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    Blog, Cronache di Lavoro — Novembre 17, 2015 9:33 am

    MENO SALUTE NELLA SCUOLA 2.0 Marilena Pallareti sul numero di novembre del periodico Lavoro e Salute. Il Piano Digitalizzazione della Buona Scuola Azienda “A voi giovani dico abbiate il coraggio di avere delle vostre opinioni e non quelle dei media e di chi le domina, abbiate il coraggio di sognare l’impossibile pure sapendo leggere il reale, abbiate il coraggio di liberavi della digitalizzazione che domina le vostre vite, abbiate il coraggio d’impegnarvi per qualcosa di nobile che dia davvero senso alla vostra esistenza e a quella della collettività, ma per fare questo studiate, studiate ancora e studiate sempre perché la conoscenza e il sapere sono potere reale”

    LIM, TABLET, COMPUTER, SMARTPHONE, eBOOK… E della Salute degli Studenti e Docenti chi ne parla…????!!!!!

    Pubblicato da franco.cilenti

    MARILENA4

    “Un animatore digitale in ogni scuola, lo prevede il piano di digitalizzazione della “BUONA SCUOLA”. Il 9 novembre, il Ministro Giannini ha presentato il “Piano Nazionale Scuola Digitale” nel quale è prevista l’istituzione dell’ Animatore Digitale che, insieme al Dirigente Scolastico e al Direttore Amministrativo, avrà un ruolo strategico nella diffusione dell’innovazione a scuola. Una figura che stimolerà la formazione della scuola, organizzando laboratori formativi, animando e coordinando la partecipazione di tutta la comunità scolastica. Un punto di riferimento per gli studenti per i quali organizzerà workshop e altre attività”.

    Pedagogisti, Psicologi dell’apprendimento, Sociologi, Medici da anni si interrogano sull’ uso continuo del cellulare e come possa influire negativamente sull’apprendimento. Il bambino, l’ adolescente continuamente distratto a messaggiare su WhatsApp ha difficoltà a concentrarsi durante la lezione. Il multitasking fa male al cervello e al fisico, aumenta la produzione di cortisolo, l’ormone dello stress, che può causare iperglicemia, riduzione muscolare e peggiori performance cognitive. Il cortisolo è un ormone prodotto naturalmente dal nostro organismo ed è importante per la regolazione della pressione sanguigna, per un corretto metabolismo del glucosio, e coinvolto nelle funzioni immunitarie e nelle risposte infiammatorie.

    È noto anche come “ormone dello stress”, questo perché viene prodotto in maggiori quantità in occasione di stress fisici o mentali. Con l’ uso forsennato del multitasking il corpo produce questo ormone in quantità, come se fosse in una situazione di effettivo pericolo richiedendo una maggiore concentrazione e velocità di risposta. Il problema è che il cortisolo, quando i suoi livelli superano la soglia abituale, può essere causa di problemi come una ridotta densità ossea, iperglicemia, soppressione delle funzioni della tiroide, riduzione del tessuto muscolare, aumento del grasso addominale, pressione sanguigna elevata e ridotte performance cognitive.

    Il cervello, che è fatto per cercare in continuazione stimoli che producano deliziose scariche di dopamina ne risente fortemente. Questi stimoli possono arrivare da una sostanza psicotropa (non necessariamente una droga, anche il cioccolato o il caffè), dall’esercizio fisico, e da qualsiasi azione a cui il cervello abbia imparato ad associare una ricompensa. L’ adolescente che riesce a controlla un tag su Facebook mentre risponde a una chat multipla produce in lui la sensazione di essere occupato, produttivo e abile. In realtà, per quanto il multi-tasking lo faccia sentire bravo, è in realtà il peggior nemico della sua efficienza.

    Medici, Psicologi consigliano di non fare usare lo Smartphone e Tablet prima dei 13/14 anni, età in cui gli adolescenti sono in un periodo delicato della propria crescita e formazione. I bambini, dai 2/11 anni sono spugne che assorbono informazioni e apprendono comportamenti dall’ambiente in cui vivono quotidianamente. Se la televisione richiedeva un tipo di fruizione passiva, gli smartphone richiedono un’interazione attiva. Secondo alcuni esperti, un utilizzo abituale di smartphone o tablet  nell’infanzia e nella pre-adolescenza (11/14anni) può avere una serie di effetti nocivi.

    È stato dimostrato che una sovraesposizione alla luce blu, ossia la luce con una determinata lunghezza d’onda tipica dei touchscreen, può causare danni alla retina e determinare, nel lungo periodo, a una vera e propria degenerazione maculare. Considerando questo, nonostante ancora non ci sia una mole di studi sufficiente ad averne la sicurezza, è ragionevole ipotizzare che gli effetti sugli occhi di un bambino in piena fase di crescita potrebbero essere ancora più gravi.

