Cosa è cambiato con Tap

Il libro è disponibile sui banchetti informativi del movimento No Tap, altre informazioni:fiorentino.serena81@gmail.com

Noi, materiale umano ingombrante!

Se è cambiata la mia vita con l’arrivo di Tap, mi chiedi? Accidenti se è cambiata (anche se, nella risposta di getto, non sono sicura di aver usato proprio l’esclamazione “Accidenti”…). Quando Tap ha posato i suoi artigli su questo lembo di terra, la prima cosa alla quale ho pensato è che fosse follia anche solo pensare di distruggere un territorio che esprime così tanta bellezza. Un territorio che, grazie all’incanto che racchiude, mi ha convinto a lasciarmi la vecchia vita alle spalle e a trasferirmi proprio qui: tra mare e campagna, tra ulivi e prati fioriti, tra macchia mediterranea e basse scogliere. Qui, tra pittule e polpo in pignatta. Una nuova vita che ho scelto, che amo e che sono determinata a difendere da Tap e tutti i suoi sgherri. Questa mia nuova vita è intessuta di cambiamenti, di rapporti interpersonali vivaci, di condivisione di valori profondi accanto a uomini e donne impegnati affinché il futuro delle nuove generazioni sia “altro” da quello proposto da coloro che pensano all’ambiente solo in termini di dominio. Da coloro che avvelenano aria, terra e acqua, sfruttano risorse che non sono inesauribili e che danneggiano sistematicamente l’ambiente.

È in questo contesto che si inserisce il progetto Tap, proponendo – ancora una volta – un sistema di sviluppo che punta esclusivamente alla quantità di profitto prodotto. Ma è – ancora una volta – una scelta miope, superata ormai dal loro stesso modello. Invertire la rotta non è una scelta etica, un’opzione o un buon proposito per il futuro: è una direzione obbligata, una scelta urgentee una necessità improcrastinabile per la sopravvivenza.

Impedire il compimento di un’opera come Tap è l’atto naturale che spinge chiunque abbia deciso di non delegare a faccendieri, politicanti e speculatori, la realizzazione del proprio futuro. Per questo è cambiata la mia vita, perché ho acquisito consapevolezza e sento la necessità di cambiare, non Tap, non l’approdo su questo territorio, ma il sistema che questo genere di Grandi Opere sottintende e riproduce, la violenza che esprime, i rapporti di forza che mette in campo non solo chi crede di poterlo attuare, ma soprattutto chi ha pensato, progettato e deciso un tale abominio.

La mia vita è cambiata perché, accanto agli uomini e alle donne che non vogliono più accettare passivamente i diktat di un’economia cannibale, sono diventata materiale ingombrante. Materiale umano ingombrante che con la forza dell’autorità costituita, no – dell’autoritarismo – che rappresenta questa società corrotta, stanno provando a rimuovere. Una rimozione a suon di manganellate, di denunce, di fogli di via, di repressione tanto odiosa quanto inutile, dato che trova una risposta puntuale e ragionata di chi sa di essere nel pieno diritto di poter manifestare il proprio dissenso. Ogni tanto inciampano in questo Materiale Umano e questo li rallenta, li innervosisce, li preoccupa. Questa “invasione” del loro campo d’azione è sostanza da smaltire per il loro modello di società ma il sapere espresso dalle nostre mani, dai nostri sorrisi e delle nostre idee li disorienta: non è materia che abbiano mai praticato, non la sanno gestire.

Il cambiamento delle vite di ognuno di noi reca il segno di una nuova identità, di una maggiore consapevolezza acquisita attraverso un percorso intessuto di impegno, di passione, di sconfitte e piccole, grandi, conquiste. Pensavano di infliggerci un periodo di merda, non sapevano che l’avremmo usata per concimare il nostro futuro… Guardare lontano, ad un futuro di concretezza ed idealità, e agire nella quotidianità: questo è il cambiamento!

[Michela]

————————

Mille fili colorati

Non ci arrivo fin lì… La torta gelato, vellutata, fresca, perfetta, per l’Amico da festeggiare… la fa Silvano. L’alloggio per gli attivisti d’Oltralpe è assicurato da Serena (insieme ad un sorriso di caldo benvenuto). La lunga trasferta per valli sorelle, a segnare la presenza del medesimo progetto sul mondo, la intraprendono cinque visi oramai famigliari.

Gli ultimi studi, dettagli tecnici e legali, sono socializzati e a tutti resi accessibili dalle competenze di esperti indipendenti. Il nuovo striscione per le Mamme No Tap, grazie a mani e nomi di altre donne – instancabili – di altre terre resistenti è lì, colorato, a capo di un corteo molti Km più a Sud. Nato dall’incrocio di mille fili.

