Dopo 35 anni di lotta, Casale Monferrato ci spera. Eternit Killer. Attesa per il verdetto della Cassazione. Sul banco degli imputati il magnate svizzero Stephan Schmidheiny. Ma vive in Costa Rica.

Sospira Bruno Pesce. È l’ultimo passo, forse il più dif­fi­cile, per­ché sia final­mente scritta la parola «giu­sti­zia» per una lotta lunga 35 anni. Sospira, tutta Casale Mon­fer­rato; aspetta con ansia il ver­detto della Corte di Cas­sa­zione sul pro­cesso Eter­nit. È atteso per mer­co­ledì, a Roma. Sul banco degli impu­tati, dopo la morte del barone belga Louis de Car­tier, è rima­sto il magnate sviz­zero Ste­phan Sch­mi­d­heiny, ex ammi­ni­stra­tore dele­gato della mul­ti­na­zio­nale della fibra kil­ler, con­dan­nato in secondo grado dalla Corte d’appello di Torino a 18 anni di reclu­sione per disa­stro doloso.

Pesce, coor­di­na­tore della ver­tenza amianto, esce dalla sede della Cgil, dopo l’ultima riu­nione in vista del viag­gio a Roma. Sono giorni pieni, la mac­china orga­niz­za­tiva è impo­nente: saranno un cen­ti­naio i casa­lesi che arri­ve­ranno nella capi­tale, oltre a decine di ospiti inter­na­zio­nali (dele­ga­zioni da Sviz­zera, Fran­cia, Bel­gio e soprat­tutto Bra­sile, da dove arri­ve­ranno in 38, magi­strati com­presi), a testi­mo­nianza dell’attenzione stra­niera per un pro­cesso sto­rico. Bruno si sfrega la fronte. Spera in un esito posi­tivo. Si augura che la Corte Suprema «con­fermi il disa­stro ambien­tale, il dolo e la per­ma­nenza del reato, per­ché di gente a Casale ne è morta molta e con­ti­nua a morirne». Ma il timore è quello di un’altra Thys­sen, ovvero che la Cas­sa­zione ordini un nuovo pro­cesso d’appello per ride­ter­mi­nare le pene. Sarebbe una beffa per le migliaia di vit­time e i loro fami­liari, che, da quando il pro­cu­ra­tore Raf­faele Gua­ri­niello ha ini­ziato l’indagine, hanno inco­min­ciato a cre­dere in una giu­sti­zia diversa. L’udienza pre­li­mi­nare ebbe ini­zio il 6 aprile del 2009; al Tri­bu­nale di Torino arri­va­rono in tanti, anche chi era già malato e chi non sarebbe soprav­vis­suto alla sentenza.

Oggi, i timori hanno un fon­da­mento. Lo dicono a denti stretti: «Ulti­ma­mente, in Ita­lia, dal caso Cuc­chi all’Aquila, si sono ripe­tute sen­tenze sco­rag­gianti». Casale, invece, ci spera.

Sono morte 2 mila per­sone – la mag­gior parte senza aver mai messo piede nella fab­brica di via Oggero – nella cit­ta­dina pie­mon­tese di 35 mila anime. Ogni anno, si veri­fi­cano oltre 50 nuovi casi di meso­te­lioma pleu­rico o peri­to­neale, il tumore dell’amianto. Ci spe­rano, anche, gli altri comuni che ospi­ta­vano gli sta­bi­li­menti Eter­nit: Cava­gnolo (Torino), Rubiera (Reg­gio Emi­lia) e Bagnoli (Napoli). In que­sti casi, Sch­mi­d­heiny è stato rite­nuto respon­sa­bile del disa­stro provocato.

Tra le ere­dità del Nove­cento, il cemento-amianto è una delle più pesanti. Fu bre­vet­tato nel 1901 dall’austriaco Lud­wig Hatschek e bat­tez­zato «Eter­nit», dal latino aeter­ni­tas, eter­nità.
Tenace anche nell’uccidere: 100 mila l’anno i morti nel mondo. È tut­tora lar­ga­mente uti­liz­zato in Cina, Bra­sile, Rus­sia, India; il Canada lo pro­duce e lo esporta nei paesi in via di svi­luppo e del Terzo mondo. In Ita­lia, dove è vie­tato dal 1992, il disa­stro resta per­ma­nente. Un tempo la pol­vere volava dap­per­tutto, a Casale esi­steva, addi­rit­tura, una spiag­gia bianca, ben poco carai­bica, sul Po, for­ma­tasi dall’accumulo dei detriti. Era fre­quen­tata da adulti e bam­bini. Ecco per­ché, accanto alla lotta per la giu­sti­zia, l’Afeva (Asso­cia­zione fami­liari e vit­time amianto) porta avanti quella per la ricerca e la boni­fica. Secondo un’indagine dell’Arpa, in Pie­monte sono 13 mila i siti in cui è stata rile­vata pre­senza d’amianto.

Sch­mi­d­heiny, in appello, è stato rico­no­sciuto respon­sa­bile di un disa­stro «rite­nuto per­ma­nente». Nono­stante ciò, non si è mai pre­sen­tato al pro­cesso, si è sem­pre dichia­rato inno­cente e ha finto di igno­rare quel che capi­tava alla Pro­cura di Torino. In realtà, ne era par­ti­co­lar­mente pre­oc­cu­pato, dipin­gendo – in pri­vato – Gua­ri­niello come il «nemico numero uno» e costruen­dosi – in pub­blico – l’immagine del filan­tropo (senza, però, donare un soldo alle boni­fi­che) e del gree­n­wa­sher (è stato con­su­lente di Clin­ton). Ulti­ma­mente ha lan­ciato sul web un sito, espa​cio​sch​mi​d​heiny​.net, in cui si descrive come capro espia­to­rio («Avevo 29 anni quando presi la guida dell’impresa», ripete) e ricorda la pre­senza di altre aziende che a Casale lavo­ra­vano l’amianto. Ma dimen­tica che quando l’Eternit chiuse «lasciò lo sta­bi­li­mento con vetri rotti e pol­veri ovun­que» rac­conta Nicola Pon­drano, ex ope­raio e attuale pre­si­dente del Fondo nazio­nale vit­time dell’amianto. Com­pa­gno di lotta di Pesce e di Romana Bla­sotti, pre­si­dente dell’Afeva e cin­que morti in fami­glia. «È come se cer­casse una forma di cor­reità» aggiunge Pondrano.

Que­sta stra­te­gia di dop­pia morale o, meglio, di disin­for­ma­zione, non è una novità. Il magnate sviz­zero l’ha ado­pe­rata da subito. Lo rac­conta Alberto Gaino, meti­co­loso cro­ni­sta della Stampa, nel recente Falsi di stampa (Edi­zioni Gruppo Abele) in cui deli­nea il siste­ma­tico depi­stag­gio e le rituali ope­ra­zioni di occul­ta­mento a cui, fin dal 1976, Sch­mi­d­heiny ha fatto ricorso: sono prove di un’azione dolosa. Niente panico, soste­neva, sep­pur fosse a cono­scenza dei rischi. I gior­na­li­sti ita­liani veni­vano sche­dati dalla società mila­nese Bel­lodi. L’obiettivo era tenere bassa l’attenzione. Ma, quando si trovò sulla strada Gua­ri­niello e il movi­mento di Casale, qual­cosa andò storto.

La sen­tenza è attesa in serata, ma potrebbe essere rin­viata di una set­ti­mana. Davanti alla Cas­sa­zione ci sarà un pre­si­dio, orga­niz­zato da Afeva con, tra gli altri, i sin­da­cati e Voci della Memo­ria. In caso di sen­tenza posi­tiva, ini­zierà subito l’altra bat­ta­glia. Quella per il recu­pero dei risar­ci­menti, non facile, visto che l’imputato vive in Costa Rica e non ha beni in Ita­lia: «Chie­de­remo aiuto allo Stato italiano».

Mauro Ravarino

15/11/2014 www.ilmanifesto.info

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