    I danni che il multitasking può fare al nostro cervello è in particolare alla nostra capacità di concentrarci su una singola occupazione. Un bambino con uno smartphone in mano, da questo punto di vista, è un potenziale maratoneta del multitasking, considerando quanto siano tendenzialmente iperattivi e curiosi i bambini. Nel caso degli adulti il multitasking va a fare leva sul sistema di gratificazione di un cervello completamente sviluppato, nel caso dei bambini va a influenzare un cervello ancora in fase di sviluppo. Anche il fisico, dal momento che un bambino che passa quasi 30 ore alla settimana utilizzando uno smartphone è un bambino che dedica lo stesso tempo di un part-time a restare fermo su un divano o un letto.

    I social media sono diventati dei surrogato delle relazioni sociali. Per il bambino è fondamentale rapportarsi agli altri, giocare, litigare, passare pomeriggi a parlare con gli amici. L’interazione con gli altri bambini ha un ruolo fondamentale nel suo corretto sviluppo caratteriale e sociale. Usare lo smartphone prima dei 14 anni è rubare tempo reale e mentale al gioco e all’interazione con gli altri. E se gli altri considereranno uno sfigato chi non ha lo smartphone, pazienza. Io non ho mai avuto un motorino, mi sono sorbito la mia dose di scherni, e non ne sono uscita poi così male (forse). La conseguenza di questo utilizzo è che i bambini non sviluppano le normali capacità di autocontrollo, e a risentirne è lo sviluppo socio-emotivo. “Se questi device diventano il principale strumento per calmare e distrarre i bambini piccoli, questi saranno poi in grado di sviluppare il loro meccanismo interno di auto-regolazione?”.

    Non è mia intenzione additare queste nuove risorse come negative in assoluto, anzi: la questione è strettamente legata all’età e all’ uso spasmodico dei social media. Quando si tratta invece di bambini di due anni i benefici sono tutto fuorché certi e l’esperienza diretta del mondo che li circonda rimane il migliore strumento di apprendimento. “È stato ampiamente studiato come più tempo un bambino trascorre a guardare la tv, meno si sviluppano le sue capacità sociali e linguistiche. L’utilizzo dei device è simile e sostituisce la quantità di tempo che verrebbe impiegata in interazioni con coetanei, adolescenti e adulti. E così si compromette lo sviluppo dell’empatia, delle capacità motorie e visive, di molti di quei tratti che richiedono l’esplorazione. I genitori provino ogni app prima di dare i device in mano ai bambini (cosa che si spera già facciano sempre), e che se ricorrono a questi strumenti la cosa migliore da fare è utilizzarli insieme ai loro figli, aumentandone il valore educativo. “Ci sono più domande che risposte quando si parla di mobile media”. “Finché non ne sapremo di più sul loro impatto sullo sviluppo dei bambini, la cosa migliore è trascorrere del tempo di qualità in famiglia”. Possibilmente lontani dagli schermi.

    Oltre allo Smartphone che in assoluto è il più pericoloso fra i telefoni cellulari i bambini, gli adolescenti, i docenti ogni giorno a scuola per l’ intera mattinata all’ interno delle classi si rapportano con il Registro Elettronico, con la LIM (Lavagna Interattiva Multimediale superficie interattiva, sulla quale viene riprodotta l’uscita video di un computer, che opera come parte periferica di input) agendo come un grande Touch Screen., con il Tablet tramite il Wi Fi (la rete fissa in ogni classe ha costi troppo elevati), con il Computer. L’introduzione della lavagna interattiva multimediale risale al 2006 quando il Ministro della Pubblica Istruzione Giuseppe Fioroni annunciò l’introduzione. L’iniziativa è stata poi ripresa, nell’ottobre 2008, dal ministro Maria Stella Gelmini con l’obiettivo di dotare le scuole italiane di lavagne multimediale. Gli studenti dei corsi 2 punto 0 non hanno più i libri, studiano sul Tablet e l’ eBook. Tantissime ore (8/10) davanti a questi strumenti, aggiungiamo poi altre 4/5 ore di continuo uso dello Smartphone, non favorevoli alla salute.  Il WI-FI è la morte invisibile che sta distruggendo le nuove generazioni. Quella che risulta essere la principale minaccia per la nostra salute è anche naturalmente quella che più viene tenuta nascosta dai media. Un giro economico più che miliardario, legato ai settori in piena crescita della telefonia e della tecnologia wireless in genere, monopolizza infatti l’informazione, impedendo che si sappia a livello di massa un’inquietante verità: l’esposizione alle radiazioni di microonde a basso livello (Wi-Fi) è causa conclamata di irreversibili danni cerebrali, cancro, malformazioni, aborti spontanei, alterazioni della crescita ossea. E la fascia di popolazione più a rischio è rappresentata in assoluto dai bambini, adolescenti e dalle donne. Tutto questo era ben noto e documentato in ambito medico e scientifico già molto prima che la tecnologia Wi-Fi dilagasse.