Dall’incrocio di mille fili colorati, diversi uno dall’altro, nasce la Nostra Lotta. Trasversale. Popolare. Autentica.  Il ricamo nasce piano dal basso, da arte manuale, antica, non industriale. E così il tessuto è grezzo, “imperfetto”; la grana ruvida graffia leggera sotto le dita; legando insieme diversi pensieri; affascinante sintesi di discordanze; tenuta faticosa e stimolante di logiche incongruenze. Perché la lotta è meravigliosamente inconciliabile! Irriducibili le differenze. Impossibili strette analogie.

Perché la lotta è palestra di democrazia. Perché la lotta è conflitto costruttivo. Perché è anche incontro sofferto di intemperanze. Perché “unovaleuno”. Perchénon necessitiamo di condottieri o deleghe. Ma di “tanta confusione sotto al cielo”. «Non ho ben valutato la situazione…»; ma dagli interventi discordanti in assemblea trovo spunti non considerati. Cambialamiatesta. Accogliendo. Nel tempo. Perché ne viviamo le ragioni nel concreto, nel quotidiano, “sul campo” – non tramite la realtà narcotizzante di certa carta che ha tradito la sua stessa missione – fra nuove speranze e disillusioni, timori e sconcerto, rabbia, polvere negli occhi e fra i capelli, zanzare da scacciare, rifiuti da raccattare, brace da ravvivare.

Mentre un’altra colletta solidale abbraccia il grido confidente di altre donne e uomini impegnati a riempire di produzione reale e naturale gli interstizi lasciati per troppo tempo all’invasore (anche nostrano).

Mentre nascono nuove vite; altre rimangono comunque fra noi; altre ancora giungono alle porte della nostra terra, Porta da secoli (ma ditelo agli insipienti e ai privi di cuore!), in fuga dai medesimi nostri incubi.

Mentre un piccolo disubbidiente ulivo viene piantato, forza irriducibile che non si piega né rinnega dignità e cultura. Mentre un Fiore nostrano scrive l’ultimo comunicato (sperando non tocchi troppo le corde del cuore, facendoci nascondere imbarazzati gli occhi); mentre Giusy impreca sull’ultima dichiarazione dei signori “ai piani alti”; mentre i bambini disegnano, sgranano gli occhi ponendoci domande ineludibili, e c’insegnano (in primis l’umiltà). Mentre Romina svela sulla tavolata l’ultima torta (cocco-cioccolato) con su scritto #notap. Mentre sfilan le magliette, si dona un volantino, si accetta grati la curiosità ed il sostegno di altri cittadini nelle piazze suggestive di cento paesini, spesso a noi sconosciuti.

Mentre il pallone rotola sul piano verde al grido #notap; gli attivisti corrono fregando il tempo; Consuelo scopre in sé nuove doti; mentre una lacrima s’arresta davanti all’ottimismo di un compagno… e s’incassa l’ultimo rimbrotto da un altro.

Mentre comprendiamo che NON SIAMO SOLI. E non si lascia indietro nessuno. E quindi si grida più forte. Perché la vostra competizione è la fonte di ogni aberrazione. Illogica-astorica-usurpatrice-falsa, è smentita fattualmente dalla nostra Consapevolezza e dal nostro Fare. Sia pure in itinere. Puntato deciso sino alla Nostra nuova alba.

[Adriana]

————————

Un piccolo contributo

Da un anno a questa parte le nostre vite sono cambiate, niente è più come prima. Siamo un gruppo di amici legati dalla passione per la pallavolo. Da tanti anni ormai ci ritroviamo a giocare partite e piccoli tornei organizzati da noi stessi. Ma ora tutto è cambiato. Non riusciamo più a giocare una partita senza pensare a quello che sta succedendo in quella maledetta campagna, quello che sta succedendo al nostro territorio. Ed è stato così che, organizzando un torneo, abbiamo deciso di dargli il nome di “Torneo No Tap”.

Tra un punto e un altro, in questo piccolo torneo non siamo riusciti a ignorare Tap e la sua devastazione, a far finta di non pensare a tutto quello che giorno per giorno subiamo sulla nostra pelle. Ed è proprio questo sentimento, di amore per la nostra terra e di solidarietà con ogni anima che lotta, che ci ha spinti, a fine torneo, a donare spontaneamente il premio vinto, un piccolo contributo per la cassa di resistenza del movimento. Un piccolo gesto che speriamo sia da esempio a molti altri, per il nostro futuro e quello dei nostri figli.

[Gruppo amatori pallavolo Melendugno]

28/10/2018 https://comune-info.net

0 commenti

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Sentitevi liberi di contribuire!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *