“Ferrovie, avere memoria delle stragi passata fa parte della solidarietà di oggi”.

FILE - In this June 30, 2009 file photo firefighters hose down the wrecked cars of a freight train in Viareggio, after it exploded just outside the station of this Tuscan seaside resort. Accidents and natural disasters happen everywhere. Italy has had its share of them this year, with last week's Sicilian mudslides capping a deadly six months that have included an earthquake and a horrific train wreck. What has many Italians particularly worried, however, is the unusually high death tolls and destruction the disasters have wreaked in a nation that takes pride in being one of the world's most advanced democracies. Last week's rainstorm released rivers of mud and debris that rushed down mountainsides and submerged parts of the Sicilian city of Messina, a tragedy that might have been averted if homes were not built on hillsides and the trees cut down. (AP Photo/Gregorio Borgia/Files)

Vorrei fare alcune considerazioni in merito ad una questione molto enfatizzata dai difensori degli imputati nel processo per il disastro ferroviario di Viareggio del 29 giugno 2009.
La difesa è molto semplice e si basa sul fatto ribadito che le Ferrovie sono al vertice dello sviluppo della tecnologia per la sicurezza ferroviaria, in particolare il Sistema di Controllo Marcia Treno (SCMT), argomento esposto da M.M. Elia (ex AD di RFI) nella dichiarazione spontanea del 15 dicembre 2016.
Sento il bisogno e il dovere di portare alcune questioni all’attenzione dei familiari che cercano la verità, ai cittadini di Viareggio e a chi ha la responsabilità di giudicare.

Il 7 gennaio 2005 nel disastro ferroviario di Bolognina di Crevalcore (Bo) muoiono 17 persone. Sapete qual è il lapidario commento dei ferrovieri? “Oggi a quel treno non sarebbe stato consentito di partire, oggi non è ammesso partire col solo pedale dell’Uomo Morto inserito perché la normativa attuale non ammette la partenza senza l’ SCMT (Sistema Controllo Marcia Treno).” Quella tragedia nazionale e la mobilitazione dei ferrovieri e degli utenti del servizio ferroviario e dell’opinione pubblica in generale che ne seguì fu il vero discrimine circa il livello di sicurezza accettabile socialmente.

Dunque c’è voluta una strage per implementare l’SCMT, il sistema che ora portano come il fiore all’occhiello. Aggiungo che se da una parte l’SCMT è uno strumento tecnologicamente utile, dall’altra ha motivato l’impresa nella generale estensione del solo
macchinista (in luogo di due) alla guida dei treni, fatto che si è realizzato purtroppo in maniera generalizzata nel maggio 2009; dopo 70 anni di lotte e mobilitazioni dei ferrovieri, quindi, questo tema, resta di grande attualità, ben consapevoli dei fattori di rischio correlati al modulo di condotta a macchinista solo.

Basti pensare al soccorso in caso di malore del macchinista: in un processo che si apre a gennaio l’ex AD di Trenitalia, Soprano, dovrà rispondere anche di questo. Termino ricordando che chiarire le cose, vedere da dove nascono, fornire informazioni, avere memoria delle stragi passate, fa parte della solidarietà che esprimo verso le vittime e i loro familiari.

Savio Galvani

2/1/2017  www.controlacrisi.org

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