    Gli effetti biologici non solo pericolosi, ma letali di questa tecnologia sono stati abilmente tenuti nascosti al pubblico per preservare i lauti profitti delle aziende e per foraggiare le tasche dei vari Bill Gates, Steve Jobs e Carlo De Benedetti. Come ha dimostrato il Professor John Goldsmith, consulente dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, laureato in Epidemiologia e Scienze della Comunicazione, l’esposizione alle radiazioni di microonde Wi-Fi è diventata ormai la prima causa di aborti spontanei. Il livello di irraggiamento che parte da cinque microwatt per centimetro quadrato potrebbe sembrare privo di senso per un non scienziato, ma diventa però più significativo se diciamo che è al di sotto di quello che la maggior parte delle studentesse riceve in un’aula dotata di trasmettitori Wi-Fi, a partire dall’età di circa cinque anni in su. Il dato ancora più allarmante è che nei bambini l’assorbimento di microonde può essere dieci volte superiore rispetto agli adulti, semplicemente perché il tessuto celebrale e il midollo osseo di un bambino hanno proprietà di conducibilità elettrica diverse da quelle degli adulti a causa del maggiore contenuto di acqua. L’esposizione a microonde a basso livello permanente può indurre ‘stress’ cronico ossidativo e nitrosativo e quindi danneggiare i mitocondri cellulari (mitocondriopatia).

    Questo ‘stress’ può causare danni irreversibili al DNA mitocondriale (esso è dieci volte più sensibile allo stress ossidativo e nitrosativo del DNA nel nucleo della cellula). Il DNA mitocondriale non è riparabile a causa del suo basso contenuto di proteine istoniche, pertanto eventuali danni (genetici o altro) si possono trasmettere a tutte le generazioni successive attraverso la linea materna. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha evidenziato questi rischi in un documento di 350 pagine noto come “Effetti biologici e danni alla salute dalle radiazioni a microonde – Effetti biologici, la salute e la mortalità in eccesso da irradiazione artificiale di microonde a radio frequenza”. Lavorare/Studiare al computer e sul Tablet sottopone gli occhi ad uno sforzo continuo. Tutte queste funzioni richiedono un notevole sforzo da parte dei muscoli oculari. Per gli occhi, lavorare al computer è molto più impegnativo che leggere un libro o un documento cartaceo qualsiasi. Questo perché lo schermo del computer aggiunge ulteriori elementi, come elementi di contrasto dello schermo, sfarfallamento dello sfondo e abbagliamento.

    Lavorare al computer diventa ancora più difficile con l’avanzare dell’età. Questo perché i cristallini diventano meno flessibili. La capacità di mettere a fuoco oggetti vicini e lontani inizia a diminuire dopo i 40 anni circa, una condizione nota come presbiopia. l’uso regolare del computer può essere fonte di notevole affaticamento e disagio. In presenza della sindrome da visione al computer, la persona può sperimentare alcuni o tutti questi sintomi: Vista offuscata, Visione doppia, Secchezza e arrossamento oculare, Irritazione Oculare, Cefalea, Dolore al collo o alla schiena, Insonnia. Questi sintomi possono influenzare in modo significativo l’attività lavorativa del Docente e dello Studente. E’ particolarmente inquietante vedere come la tecnologia domini l’ uomo nella società liberista, consumistica e globalizzata. Questo è il modello di società che si sta concretizzando.

    Il futuro Manager  può non aver studiato Edoardo Sanguineti, potrebbe appassionarsi di un dissidente di sinistra e diventare un adulto “pericoloso”, ma è d’obbligo saper  usare il Tablet studiare su l’ eBook se poi il Computer e il Tablet è della Apple è la retta via che verrà determinato il suo status. Il compito dell’educatore, dell’ insegnante dovrebbe essere ancora quello che indicava Rousseau nell’Emilio: “Vivere è il mestiere che voglio insegnargli”.  La Scuola Renziana accompagnata dalla riforma Gelmini non lo permette. Solo una vera “Rivoluzione Culturale” potrebbe modificare lo stato attuale della Scuola Pubblica/Privata sempre più povera ed aziendalizzata. E a tutti i nostri studenti, ai giovani mi rivolgo dicendo loro di impegnarsi a non essere consumatori, ma futuri cittadini liberi.

