• Archivio Lavoro & Salute
  • Medicina Democratica
Log in or Register
Close
Lost your password?
Lavoro & Salute – Blog
Visita Rifondazione.it
  • Home
  • Archivio
    • Cronache Politiche
    • Cronache Sociali
    • Comitati di Lotta
    • Cronache di Lavoro
    • Cronache Sindacali
    • Movimenti di Liberazione
    • Altra Informazione
  • Sito LeS Cartaceo
  • Editoriali
  • Annali
  • Altro Blog
SFOGLIA IL GIORNALE INTERATTIVO
Chi è interessato a scrivere e distribuire la rivìsta nel suo posto di lavoro, o pubblicare una propria edizione territoriale di Lavoro e Salute, scriva a info@lavoroesalute.org Distribuito gratuitamente da 38 anni. A cura di operatori e operatrici della sanità. Finanziato dai promotori con il contributo dei lettori. Tutti i numeri in pdf www.lavoroesalute.org

  •  Seguici su Facebook Lavoro E Salute
  •  Seguimi su FacebookFranco Cilenti
Visita Medicina Democratica

LA RIVISTA NAZIONALE
MEDICINA DEMOCRATICA


Rifondazione Due per mille

Rifondazione Due per mille

Su La Testa – Argomenti per la rifondazione comunista

Su La Testa - Argomenti per la rifondazione comunista

Su La Testa - Argomenti per la rifondazione comunista

Sinistra Europea

Visita Sinistra Europea
Free Palestine
  • Intifada
  • OLP
  • Free Palestine FB Page

Blog Lavoro e Salute – Categorie

  • Ambiente e salute (2.119)
  • Blog (11.287)
    • Altra Informazione (9.566)
    • Comitati di Lotta (8.846)
    • Cronache di Lavoro (8.354)
    • Cronache Politiche (9.669)
    • Cronache Sindacali (7.672)
    • Cronache Sinistra Europea (7.905)
    • Cronache Sociali (9.540)
    • Culture (6.780)
    • Editoria Libera (5.193)
    • Movimenti di Liberazione (815)
    • Politiche di Rifondazione (9.012)
    • Storia e Lotte (5.905)
  • cronache sindacali (50)
  • Internazionale (1.576)
  • lavoratrici (31)
  • OSS sanità (11)
  • sanità e salute (4.922)
  • servizio sanitario privato (55)
  • sicurezza lavoro (1.579)
  • Uncategorized (96)

Archivio Settimanale

  • Giugno 27, 2022–Luglio 3, 2022
  • Giugno 20, 2022–Giugno 26, 2022
  • Giugno 13, 2022–Giugno 19, 2022
  • Giugno 6, 2022–Giugno 12, 2022
  • Maggio 30, 2022–Giugno 5, 2022
  • Maggio 23, 2022–Maggio 29, 2022
  • Maggio 16, 2022–Maggio 22, 2022
  • Maggio 9, 2022–Maggio 15, 2022
  • Maggio 2, 2022–Maggio 8, 2022
  • Aprile 25, 2022–Maggio 1, 2022
  • Aprile 18, 2022–Aprile 24, 2022
  • Aprile 11, 2022–Aprile 17, 2022
  • Aprile 4, 2022–Aprile 10, 2022
  • Marzo 28, 2022–Aprile 3, 2022
  • Marzo 21, 2022–Marzo 27, 2022

