sindacato è un’altra cosa, l’opposizione di sinistra nella Cgil – con tante fabbriche già chiuse, in cassa o in CDS come la Piaggio. In tanti posti di lavoro le assemblee non si sono nemmeno fatte. E dove ci sono state, la posizione del NO non ha avuto alcuna agibilità, né nelle assemblee né nelle commissioni elettorali, per uno strano principio democratico per cui si può votare SI o NO, ma nelle fabbriche possono parlare solamente le ragioni del SI. Principio altre volte duramente contestato dalla FIOM e invece oggi rivendicato a gran voce». Sembra un secolo dai tempi della consultazione della CGIL sul testo unico del 10 gennaio, quando la FIOM pretendeva che nelle assemblee e nelle commissioni elettorali fossero rappresentate anche le ragioni del NO. Invece era il 2014.

    «I numeri resi pubblici non rappresentano in alcun modo la realtà del voto operaio in una consultazione che niente ha avuto di democratico e trasparente – accusa anche Usb – la presunta consultazione certificata non ha reso disponibili i dati disaggregati azienda per azienda, unica possibilità di verificare la correttezza dei dati generali resi pubblici». Usb sottolinea che «non è stato garantito, quantomeno al milione di metalmeccanici presenti in aziende con più di 40 dipendenti, il diritto di assemblea e di avere consultazioni regolari e verificabili». Questo potrebbe spiegare l’impennata dell’astensionismo rispetto alle precedenti consultazioni e suona grottesco, in un simile contesto, sentire il leader Fiom, Landini parlare di «grande prova di democrazia e di ascolto di tutte le lavoratrici e di tutti i lavoratori metalmeccanici».

    15645415_1282251245129966_645640997_n

    «Nessuno di noi ha mai pensato che nella consultazione potesse prevalere il NO e l’ipotesi di accordo essere bocciata. L’accordo è stato approvato. Ne prendiamo atto», commenta il sito della minoranza Cgil che, fin dalla delegazione trattante, il giorno prima che si arrivasse alla firma ha sostenuto il No sfidando gli “avvertimenti”, le “ammonizioni”, le circolari, organizzando in tempi brevissimi l’assemblea di Firenze del 6 dicembre. «Abbiamo informato e spiegato le nostre ragioni nei posti di lavoro dove ci siamo, nei direttivi territoriali (nonostante il divieto di presentare ordini del giorno), ai cancelli delle grandi fabbriche. In una sorta di delirio centralizzatore, alcuni funzionari sono arrivati al punto di intimare ai delegati il divieto, inesistente nello statuto Cgil, persino di volantinare ai cancelli».

    Ha prevalso, dunque, un contratto applaudito da Federmeccanica e elogiato dal sole24ore, da Ichino e da Tiraboschi, «ma piaccia o meno anche votato dalla maggioranza dei lavoratori», ammette Eliana Como.

    A guardarlo più da vicino [leggi la scheda in calce] il risultato referendario riserva dei dati interessanti sulla capacità di resistenza delle lavoratrici e dei lavoratori specialmente nelle grandi fabbriche. In tanti non ne possono più di accordi a perdere, che non pagano soldi né tutelano diritti. «Molte grandi aziende e gruppi nazionali, il nerbo del sindacato, hanno sonoramente bocciato l’accordo – segnala l’Usb – un dato politico incontrovertibile che non può essere cancellato dalla sommatoria dei si raffazzonati in una miriade di piccole aziende a cui è stata presentato il “magnifico” accordo senza alternative, né contraddittorio».

    Il No ha vinto alla tenaris Dalmine, la seconda fabbrica di Bergamo dove non è mai stato bocciato un contratto nazionale, ma anche alla ST Microelectronic, AST, Electrolux, Fincantieri, ILVA di Genova, Same, GKN, Marcegaglia di Forlì, Danieli di Udine, Piaggio di Pontedera, Continental, ex Avio di Pomigliano, Jabil di Caserta, Motovario di Modena, Ansaldo, Sirti. Forte l’affermazione dell’opposizione in alcuni territori: Trieste, Bergamo, Napoli, Genova, Modena, Parma.

    Il No ha riscontrato un consenso che va molto oltre il radicamento del sindacalismo conflittuale in questi anni, così come era già stato per l’integrativo di Fincantieri questa estate. Il dato politico è che ovunque siano stati presenti le ragioni del dissenso, il NO ha prevalso o comunque il SI ha vinto di misura.