    La crisi dei valori culturali e sociali ha portato ad un individualismo sfrenato che nell’era della globalizzazione delle reti hanno l’effetto di restringere gli spazi d’incontro reali potenziando quelli virtuali. Stiamo vivendo  un processo di svuotamento e sradicamento continuo. L’americanizzazione continua, l’uso superficiale e forzato della lingua inglese non come apertura al mondo ma come subalternità al modello dell’impero dominante, la svalorizzazione della propria lingua, cultura e storia, la marginalità del latino e della cultura umanistica e il dominio dell’utilitarismo pragmatico funzionale all’economia finanziaria e al consumismo dilagante, un capitalismo pulsionale diventato modello antropologico e la trasformazione della politica in spettacolo sono tutti sintomi di una grave crisi d’identità della società italiana, addirittura di una grave patologia sociale e culturale, mi verrebbe da dire una grave crisi di civiltà. Voi adolescenti, giovani, avete una responsabilità, quello di accettare passivamente questo stato di cose prodotto dagli adulti oppure di cambiarlo.

    Gli spacciatori di prodotti culturali tossici sono tanti nell’era del marketing politico, della Tv, dei media e del web; vi propongono briciole di sogno per farvi essere della briciole di donne e di uomini, in effetti il capitalismo seduttivo con i suoi prodotti di consumo e i suoi piccoli divertimenti agisce come analgesico della coscienza di ognuno di noi e ci rende indifferente non solo a quello che succede all’altro (oppresso, escluso o sfruttato) ma anche a quello che subiamo quotidianamente. La cultura dell’effimero, dei piccoli piaceri immediati e del narcisismo individualistico crea le basi della servitù volontaria, della distruzione progressiva della dignità umana e dell’avanzare di nuove barbarie. Il ripiegamento narcisistico ci rende indifferente al bene comune: la nostra terra pianeta, la nostra umanità che ci rende solidale, l’ambiente dove viviamo, i diritti fondamentali della persona umana: istruzione pubblica e democratica per tutti, salute, protezione sociale, assistenza, lavoro, casa e la democrazia come comunità di soggetti liberi, eguali e solidali dobbiamo riprendercela. Il bene comune è anche quello che di meglio ci hanno lasciato le generazioni precedenti: storia, letteratura, arte e grandi idee, grandi pensatori, grandi scrittori: Francesco D’Assisi, Giuseppe Mazzini, Antonio Gramsci , Maria Montessori, Don Lorenzo Milani, Pier Paolo Pasolini. Senza memoria storica non si sa chi si è e dove si sta andando e non si può capire quello che sta succedendo, quindi si è suddito e non cittadino, si è manipolabile e non spirito libero.

    A voi giovani dico abbiate il coraggio di avere delle vostre opinioni e non quelle dei media e di chi le domina, abbiate il coraggio di sognare l’impossibile pure sapendo leggere il reale, abbiate il coraggio di liberavi della digitalizzazione che domina le vostre vite, abbiate il coraggio d’impegnarvi per qualcosa di nobile che dia davvero senso alla vostra esistenza e a quella della collettività, ma per fare questo studiate, studiate ancora e studiate sempre perché la conoscenza e il sapere sono potere reale. Abbiate il coraggio di andare controcorrente rispetto al consumismo individualistico dilagante e al relativismo etico diffuso.

    Abbiate il coraggio d’insorgere civilmente, abbiate il coraggio di parlare la bella lingua di Dante Alighieri, Leonardo da Vinci, Giacomo Leopardi e ispiratevi dei testi dei grandi italiani che furono apprezzato nel mondo per la loro carica ideale e la loro capacità creativa. Non lasciatevi corrompere dalle briciole di piccoli divertimenti momentanei, che spesso sono veleni di disumanità, e sappiate cogliere il sogno utopico di un mondo migliore che solo voi potete ormai costruire.

    Abbiate il coraggio di costruire nel vostro quotidiano, nelle vostre relazioni a prescindere dalla vostra professione futura, della vostra condizione e dalle vostre origini con costanza ed  impegno quella Democrazia Smarrita come fecero gli umanisti del Rinascimento, i repubblicani durante il Risorgimento, i Partigiani durante la Resistenza e gli uomini e donne nel secondo dopoguerra.

    Abbiate Coraggio!

    Marilena Pallareti

    Docente Forli

    Associazione Attac Italia

    Contributo per Lavoro e Salute www.lavoroesalute.org

     

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    Autore: franco.cilenti
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