Crisi Capitale! Con i lavoratori per salvare Roma

La crisi di Roma è su tutti i giornali. L’opinione pubblica è stata sconvolta nello scoprire con l’inchiesta “Terra di mezzo” la presenza di una presunta cupola mafiosa che avrebbe diretto parte degli appalti della città.

La capitale d’Italia ha rischiato lo scioglimento per mafia, si sono susseguite relazioni del Governo e dei suoi emissari – nessuna delle quali resa pubblica! – sul livello di infiltrazione della criminalità organizzata nelle istituzioni capitoline ed infine il prefetto Gabrielli ha ricevuto poteri speciali e installato una serie di persone di fiducia nelle alte sfere della politica cittadina. Alla fine, a seguito di un attacco mediatico senza precedenti e a 9 mesi dall’emersione dell’inchiesta, anche il sindaco Marino ha annunciato le sue dimissioni – dimissioni che libererebbero l’ultimo spazio rimasto da occupare al potere del prefetto –, salvo poi ripensarci e infine essere costretto a rassegnarle… inscenando una commedia tragicomica senza precedenti.
In realtà il comune di Roma è di fatto commissariato già dall’inizio del 2014, da quando cioè, con il cosiddetto decreto “Salva Roma” ha ricevuto dal Governo il prestito necessario a ripianare il buco di 600 Mln del bilancio ordinario (Roma ha infatti anche un bilancio straordinario in cui sono indirizzati più di 7 miliardi di debito), dovendo in cambio stilare un piano di rientro del debito all’insegna di privatizzazioni e tagli ai servizi e al personale. Da più di un anno e mezzo l’amministrazione comunale non è quindi più padrona della sua politica economica. Mentre la crisi del debito comunale scatena gli istinti rapaci di padroni pronti a fare profitti sui servizi pubblici, l’inchiesta sulla mafia “Capitale” non scalfisce il grosso degli affari e della politica romana. All’appello mancano i palazzinari che fanno il bello e il cattivo tempo delle politiche urbane, le infinite cooperative a cui sono stati appaltati i servizi sociali e le innumerevoli ditte private inserite nelle lunghe catene di appalti e subappalti.

La scena mediatica e politica è invece dominata dalle discussioni sulla reale o presunta onestà del sindaco, sulla pervasività della corruzione e dell’illegalità nelle istituzioni comunali, dalle battaglie all’interno del Partito Democratico. Si nasconde o dimentica così il problema fondamentale: che se rimane intatto il piano di rientro del 2014 e non viene messo in discussione il debito che grava sull’amministrazione comunale, che se continuano i tagli ai trasferimenti statali nei confronti degli enti locali mentre stanno per entrare in vigore le norme sul pareggio di bilancio, chiunque salga al Campidoglio si troverà di fatto a gestire la dismissione dei servizi capitolini e ad assistere il suicidio della politica romana. Lo stesso (ex) sindaco Marino, bersaglio di continui attacchi da parte del Governo, è stato fedele esecutore dei dettami di quest’ultimo: provando a tagliare lo stipendio dei dipendenti diretti, annunciando le privatizzazioni di ATAC e AMA, programmando la svendita di alcune aziende municipalizzate.
Gli unici a opporsi realmente a questo piano sono stati finora i dipendenti pubblici della città: quelli che hanno difeso la il proprio posto di lavoro, come i dipendenti della Multiservizi, la natura pubblica dell’azienda, come nel caso di AMA, che hanno lottato contro una riorganizzazione irrazionale del servizio, come nel caso della maestre degli asili nido comunali, per carichi di lavoro sostenibili e condizioni adeguate, come nel caso di ATAC, o che hanno resistito all’attacco del loro salario, come i dipendenti comunali che hanno rifiutato con un referendum il pre-accordo tra Comune e CGIL, CISL e UIL, che tagliando il cosiddetto salario accessorio avrebbe portato ad un grave peggioramenti delle loro condizioni di vita.
Di fronte alle resistenze dei lavoratori, l’unica cosa che ha fatto l’amministrazione capitolina è stata criminalizzarli, individuarli come responsabili del dissesto dei servizi e alimentare l’odio e il rancore di migliaia di cittadini romani, stanchi di servizi fatiscenti e pronti a prendersela con il primo capro espiatorio a disposizione.

Noi invece queste lotte le abbiamo provate a sostenere, a farne comprendere le ragioni demistificando la propaganda del sindaco e del Governo, supportando quei lavoratori che non ci stanno a sacrificarsi ancora per via dei danni prodotti da altri. Di modo che altri lavoratori a Roma e in Italia possano guardare a queste lotte con speranza e non con ostilità. Anche perché nella capitale si sta giocando una partita che è quantomeno nazionale: il ricatto del debito è lo stesso che pende su tutti i lavoratori pubblici italiani, così come su tutti i cittadini che si ritrovano con sempre meno servizi sociali.E’ lo stesso che pende su grandi città come Milano, Torino, Venezia, Firenze, Napoli… tutte con un debito pro capite paragonabile o anche più alto di quello romano. E’ lo stesso con cui viene motivata la cancellazione dei diritti conquistati dai lavoratori con decenni di lotte.
La lotta a Roma va ancora avanti, come dimostra la manifestazione del 2 Ottobre: alle privatizzazioni si può resistere, il nuovo contratto deve ancora essere redatto dopo essere stato bocciato al referendum, tanti lavoratori in appalto sono in lotta per non perdere il proprio posto di lavoro, molto si può fare per reclamare l’internalizzazione di servizi regalati a privati arraffoni… ma soprattutto tanto può ancora essere fatto perché a partire dalla difesa e dalla conquista di condizioni di lavoro dignitose si possano immaginare e costruire dei servizi pubblici gestiti e controllati dai lavoratori e rivolti ai lavoratori della città, perché abbiano asili nido, case, assistenza sociale, mobilità, pulizia.

Con questa pagina del sito proviamo a dare il nostro piccolo contributo a questa grande lotta, raccogliendo il materiale e gli approfondimenti che abbiamo prodotto e segnalando tutte le lotte di chi non vuole pagare un debito che non ha prodotto, di chi lottando per la giustizia sociale rappresenta il vero anticorpo a mafiosi e criminali.
Noi non siamo in debito! L’antimafia siamo noi!

29/10/2015 http://clashcityworkers.org

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