    E’ la fine dell’”anomalia” FIOM, che fa seguito al flop della Coalizione sociale, alla quale resterà ora questa pesante eredità da gestire. Perchè le grandi fabbriche sono anche quelle più combattive, su cui un sindacato può contare quando decide di mobilitarsi.

    Dal punto di vista della minoranza, l’esito del referendum conferma che lo spazio di opposizione all’interno della CGIL c’è.

    Ma perché questo contratto è una sconfitta? Se anche l’inflazione fosse quella oggi prevista, gli aumenti salariali sarebbero soltanto di 51 euro in 4 anni. Quello che si ottiene, se fosse confermata l’inflazione nel 2016 a 0,5%, sono meno di 8 euro al 3° livello che si vedranno in busta paga soltanto a partire da giugno del 2017. Alla cifra di 92 euro, sbandierata nei comunicati di FIM FIOM e UILM, si arriva sommando ai 51 euro stimati di aumento vero e proprio voci che sono di altra natura, legate al welfare aziendale: un salto all’indietro al XIX secolo, quando i lavoratori non erano nemmeno liberi di spendere i propri salari, ma erano obbligati a rifornirsi nei cosiddetti “spacci aziendali”, ora modernamente sostituiti da fondi integrativi gestiti dagli stessi sindacati confederali o dalle grandi catene di commercio on-line. Persino l’una tantum a copertura della vacanza contrattuale di ben 17 mesi è di soli 80 euro, un’elemosina di 4.7 euro al mese!

    E, per la prima volta in assoluto, questo contratto prevede la non sovrapponibilità dei due livelli salariali, nazionale e aziendale. A partire dal 1°gennaio 2017 gli incrementi salariali del contratto nazionale andranno ad assorbire gli eventuali aumenti ottenuti a livello individuale o aziendale. In questo modo anche le aziende dove con la lotta sono stati strappati contratti integrativi migliorativi vedranno con il tempo un livellamento verso il basso del salario. A tutto questo si aggiunge un peggioramento per quanto riguarda la normativa sui permessi retribuiti, ora da richiedere con largo anticipo, e sui trasferimenti obbligatori. Inoltre vi è e il pieno recepimento di quanto previsto dal Jobs Act e del Testo Unico del 10 gennaio 2014 che prevede la possibilità delle deroghe peggiorative.

    Si tratta dunque di un pessimo accordo che consegna ai lavoratori un incremento salariale ridicolo e indefinito, che aderisce pienamente alwelfare contrattuale dei premi in natura e ticket, e che lascia campo libero alle imprese per sfruttare come meglio credono la forza lavoro ma la cosa forse più significativa è che a tutto questo si è arrivati senza che durante la trattativa il lavoratori e le lavoratrici siano stati chiamati da Fim-Fiom-Uilm ad una significativa mobilitazione: dove e quando ci sono stati, gli scioperi sono stati poco più che simbolici. E i metalmeccanici sanno benissimo che senza la lotta ai padroni non si è mai strappato nulla!». Sarà pure il contratto «più difficile», come ammette lo stesso Landini, ma è anche il peggiore da mezzo secolo in qua.

    Ecco nel dettaglio alcuni risultati comunicati direttamente dai lavoratori al termine della consultazione: alla Danieli & C. di Udine il NO ha preso l’85% (188 votanti). CFT di Parma, 68 NO su 127 votanti.SIAC di Pontirolo (BG) 94 NO e 77 SI. Fincantieri Palermo: aventi diritto 454; votanti 370; SI 198; NO 170. All’Alenia di Pomigliano D’Arco (NA): aventi diritto 2740, votanti 1434, NO 598 (42%), SI 827.

    Il numero più alto di no è stato registrato alla Same di Bergamo: 765, il 90% Accordo bocciato anche alla SKF di Cassino, 172 votanti (aventi diritto 304): NO 94, SI 76. Alla Fincantieri di Ancona vince il no con il 56,5% di preferenze. Ilva di Genova: Sì 123 (14,4%); No 732 (85,6%). Ansaldo Energia: Sì 677 (48,0%); No 733 (52,0%), Fincantieri – Sestri Ponente: Sì 52 (11,4%); No 406 (88,6%). Il No è all’80% alle Riparazioni navali e al 62% all’Ansaldo Sts. Softeco Sismat – Genova: Sì 16 (18,8%); No 69 (81,2%). Ultraflex – Casella (Ge): Sì 2 (7,4%); No 25 (92,6%).

