Covid, guerra e disuguaglianze, Occidente mangia Africa

«In Italia e in Europa ci stiamo preoccupando giustamente, in questi giorni, di come e quando verranno spesi i fondi del Pnrr. Ma in una gran parte del mondo, come in Africa, c’è chi non ha la fortuna di ricevere un aiuto di tale portata». Marco Impagliazzo su Avvenire documenta e denuncia l’esplodere delle diseguaglianze tra i (sempre più) ricchi e i (sempre più) poveri, in quel continente già segnato da condizioni di vita spesso precarie.

C’è un proverbio africano che recita: «Quando gli elefanti si combattono, è l’erba che soffre».

Dal Covid alle guerre, tra Nord e Sud del mondo

«La grave crisi economica scatenata prima dalla pandemia, poi dalla guerra in Ucraina. Sono stati questi due eventi a peggiorare rapidamente le condizioni di vita di tutti, ma hanno anche fatto crescere con una rapidità incredibile le disuguaglianze tra i (sempre più) ricchi e i (sempre più) poveri». Marco Impagliazzo, docente di storia contemporanea a Roma Tre non fa sconti sulle differenze: «reddito e ricchezza, lavoro e classi, genere e origine etnica, istruzione e condizioni sociali, capacità e comportamenti individuali». Tutti in tutto il mondo, ma soprattutto in Africa.

Covid, guerra e disuguaglianze, tre dei quattro ‘Cavallieri dell’Apocalisse’. Aggiungiamo il capitalismo colonialista occidentale e siamo a quattro.

Pandemia

La pandemia sembra aver cancellato molti dei benefici ottenuti dai Paesi in via di sviluppo nell’ultimo quarto di secolo mentre – secondo il World Inequality Report – ha di sicuro portato all’incremento «più rapido mai registrato della quota di ricchezza dei miliardari mondiali». L’inganno d’inizio. A fine aprile 2020, i Paesi a basso e medio reddito (l’84% della popolazione mondiale) avevano registrato solo il 14% delle morti da Covid-19. Invece nella fase successiva della pandemia il Coronavirus è penetrato, lento ma uniforme, in tutto il Sud dell’Asia, in America Latina e quindi in Africa.

Tra virus e fame

In tanti Paesi in via di sviluppo ampi segmenti della popolazione guadagnano ogni giorno a stento quel che serve per nutrire sé e la propria famiglia. Per i governi il dilemma: se avessero bloccato l’economia la gente avrebbe fatto la fame, se l’avessero tenuta aperta il virus si sarebbe diffuso. «Per quanto sia stata intesa a salvare vite, la chiusura di quasi tutte le attività ha portato al collasso economico, che a sua volta ha paradossalmente esacerbato i problemi sanitari, la fame e la depressione».

A catena, la crisi del debito

Dopo la paralisi, l’inevitabile crisi del debito. Nei Paesi ricchi i danni sono stati mitigati dalla massiccia spesa statale. Ma per i Paesi poveri, già gravemente indebitati, è stata catastrofe: «nei primi mesi della pandemia sono fuggiti dai mercati emergenti oltre cento miliardi di dollari». Per tenere a galla la loro economia queste nazioni si sono indebitate in dollari con alti tassi di interesse, che dovranno ripagare con valute che sono in rapido deprezzamento. Il lavoro di decenni è stato disfatto in pochi mesi

Numerosi studi valutano che tra i 70 e i 430 milioni di persone ripiomberanno nella povertà estrema nei prossimi anni. E quindi la disuguaglianza più essenziale, quella tra i più ricchi e i più poveri del pianeta, è tornata a crescere a un ritmo sostenuto.

La guerra

Le conseguenze del conflitto ucraino, particolarmente in Africa, sono devastanti. La guerra causa l’aumento dei prezzi dell’energia e dei beni di prima necessità, a partire dal cibo. Vista dall’Africa la guerra in Ucraina è una doppia sciagura e un peso spesso insopportabile, come per i Paesi già colpiti da siccità o crisi interne. C’è un proverbio africano che recita: «Quando gli elefanti si combattono, è l’erba che soffre».

La guerra del clima

Gli africani sanno che se gli accordi di Parigi sul riscaldamento globale – di cui l’Africa è responsabile per un misero tre per cento – non saranno applicati, sovrastati dalle esigenze belliche, sarà il loro continente a soffrirne per primo le conseguenze. Siccità apocalittiche e desertificazione, fame, fughe di popoli e guerre per sopravvivere. «E le disuguaglianze faranno da moltiplicatore all’emergenza ambientale».

La terza guerra mondiale a pezzi coinvolge drammaticamente anche l’Africa, non solo perché combattuta in parte sul suo territorio, ma anche per le ricadute della crisi mondiale sulla fragilità delle sue economie.

4/6/2023 https://www.remocontro.it/

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