Dai lavoratori stranieri 4 miliardi di Irpef

Gli xenofobi si devono rassegnare. Grazie ai lavoratori stranieri, 2,3 milioni di cittadini, lo Stato può incassare tasse per un volume di redditi di 30,3 miliardi di euro, con il versamento da parte loro di 4,4 miliardi di Irpef. Soldi che finiscono nelle casse pubbliche e riescono a mantenere in piedi istituti in crisi come quello previdenziale che, ad esempio, ne ricava il contante con cui pagare le pensioni degli italiani. Questi dati sono stati elaborati nel Quinto Rapporto sull’economia dell’immigrazione della Fondazione Leone Moressa, un Centro Studi specializzato nell’impatto economico dell’immigrazione, e si riferiscono alle dichiarazioni dei redditi per l’anno 2020, secondo le cifre rese note dal ministero dell’Economia. Se i vostri nonni prendono la pensione tutti i mesi è anche grazie all’esercito di badanti, colf, muratori, contadini, operai e piccoli imprenditori che dichiara regolarmente il proprio reddito e dà un contributo determinante al funzionamento della macchina fiscale italiana.

Se invece si allarga il campo a tutti i contribuenti che non sono nati in italia ma in Italia pagano le tasse, in totale 4,2 milioni di persone, la cifra sale a 60,2 miliardi di redditi dichiarati per un versamento di 9 miliardi di euro di Irpef, sempre riferito al 2020. E la tendenza, dice la Fondazione Moressa, analizzando il complesso dei versamenti degli ultimi dieci anni, è all’aumento costante delle entrate da questa quota di lavoratori. L’aumento dei contribuenti nati all’estero è cresciuto dal 2010 al 2019 sia per numero del 27,2% che per volume dei redditi dichiarati del 31,5%. Sono il 10,2% del totale dei lavoratori che pagano le tasse in Italia anche se solo il 4,3% di loro si trova nella fascia alta dei contribuenti mentre il 15,9% si trova in quella bassa. Circa il 50% del totale ha dichiarato un reddito annuale al di sotto dei 10 mila euro, percentuale che è invece del 28,6% tra gli italiani, ma la situazione s’inverte se prendiamo la fascia di redditi al di sopra dei 25 mila euro, dove gli italiani sono il 31,1% e gli stranieri il 10%. A guidare la classifica delle regioni con i contribuenti stranieri è naturalmente il Nord con Lombardia, Emilia Romagna e Veneto, seguite però dal Lazio.

La forbice dei redditi percepiti tra italiani e stranieri presenta ancora un gap evidente. Uno straniero dichiara in media 14.680 euro e versa 3.360 euro di Irpef, con una differenza di circa 8 mila euro in meno rispetto a un italiano. Dividendo per province troviamo a Prato, in Toscana, la maggiore incidenza assoluta dei lavoratori stranieri con il 23,4%. A Milano è del 14,6%. Il dato per genere vede la presenza delle lavoratrici straniere al 44,5%, ma il dato si diversifica per aree di provenienza che vedono invece una preponderanza femminile tra le lavoratrici dei Paesi dell’Europa dell’Est o del Sudamerica. La comunità più rappresentata nella dichiarazione dei redditi vede al primo posto la Romania,  635 mila contribuenti, seguita dall’Albania, 162 mila e la Cina con 149 mila.

C’è un aspetto demografico interessante. Tra gli stranieri che vivono in Italia solo l’1% ha un’età superiore ai 75 anni, percentuale che tra gli italiani è invece del 10%. Anche per questo il dato dei versamenti degli stranieri è in costante crescita. Ci sono poi i piccoli imprenditori stranieri, 632.141 persone che tra il 2009 e il 2014, con la crisi economica che ha preceduto quella dovuta alla pandemia, sono aumentati del 21,3% contro una diminuzione del 6,9% di quelli italiani. Attualmente le piccole imprese condotte da persone nate all’estero sono 524.674 per l’8,7% del totale, con un Valore Aggiunto prodotto di 94,8 miliardi di euro. Per tornare all’assunto iniziale, a dimostrazione dell’incidenza reale dei soldi versati dagli stranieri nelle casse dell’erario, la Fondazione Moressa ha calcolato che nel 2013 i contributi previdenziali hanno raggiunto quota 10,3 miliardi. Ripartendo il volume complessivo per i redditi da pensione medi, si può affermare che i lavoratori stranieri pagano la pensione a 620 mila anziani italiani. Il contributo dell’immigrazione all’economia italiana è ormai fondamentale. Con buona pace dei razzisti.

Gianluca Cicinelli

9/7/2021 https://www.labottegadelbarbieri.org

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