    In Brembo, a Bergamo il no è al 33% (1729 votanti). Meglio nello stabilimento di Curno col no al 42%, dove c’è il montaggio e il cuore della fabbrica, e a Stezzano 44% (impiegati), non così bene nelle fonderie dove non ci sono più esponenti della minoranza conflittuale della Cgil. Necta, fra le prime quattro a Bergano dopo Brembo Dalmine e Same, che però è un feudo FIM su 680 votanti: SI 406 (59,7%), NO 263 (38,7%). A Treviglio il no è all’87%. CSO Scandicci. 171 dipendenti: 128 votanti, 119 “NO”, 9 “SI”. Fincantieri Trieste: vince il no 125 a 94. Alla Piaggio (erano in cds, sono andati da casa a votare), votanti  293; NO 60,1%, SÌ 39,9% Alla Dema (indotto auronautico Alenia, Bombardier, ecc) di Somma Vesuviana, Napoli  hanno votato in 206 su 426 aventi diritto: 71 SI, 133 NO (65,1%). ST Microelectronics Agrate 800 Si 768  NO.

    Fincantieri Marghera, 652 votanti, 255 si, 389 no. Fincantieri Riva Trigoso si 21% no 79% (341). Gkn 336 no. (91,8%). STM Catania: su1152 votanti, SI 362  (31.4%), NO 786 (68.6 %). Ast di Terni,Thissenkrupp, 619 No, 502 Si, 1127 votanti. Abb Vittuone 215  no e 137 si. Alla Jabil Circuit di Marcianise, Caserta: 506 aventi diritto, 376 votanti 125 SI, 250 NO (66,6%).