Archivio Mensile

  • Giugno 2022 (144)
  • Maggio 2022 (156)
  • Aprile 2022 (148)
  • Marzo 2022 (204)
  • Febbraio 2022 (178)
  • Gennaio 2022 (202)
  • Dicembre 2021 (210)
  • Novembre 2021 (181)
  • Ottobre 2021 (152)
  • Settembre 2021 (144)
  • Agosto 2021 (68)
  • Luglio 2021 (180)
  • Giugno 2021 (167)
  • Maggio 2021 (192)
  • Aprile 2021 (219)
  • Marzo 2021 (200)
  • Febbraio 2021 (174)
  • Gennaio 2021 (203)
  • Dicembre 2020 (211)
  • Novembre 2020 (205)
  • Ottobre 2020 (192)
  • Settembre 2020 (149)
  • Agosto 2020 (124)
  • Luglio 2020 (184)
  • Giugno 2020 (123)
  • Maggio 2020 (135)
  • Aprile 2020 (166)
  • Marzo 2020 (221)
  • Febbraio 2020 (161)
  • Gennaio 2020 (148)
  • Dicembre 2019 (143)
  • Novembre 2019 (127)
  • Ottobre 2019 (113)
  • Settembre 2019 (114)
  • Agosto 2019 (83)
  • Luglio 2019 (116)
  • Giugno 2019 (103)
  • Maggio 2019 (120)
  • Aprile 2019 (107)
  • Marzo 2019 (114)
  • Febbraio 2019 (111)
  • Gennaio 2019 (106)
  • Dicembre 2018 (117)
  • Novembre 2018 (100)
  • Ottobre 2018 (112)
  • Settembre 2018 (99)
  • Agosto 2018 (91)
  • Luglio 2018 (104)
  • Giugno 2018 (102)
  • Maggio 2018 (103)
  • Aprile 2018 (96)
  • Marzo 2018 (108)
  • Febbraio 2018 (98)
  • Gennaio 2018 (86)
  • Dicembre 2017 (81)
  • Novembre 2017 (100)
  • Ottobre 2017 (98)
  • Settembre 2017 (73)
  • Agosto 2017 (50)
  • Luglio 2017 (115)
  • Giugno 2017 (100)
  • Maggio 2017 (94)
  • Aprile 2017 (108)
  • Marzo 2017 (112)
  • Febbraio 2017 (139)
  • Gennaio 2017 (126)
  • Dicembre 2016 (109)
  • Novembre 2016 (94)
  • Ottobre 2016 (97)
  • Settembre 2016 (66)
  • Agosto 2016 (37)
  • Luglio 2016 (82)
  • Giugno 2016 (76)
  • Maggio 2016 (65)
  • Aprile 2016 (78)
  • Marzo 2016 (67)
  • Febbraio 2016 (71)
  • Gennaio 2016 (71)
  • Dicembre 2015 (87)
  • Novembre 2015 (90)
  • Ottobre 2015 (91)
  • Settembre 2015 (64)
  • Agosto 2015 (28)
  • Luglio 2015 (71)
  • Giugno 2015 (69)
  • Maggio 2015 (77)
  • Aprile 2015 (87)
  • Marzo 2015 (96)
  • Febbraio 2015 (105)
  • Gennaio 2015 (107)
  • Dicembre 2014 (101)
  • Novembre 2014 (89)
  • Ottobre 2014 (120)
  • Settembre 2014 (34)
  • Agosto 2014 (18)
  • Luglio 2014 (33)
  • Giugno 2014 (33)
  • Maggio 2014 (29)
  • Aprile 2014 (27)
  • Marzo 2014 (65)
  • Febbraio 2014 (22)
  • Ottobre 2013 (11)

Commenti di Mauro Biani

    Visitatori Blog da Ottobre 2016

    • 64Questo articolo:
    • 2422304Totale letture:
    • 996434Totale visitatori:
    • 380Ieri:
    • 14686Visitatori per mese in corso:
    • 2Utenti attualmente in linea:
    Altra Informazione, Blog, Comitati di Lotta, Cronache di Lavoro, Cronache Politiche, Cronache Sindacali, Cronache Sociali, Politiche di Rifondazione — Maggio 3, 2017 6:34 am

    Un testo importante di Sergio Bologna che analizza tre libri collettanei pubblicati di recente, all’interno dei quali, nelle differenze di taglio e di configurazioni, è centrale il tema della gratuità del lavoro contemporaneo, cioè la crisi del “valore” del lavoro (“merce per eccellenza, la madre di tutte le merci”). Si tratta di: Salari rubati, a cura di Francesca Coin, Ombre Corte, 2017; Le reti del lavoro gratuito, a cura di Emiliana Armano e Annalisa Murgia, Ombre Corte, 2016; Platform capitalism e confini del lavoro negli spazi digitali, a cura di Emiliana Armano, Annalisa Murgia e Maurizio Teli, Mimesis, 2017

