Furia suicida

Non è forse evidente che la più grande potenza del mondo è in preda a una crisi schizofrenica a sfondo suicidario? Novella tragi-ironica di Franco Baerardi Bifo sulla fine a cui stiamo andando incontr

Qualche anno fa pubblicai un libro nello stile tragi-ironico che mi pare il più adatto a descrivere gli eventi della presente epoca terminale. Il titolo era Heroes: parlavo delle azioni compiute da giovanotti generalmente bianchi (e sempre maschi) che mettono in scena azioni di guerra eroicomica allo scopo di essere ammazzati. Suicide by cop lo chiamano gli americani, sempre spiritosi. 

L’eroe sceglie generalmente una scuola, un asilo pieno di bambini, o un supermercato pieno di neri poveri. Vi si reca con un fucile automatico che ha potuto comprare dal cartolaio, o che gli è stato regalato dalla mamma, e spara qualche centinaio di proiettili fin quando non arriva un corteo di automobili poliziesche con le sirene urlanti per terminarlo. Il giorno dopo nella chiesa locale tutti pregano compunti lo stesso dio che ha ispirato l’azione dell’eroe, e tutti promettono di comportarsi da buoni patrioti. Il presidente democratico esprime contrizione e chiede per favore ai deputati di restringere la vendita delle armi, e i deputati si fanno quattro risate. Tanto di armi ne hanno già abbastanza per sterminare l’intera popolazione di quel paese di eroi, cosa che poco alla volta si sta verificando (a dio piacendo).

Quel libro, Heroes, uscì nel 2015, prima che il capo dei patrioti conquistasse la presidenza del paese leader del Mondo Libero (libero di ammazzarsi, a dio piacendo). È passato molto tempo da allora, e nel frattempo la tragica ironia degli eroi comici ha superato ogni possibile immaginazione. È dunque tempo di riprendere il discorso sulla furia suicida che si è scatenata nel paese guida della civiltà bianca.

L’ultima notizia che abbiamo letto segna un’evoluzione della psicosi schizo-politica: un giovane eroe aviatore war gamer è stato assunto negli uffici del Pentagono, ha avuto accesso a documenti militari top secret e li ha postati nel news group di un gruppo di ragazzini appassionati alla guerra virtuale in attesa (spasmodica) di giocare alla guerra vera. Il news group si chiama Thug Shaker Central (centrale di agitatori delinquenti): giovani maschi bianchi pronti a battersi per la difesa dei valori cristiani. 

Il presidente Biden ha tentato di minimizzare l’episodio, ma credo che dovrebbe preoccuparsi. Chi può fidarsi dell’alleanza con la più grande potenza del mondo? La più grande potenza del mondo ha mollato migliaia di collaboratori afghani nelle grinfie degli odiati Talebani. Dopo aver promesso di portare finalmente democrazia e prosperità al popolo afghano se la sono svignata sui loro aerei mentre una folla disperata si arrampicava sulla carlinga e sulle ali.

Adesso hanno trascinato quaranta milioni di cittadini ucraini in una guerra che si poteva evitare se l’Unione europea avesse fatto il suo dovere, ovvero se l’Unione europea esistesse, ovvero infine se l’Unione europea non fosse un sotto-comitato della Northern Alliance Treaty Organization.

Trump si staglia di nuovo all’orizzonte, accusato di porno-storie e di tradimento della democrazia.  Truce, roccioso, solitario. Eroico. 

Nel frattempo un giovane eroe con divisa e cellulare in mano si intrufola nei meandri dell’intelligence e propala segreti segretissimi allo scopo di dimostrare il suo patriottismo.

Non è forse evidente che la più grande potenza del mondo è in preda a una crisi schizofrenica a sfondo suicidario?  

A proposito della schizofrenia nord-americana consiglio di leggere l’articolo di Ross Douthat, un commentatore moderato e destrorso, ma intelligente:

“This crusade-for-democracy vision risks being strategically self-defeating. Abroad, you simply cannot build the alliances required to contain China or Russia if you can’t work with countries that don’t embrace Anglo-American liberalism or Eurocrat proceduralism. You need a way to deal constructively not just with monarchies and military rulers but also with the political models variously described as populism or illiberal democracy or soft authoritarianism, with leaders in the style of Narendra Modi of India and Recep Tayyip Erdogan of Turkey, if you don’t want the world to belong to the harder authoritarianism of Moscow or the techno-totalitarianism of Beijing. Likewise at home, you cannot rally sustained bipartisan support for a pro-democracy grand strategy if you’re constantly linking this strategy to your conflict with your domestic political opponents. Or, for that matter, if you’re constantly linking it to values that are the province of only your own political coalition. A grand strategy that equates democracy simplistically with social liberalism or progressivism is never going to get sustained buy-in from Republicans, and it will always be hostage to the next election cycle”.

Sia pur senza adottare uno stile tragi-ironico, Douthat insinua che non ci si può fidare di un paese in cui ogni quattro anni un vecchio demente prende il posto di un vecchio isterico e l’uno disfa il progetto geopolitico dell’altro. Non ci si può fidare di un paese dove Obama firma un trattato con l’Iran che subito dopo Trump cancella facendo il viso dell’armi. Né ci si può fidare di un paese in cui un ragazzino eroico diffonde informazioni sull’andamento della guerra.

Infatti, come sapete, l’astuto Macron tenta di prendere un po’ le distanze dall’alleato pericoloso, ma temo che sia tardi per lui e per gli altri europei, ora che si sono fatti coinvolgere nella guerra inter-bianca il cui esito più probabile è l’auto-immolazione della civiltà russo-euro-americana. Che non sarebbe poi una pessima notizia, se non fosse che il suicidio che va di moda di questi tempi è l’esplosione omicida.

Come diceva quello: Muoia Sansone con tutti i filistei (che si può dire anche palestinesi).

Franco Berardi Bifo

14/4/2023 https://comune-info.net/

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