Curare il razzismo

Il cosiddetto Decreto Salvini (Legge 132 del 2018) ha introdotto numerose novità in tema d’immigrazione: ha abrogato la protezione umanitaria; ha smantellato il sistema di accoglienza; ha impedito ai richiedenti asilo di avere la residenza. Non è invece intervenuto sull’assistenza sanitaria per i cittadini stranieri che, per i richiedenti asilo, continua ad essere garantita dall’articolo 34 del Testo Unico Immigrazione (Dlgs 286/98).

Ci ha però pensato la Regione Lombardia che, tramite l’Azienda di Tutela della Salute (ATS) Milano Città Metropolitana, ha diffuso ai medici di base un’informativa secondo la quale a seguito delle modifiche introdotte dal cosiddetto Decreto Salvini i richiedenti la protezione internazionale verranno iscritti al Servizio Sanitario per massimo un anno, senza assegnazione del Medico di Medicina Generale. La stessa comunicazione appare anche sul sito di Regione Lombardia, mentre da nessuna parte è stato possibile reperire il provvedimento che ha originato tali comunicazioni.

La Regione interpreta quindi in mondo infondato la normativa nazionale rendendo temporanea, per i richiedenti asilo, l’iscrizione al Servizio Sanitario e non garantendo la continuità delle cure tramite l’assegnazione di un medico di base fisso. Viene introdotto così un elemento di precarietà nelle esistenze già più che precarie delle persone in cerca di protezione alle quali, secondo la legge italiana, dovrebbe essere garantito un accesso alle cure a parità di trattamento con i cittadini italiani, evidentemente la Regione Lombardia ha voluto sottolineare la propria specificità in termini di razzismo e discriminazione istituzionale.

Come Naga monitoreremo la situazione e chiederemo alla Regione di rispondere di questa interpretazione e applicazione che viola palesemente la normativa nazionale e i principi fondanti del nostro ordinamento e della nostra società tra cui la garanzia dell’accesso alle cure.

26/10/2019 https://naga.it

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