    Gratificazione o sfruttamento? Dal lavoro gratuito alle nuove forme di organizzazione e mutualismo

    Pubblicato da franco.cilenti

    Il gruppo di ricercatrici e ricercatori che in Italia indaga sulla distruzione del lavoro salariato, la precarizzazione, il lavoro gratuito, l’estrazione di plusvalore dalle capacità relazionali e dagli stati emozionali, ha raggiunto ormai un grado di approfondimento analitico e di ampiezza di sguardo, che hanno permesso d’illuminare anche i lati più nascosti di questo universo del lavoro in costante decomposizione. E’ un segmento della sociologia del lavoro che ha raggiunto risultati eccellenti, in buon parte realizzati da ricercatori precari. Si potrebbe aggiungere che in parallelo alla svalorizzazione della prestazione lavorativa si assiste a una svalorizzazione delle merci, causata da quella che possiamo chiamare l’”economia della deflazione” e che consiste in una cieca politica degli sconti, in una corsa al ribasso dei prezzi che nulla ha da invidiare a quella delle retribuzioni.

    Il Guardian del 23 aprile, in un’inchiesta sul fallimento della catena distributiva britannica BHS, riferiva che negli USA si parla ormai di una retail apocalypse. Le grandi catene riducono drasticamente i loro punti vendita a causa del diffondersi dell’e-commerce (vendite online) ma anche per il restringersi dei margini di profitto determinato da una politica degli sconti attuata sistematicamente per reggere la concorrenza. Centinaia di migliaia di posti di lavoro sono a rischio e, data l’età media del personale di vendita, ne viene investita la fascia di disoccupazione giovanile. Analogo fenomeno si verifica nel settore che sto seguendo da anni per ragioni professionali, il settore dello shipping, della navigazione commerciale, dove siamo arrivati al punto che il 36% della flotta mondiale in esercizio ha un valore pari a prezzi di scrap. In pratica si può comperare sul mercato dell’usato una nave e rivenderla il giorno dopo a un demolitore pakistano o indiano e ricavarci pure qualcosa.

    Sembra dunque tutto coerente: se la merce per eccellenza, la madre di tutte le merci, il lavoro, perde valore, necessariamente tutto il resto segue. In realtà il processo è molto meno lineare e pieno di contraddizioni. Se il crollo delle retribuzioni, intaccando il reddito, provoca un crollo dei consumi, invano arginato dalla politica degli sconti che deprime i prezzi, come si spiega l’incremento del 16% nelle immatricolazioni di auto nuove in Italia nel 2016 (o mille altri esempi di questo genere nei paesi dell’Occidente che sembrano in controtendenza)? Dobbiamo prendere atto del colossale mutamento antropologico causato dal postfordismo, dalle politiche neoliberali, dalla globalizzazione e così via. Le gerarchie di valori sono saltate. Una famiglia può benissimo accettare di tenersi in casa e mantenere due figli laureati che lavorano gratis fino a 40 anni ma correre a cambiare macchina quando esce un nuovo modello della Toyota. Le aziende di maggior successo sono quelle che esplicitamente si prefiggono di creare un uomo nuovo, di cambiarne non solo le abitudini di consumo, ma le dinamiche razionali ed emotive, di modificarne il DNA, come ho sentito proclamare tranquillamente da top manager di Google e di Amazon ad uno degli ultimi congressi internazionali di logistica ai quali ho partecipato.