    23/12/2016 http://popoffquotidiano.it

    Tags: 35 ore Altra Europa per Tsipras Altra Informazione Ambiente e salute Ampi antifascismo Antonello Patta attac italia bambini poveri beni comuni Beppe Grillo braccianti migranti Brigate di solidarietà capitalismo caporalato e migranti caporalato in Puglia Casa delle Donne cgil cisl Civati civiltà cobas Comitati di Lotta comitati unitari di base contratti e diritti contratto pubblico contratto sanità Corte Costituzionale costituzione e lavoro crisi e equitalia crisi e ludopatia crisi e povertà educativa crisi e religione crisi e salute crisi e suicidi crisi economica crisi sociale crisi sociale e disabili Cronache di Lavoro Cronache Politiche Cronache Sindacali Cronache Sinistra Europea Cronache Sociali Culture democrazia Determinanti sociali e diseguaglianze Dino Greco Dire fare Rifondazione diritti del lavoro diritti migranti diritti sindacali diritti sociali disabilità e diritti sindacali disinformazione disoccupazione e giovani disuguaglianze donne e diritti del lavoro droghe e disoccupazione editoria libera Eleonora Artesio eleonora forenza emarginazione e crisi emergenza povertà emigrazione emigrazione e povertà emigrazione italiana equitalia Europa e migranti evasione fiscale Ezio Locatelli Fassina Fausto Bertinotti Federico Giusti femminismo Fiom flessibilità disoccupazione Fulvio Aurora Gentiloni Gino Rubini Giorgio Cremaschi giornalismo indipendente Giovani Comuniste/i giovani disoccupati giovani disoccupazione studenti in lotta Giovani e crisi giovani e disoccupazione Giovanni Russo Spena governo igiene e sicurezza sul lavoro immigrate immigrazione. migranti italiani informazione stampata informazione televisiva infortuni sul lavoro jobs act lager migranti lavoratrici lavori usuranti lavoro agile lavoro e stress correlato lavoro gratuito lavoro nero lavoro precario legge 626 libertà Lorenzin lotta partigiana lotte sociali ludopatia malattie professionali e sindacato Marco Bersani Marco Revelli Marco Spezia Mario Capanna Mattarella Maurizio Acerbo Maurizio Landini mediterraneo e migrazioni Migranti bambini migranti migranti e guerre migranti e salute morti sul lavoro. omicidi sul lavoro movimenti di liberazione Movimento 5 stelle multinazionali napolitano ONG e migranti operai e crisi orario di lavoro OSS sanità osservatorio della repressione Partito della sinistra europea patologie professionali e diritti sindacali Poletti politica antagonista Politica Paolo Ferrero Politiche di Rifondazione Povertà e salute povertà in Italia PRC PRC Torino precarietà prevenzione prostituzione e migrazioni pubblica amministrazione Ramon Mantovani Rappresentante sindacali unitarie Rappresentanti dei Lavoratori per la sicurezza Renzi repressione emigrazione riduzione orario di lavoro rifondazione comunista rifondazione Comunista Rosarno e migranti Rifondazione Comunista Torino rls Roberta Fantozzi Rosa Rinaldi Rosarno e migranti RSU salute migranti Sandro Medici sanità e salute Sbilanciamoci schiavitù lavoro schiavitù migrante Sergio Bellavita servizio sanitario privato sfratti e povertà sfruttamento e morte migranti sfruttamento migranti sicurezza sul lavoro sindacati e sicurezza lavoro Sindacato Cgil sindacato CUB sindacato generale di base sindacato RDB sinistra europea SLC Cgil stampa di potere statuto dei lavoratori Storia e Lotte storie e lotte strage migranti studenti migranti suicidi disoccupati suicidi operai suicidi sul lavoro suicidio operai tagli economici traffico di minori migranti Tsipras tutele sociali Uil unione sindacale di base USB violenza caporalato povertà e crisi crisi e povertà educativa welfare
    • Condividi questo post:
    • Facebook
    • Twitter
    • Delicious
    • Digg
    Autore: franco.cilenti
    © Copyright 2022 — Lavoro & Salute – Blog. All Rights Reserved - Created by Pep Web - Privacy Policy
    blog-lavoroesalute.org è un blog collettivo di giornalisti e di autori e non una testata giornalistica. Il suo aggiornamento è infatti senza periodicità. blog-lavoroesalute.org non è quindi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001. I contenuti e le opinioni di blog-lavoroesalute.org devono per questo motivo essere considerati espressione esclusiva di chi ne è autore e, in ogni senso, sotto la sua individuale e personale responsabilità. I contributi multimediali utilizzati da blog-lavoroesalute.org- testi, foto, video, audio e grafiche - se non di produzione o di proprietà dei giornalisti e degli autori o concessi esplicitamente da autori terzi o dalle persone ritratte, sono di pubblico dominio perché, ove possibile, offerti dalla rete e trattati, in relazione alle loro opzioni di riproduzione o elaborazione, come contenuti di blog-lavoroesalute.org, nel rispetto dei 6 livelli di tutela dell’autorialità previsti dalla versione inglese e dalle bozze italiane del CCPL 4.0 per la gestione della pubblicazione e della elaborazione di Creative Commons. Se gli autori o i soggetti ritratti o riprodotti fossero contrari, nella forma utilizzata o in assoluto, alla pubblicazione su blog-lavoroesalute.org di contenuti che li riguardano, hanno facoltà di inviare una segnalazione a blog-lavoroesalute.org per la loro correzione, in ogni modo indicato, o per la loro rimozione, con il diritto di stabilire la rilevanza della eventuale rettifica, compreso anche quanto pubblicato sui social-network. Ogni contribuzione volontaria o entrata pubblicitaria ricevuta da blog-lavoroesalute.org è esclusivamente funzionale al suo mantenimento.
    Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy. Cliccando sul tasto o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all’uso dei cookie.
    Accetto
    Privacy & Cookies Policy

    Privacy Overview

    This website uses cookies to improve your experience while you navigate through the website. Out of these, the cookies that are categorized as necessary are stored on your browser as they are essential for the working of basic functionalities of the website. We also use third-party cookies that help us analyze and understand how you use this website. These cookies will be stored in your browser only with your consent. You also have the option to opt-out of these cookies. But opting out of some of these cookies may affect your browsing experience.
    Necessary
    Sempre abilitato
    Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. This category only includes cookies that ensures basic functionalities and security features of the website. These cookies do not store any personal information.
    Non-necessary
    Any cookies that may not be particularly necessary for the website to function and is used specifically to collect user personal data via analytics, ads, other embedded contents are termed as non-necessary cookies. It is mandatory to procure user consent prior to running these cookies on your website.
    ACCETTA E SALVA