Decreto Salvini. Rete Città in Comune: una barbarie

Decreto “sicurezza” di Salvini e C.: una barbarie che apre ad una spirale senza fine. Necessario il massimo contrasto e una risposta “di popolo” in tempi brevissimi.

 

Una barbarie assoluta, che legalizza i peggiori istinti nei confronti di qualunque “straniero”, fatti passare addirittura per buon senso. Barbarie che produrrà più clandestini e disperati, manovalanza potenziale per criminali e caporali; con un seguito di moltiplicazione di ulteriori misure draconiane e del proclamarsi – Salvini e questo esecutivo – gli unici capaci di dare “sicurezza”, dopo aver lavorato ad hoc per l’esatto opposto.

Questa la sostanza del decreto Salvini licenziato dal governo. Un governo che con questo provvedimento si dimostra definitivamente per quello che è, cioè di una destra “furiosa” e a-democratica, e che fa carta straccia anche della minima cultura giuridica di un paese civile. Il compimento – forse – di un percorso che non può farci dimenticare la già nota “circolare sgomberi” : il tutto teso a capitalizzare l’unico tema che sembra pagare, cioè il favorire la clandestinità di migranti e di vari “diversi” – magari per marginalità sociale – per poter poi agitare lo spettro della paura.

Un operazione devastante da ogni punto di vista, che richiede la messa in campo di una mobilitazione straordinaria di popolo, sociale, su questi temi, ma anche contro complessivamente questo esecutivo. E In tempi ristrettissimi. Perché l’emergenza è sotto gli occhi di tutti.

Ci impegneremo con ogni mezzo per questo, così come promuoveremo azioni in ogni sede per far sanzionare la palese incostituzionalità del decreto e la sua collisione con alcuni dei trattati internazionali che il paese ha sottoscritto.

Da questo punto di vista basti pensare alla revoca dell’asilo per una condanna in primo grado o per una non meglio precisata pericolosità sociale (o condanna addirittura di parenti del richiedente), la distruzione di una delle poche cose che ha veramente funzionato cioè del sistema SPRARR (…si deve appunto pur favorire la reintroduzione in clandestinità, no?…), la quasi cancellazione dei permessi di soggiorno per motivi umanitari, la sollecitazione della guerra tra poveri con la riduzione dei fondi per la gestione del migrante (e si sostiene, mentendo, che si terrà in piedi tutto il sistema con quei soldi), la revoca della cittadinanza di fronte ad alcune fattispecie introdotte, la moltiplicazione dei centri “lager” e dei tempi massimi di permanenza ecc. Insomma un aberrazione da tutti i punti di vista, che prepara un ulteriore clima di odio nei confronti di chi ne è colpito, proprio quando viene drammaticamente “respinto” da questi provvedimenti.

Una spirale terribile e studiata a tavolino. Per non parlare dell’assenza di una qualsiasi norma richiesta da magistrati e forze dell’ordine contro la criminalità organizzata, l’estesione del DASPO urbano, l’adozione del teaser per vigili urbani (che non sono forze di pubblica sicurezza) che potranno (erroneamente e non si capisce perché) accedere alla banca dati interforze contro la grande criminalità. Certo fidiamo nella corte costituzionale, nel Quirinale e nel diritto internazionale (meno nella stragrande maggioranza dell’opposizione parlamentare, che sembra nel merito accusare l’esecutivo di fare norme “inefficaci” e quindi seguirlo sul suo terreno; col PD che sarà impegnato nei prossimi giorni in una “sua” manifestazione , dimenticando che un buon numero di provvedimenti sui quali oggi Salvini mette la freccia, sono stati avviati da Minniti) ma non possiamo esimerci da una risposta ferma del paese, una risposta non di partito ma plurale e “civile”, per contribuire alla quale certo non ci sottrarremo.

Va fatto e va fatto subito.

Rete delle Città in Comune

26 settembre 2018 www.lecittaincomune.it

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