    Quando parliamo di lavoro gratuito ci indigniamo per i metodi ed i linguaggi con i quali viene richiesto e rappresentato (l’appello di Expo 2015 al lavoro volontario si rivolgeva a soggetti dalle caratteristiche di eccellenza, altamente qualificati, con padronanza di lingue straniere, capacità di problem solving e disponibilità, duttilità, cortesia, empatia nelle relazioni, individui eccezionali gratificati dall’essere considerati cittadini meritevoli – per gente che doveva di fatto distribuire dei dépliant pubblicitari e dire straight ahead o welcome). Ma dovremmo indignarci assai di più per la disponibilità dimostrata dai soggetti, come se la mutazione antropologica fosse già compiuta nel loro cervello e la convinzione di essere dei cittadini modello, loro che distruggono posti di lavoro retribuiti in cambio di nulla, già acquisita. Penso che nelle nuove generazioni in Italia sia ormai molto avanzata questa mutazione, che l’idea di considerare la retribuzione un’ingiusta pretesa sia molto diffusa, che il rapporto di lavoro venga iscritto nelle “fortune della vita”, dimenticando del tutto, anzi considerando insolita, la sua sostanza contrattuale. Vendersi al ribasso è un comportamento normale ormai nel mondo dei freelance. L’abbassamento dei prezzi sembra quasi una compensazione in termini di riduzione dei costi della sopravvivenza. Di fronte a fenomeni come quello descritto nello shipping qualche marxista d’accatto tornerà a sperare in un crollo/suicidio del capitalismo, in realtà questo è il new normal. Dobbiamo partire non più dalle astuzie perverse dell’economia della promessa ma dal soggetto che accetta, riconosce come giusto, si gratifica del suo sfruttamento.

    Io credo che anche nei bei ragionamenti e nelle approfondite analisi che si sono fatte finora sia avvertibile una certa carenza, quella di aver trascurato i percorsi di liberazione o, meglio, di non aver indagato la meccanica, le dinamiche per le quali dei soggetti già completamente conquistati dall’ideologia dell’autosfruttamento riescano ad uscirne, o almeno a dubitarne. Non si sono indagati quei momenti interiori nei quali scatta la scintilla del rifiuto o almeno della resistenza, del disgusto, del disagio, che poi maturano in atteggiamento di ribellione e magari in percorso di liberazione. Quali sono le condizioni che possono far scattare quella scintilla? Cos’è che ad un certo punto può diventare intollerabile? Quali condizioni esterne possono accelerare questo processo, quali stati interiori possono scatenarlo? Non cambia nulla se invece di un’adesione acritica alla predicazione del lavoro gratuito o al cedere le proprie competenze al ribasso, ci troviamo di fronte ad atteggiamenti del tipo ”certo che è tutto uno schifo ma se le condizioni del mercato sono queste non ho alternative”. Chi è impegnato – certe volte giorno per giorno – in processi associativi, di rappresentanza ed autotutela, tocca con mano una situazione che a livello di soggettività sembra irrimediabilmente compromessa. Mi piacerebbe che i ricercatori ogni tanto si mettessero nei panni o assumessero il punto di vista dell’organizer.

    Gli organizzatori sindacali di una volta, che spendevano le loro vite nel tentare di far scioperare per la prima volta operai con moglie e figli a carico, disposti sino a quel momento a qualunque azione di crumiraggio, a qualunque asservimento, a qualunque straordinario non pagato, non so se facevano maggior fatica di un attivista di ACTA che si sforza di convincere un freelance ad essere cosciente dei propri diritti ed a fare qualcosa per difenderli. Non si tratta quasi mai di resistenze ad un processo associativo – perfettamente comprensibili – ma di resistenze ad un atteggiamento di “esposizione”, ad accettare il rischio della minoranza, a impegnarsi a non vendersi al ribasso. Purtroppo un organizzatore di freelance non può ricorrere a metodi coercitivi, mentre il sindacalista di una volta poteva almeno organizzare un picchetto duro. Quanto ormai la situazione sia compromessa a livello soggettivo lo si vede dal fatto che moltissimi gestori di spazi di coworking considerano dei seminatori di zizzania coloro propongono di portare al loro interno un discorso sui diritti negati del lavoro postfordista, mentre spesso spalancano le porte ad emeriti ciarlatani che vendono capitale umano a buon mercato.

