Ecoreati, quella norma odiosa per garantire la non punibilità. Si ribella pure l’ordine dei chimici!

Siamo il paese del bengodi per gli inquinatori e i devastatori del territorio. A dirlo sono le classifiche europee. E pure, in una situazione così estrema il Governo Renzi introduce alcune forme di depenalizzazione, come quella sugli ecoreati. Basta proporsi per il “ravvedimento operoso” e si può tranquillamente mettere una pietra tombale sui delitti compiuti contro la comunità e l’ambiente. Una logica tutto sommato incentivante vista al lentezza dei processi e l’assoluta sproporzione tra l’entità dei danni e laa possibilità di porvi rimedio da parte di chi li causa. Dicono qualcosa i quattro miliardi di cui c’è bisogno per provare a sanare la situazione a Taranto? 
Del resto, a nessuno sfugge che l’emendamento del Governo sembra ritagliato proprio su questa triste vicenda. E cioè permettere ai Riva di cavarsela con pochi euro. Dopo che in aula si è creato un po’ di trambusto, la maggioranza sta cercando di correre ai ripari. Ma il giochino è quello della limatura, per cui si passerebbe dalla “pietra tombale” all’attenuante. 

La norma è talmente odiosa che a ribellarsi è addirittura l’ordine dei chimici, categoria che nei decenni ha prestato il fianco ai peggiori delitti ambientali e contro la salute. Il Consiglio nazionale dei chimici parla di “impunibilità inammissibile”. Una norma che, dice il presidente del Consiglio nazionale dei chimici, Armando Zingales, “nasconde sotto le buone intenzioni più di una polpetta avvelenata”. L’emendamento, per Zingales, non si limita a consentire il ”ravvedimento operoso” per ”contravvenzioni ambientali”, ma comprende ogni reato colposo, fino al disastro ambientale, perfino se reiterato. “I cittadini stanno assistendo al disastroso svilimento dell’attività legislativa che, anche sotto le spinte di lobby agguerrite, ha smesso di concepire normative che abbiano senso per la comunità nazionale, siano chiare, e non vadano contro altre provvedimenti o la Costituzione stessa della Repubblica”, tuona Zingales. “È ora che la voce della gente giunga al Palazzo: basta pasticci, leggi raffazzonate ed emendamenti il cui senso è chiaro solo a chi li ha dettati nottetempo! E se fare leggi buone richiede qualche giorno in più, si lasci da parte anche l’urgenza, richiamata continuamente dal premier. Far presto non è una giustificazione ammissibile a far ignobili pasticci. Altrimenti si stava meglio quando si stava peggio. E gli elettori se lo ricorderanno”, conclude Zingales.

Monica Frassoni, coordinatrice di Green Italia e co-presidente del Partito Verde europeo, ricorda che la norma è talmente negaativa che gli stessi favorevoli a poche ore dal voto ne avevano gia’ preso le distanze, “dimostrando in modo lampante che persino per chi lo ha voluto in prima istanza, il paragrafo va ora cancellato”. “Noi pensiamo che- sottolinea la coordinatrice di Green Italia- sia necessario un reale cambio di atteggiamento del Parlamento italiano rispetto a questa legge: bisogna eliminare ogni ambiguita’. I reati ambientali sono delitti a tutti gli effetti. È necessaria anche una piu’ attiva mobilitazione dell’opinione pubblica su questo tema”. Percio’, “invitiamo a sottoscrivere la petizione ‘Stop Italia dei veleni’ e l’iniziativa di Legambiente ‘In nome del popolo inquinato: subito i delitti ambientali nel Codice penale’ per chiedere al Senato di approvare subito una legge sull’introduzione dei delitti ambientali nel Codice penale davvero efficace”, conclude Frassoni.

Fabio Sebastiani

17/2/2015 www.controlacrisi.org

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