    Nella produzione sociologica “militante” c’è ancora carenza di analisi sulla genesi del conflitto o semplicemente sulla possibilità del conflitto (ormai dobbiamo chiamare “conflitto” quello che sarebbe stato considerato trent’anni fa un comportamento “normale”). Càpita di leggere anche in queste analisi, per esempio, un certo scetticismo per le esperienze mutualistiche. Io credo invece che il mutualismo sia la forma naturale di autotutela in un ambiente privo di conflitti o che non ha ancora raggiunto lo stadio del conflitto. Se può servirci ancora l’esperienza del passato, non possiamo ignorare che il mutualismo ha preceduto il sindacalismo, assicurando possibilità di sopravvivenza a un proletariato minacciato nella medesima e solo in un secondo tempo assicurando ad un sindacalismo conflittuale una specie di retrovia, per poter gestire la resistenza di una lotta. Questa sequenza potrebbe riprodursi oggi con i lavoratori della conoscenza? Io non vedo altre alternative. Ed ho notato con un certo piacere lo spostarsi dell’attivismo delle associazioni di freelance – sia in USA che in Europa – dal terreno delle tematiche previdenziali e assistenziali (pensioni, malattia, maternità) a quello delle tematiche retributive (wage theft, mancati e ritardati pagamenti) perché questo consente di entrare nel merito dello scontro caratteristico dell’economia della deflazione, rimanda a un conflitto hic et nunc e ribadisce la natura contrattuale della prestazione. Il mutualismo ormai non è un’utopia, possiamo testarlo su realtà esistenti che associano decine di migliaia di persone e verificare la complessità dei servizi che riesce a mettere in campo (Derive&Approdi sta traducendo l’intervista con Sandrino Graceffa, coordinatore di Smart, la Société Mutuelle des Artistes, che ormai conta più di 80 mila soci a livello europeo, Refaire le monde… du travail. Contre l’uberisation de l’économie).

    Capisco la sottovalutazione del mutualismo di fronte allo spettacolo della sua mercificazione ma qui non possiamo farci nulla, non possiamo continuare a piagnucolare perché il capitalismo riesce a trarre profitto da tutto (anche dal conflitto). Piuttosto interroghiamoci se la difficoltà a individuare la genesi dei percorsi di liberazione sia in parte attribuibile alla rappresentazione di una “umanità uniformemente precaria” dove le differenze tra lavoro dipendente e autonomo scompaiono, tra occupati e inoccupati, tra giovani e vecchi, lasciando come unica differenza quella di genere ma ridotta, proprio nel lavoro, ad una differenza solo formale (la “femminilizzazione” del lavoro alla quale fa riscontro la “maschilizzazione” del femminile).

    Se continuiamo a rappresentare il lavoro postfordista come un’indistinta multitudine precaria non troveremo mai, né dal punto di vista analitico né dal punto di vista pratico, l’appoggio su cui far leva per sollevare la pesante coltre di subordinazione passiva alle regole dell’economia della deflazione. In parte queste preoccupazioni mi sembrano già presenti in alcuni contributi dei testi citati (Ciccarelli, Allegri, Sciortino). Pertanto io sarei propenso a rispolverare la doppia valenza della composizione di classe e ad insistere perché la composizione tecnica, ossia, in termini attuali, la frammentazione, possa offrirci mille campi di osservazione diversi all’interno dei quali i percorsi di liberazione appaiano in tutta la loro diversificazione, come rispecchiamento di segmenti di mercato, rimandando la “ricomposizione” ad una prospettiva…escatologica, considerandola la conclusione di un cammino di civiltà non il punto di partenza del ragionamento. Per individuare i percorsi di liberazione io ho bisogno di vedere il lavoro concreto, devo mettere a fuoco dei particolari, non posso perdermi nelle nebbie di una moltitudine che viene barattata come la forma visibile del lavoro astratto dei Grundrisse. La rappresentazione uniforme dell’”umanità precaria” rischia oltretutto di ridurre strumenti di emancipazione, come  la richiesta del reddito di cittadinanza (sulla quale ribadisco il mio scetticismo), in una specie di Sol dell’Avvenire di staliniana memoria.

    Molti dei nostri discorsi oggi sembrano superati dal salto in avanti prodotto dal capitalismo delle piattaforme, che ha ricombinato in maniera inedita controllo e autonomia, uso delle risorse altrui ed espropriazione, volontariato e schiavitù. Però ha anche riportato alla ribalta la protesta, il conflitto collettivo, quello tradizionale, che assume le forme ed i contenuti dello sciopero, ed è su questo che dovremo lavorare, senza inseguire soltanto le nuove trovate del capitalismo digitale. Mentre quello domina su Internet e nella rete, noi ci spostiamo verso le vecchie formule della protesta sindacale, che ci appaiono preziose, siano dei driver di Uber o dei ciclisti di Foodora. Dove andranno a finire non so ma proprio la loro forma elementare è preziosa, hanno rimesso in circolo dei vocaboli, un linguaggio, che sembravano scomparsi e li hanno riproposti al dipendente terrorizzato da una possibile operazione di “esuberi” ed al freelance che non ha tempo di scendere in pizzeria e si fa portare a casa un calzone da Deliveroo. Non buttiamoli via questi conflitti, prendiamo e mettiamo da parte, magari domani quei ciclisti con il cubo sulla schiena saranno capaci di entrare negli algoritmi che li comandano e di sabotarli come faceva il vecchio operaio Fiat sulle linee della 124.

    Sergio Bologna

    28/4/2017 fonte: Effimera

    Tags: 35 ore aborto e salute agenzie interinali alimentazione e salute alimentazione sana alimentazioni e salute Altra Europa per Tsipras Altra Informazione ambiente ambiente beni comuni ambiente e inquinamento Ambiente e salute ambiente e tav ambiente e terremoti Ambulatorio popolare Ampi ANPI antifascismo Antonello Patta appalti in sanità asl to1 asl to2 assicurazioni e sanità assistenza sanitaria attac italia bambini migranti bambini poveri beni comuni Beppe Grillo braccianti migranti Brigate di solidarietà capitalismo caporalato e migranti caporalato in Puglia Casa delle Donne Cecilia Strada cgil cisl citta della salute Civati civiltà cobas Comitati di Lotta comitati unitari di base comportamenti a rischio contratti e diritti contratto pubblico contratto sanità cooperative infermieri corruzione in sanità Corte Costituzionale costituzione e lavoro Costituzione e salute Costituzione Italiana crisi e equitalia crisi e ludopatia crisi e povertà educativa crisi e religione crisi e salute crisi e suicidi crisi economica crisi sociale crisi sociale e disabili Cronache di Lavoro Cronache Politiche Cronache Sindacali Cronache Sinistra Europea Cronache Sociali Culture democrazia democrazia diritti Determinanti sociali e diseguaglianze Diaro Della Prevenzione Dino Greco Dire fare Rifondazione diritti diritti del lavoro diritti migranti diritti sindacali diritti sociali diritto alla salute disabili disabili e lavoro disabilità e diritti sindacali disabilità intellettiva discriminazione discriminazione e disabili disinformazione disoccupazione e giovani dissenso e lotte disuguaglianze disuguaglianze di salute donne e diritti del lavoro donne e salute DORS Piemonte salute droghe e disoccupazione editoria libera Eleonora Artesio eleonora forenza emarginazione e crisi emergency emergenza povertà emigrazione emigrazione e povertà emigrazione italiana equitalia Europa e migranti evasione fiscale Ezio Locatelli farmaci farmaci e affari Fassina Fausto Bertinotti Federico Giusti femminismo Fiom flessibilità disoccupazione Franco Basaglia franco cilenti Fulvio Aurora fumo e salute Gentiloni Gino Rubini gino strada Giorgio Cremaschi giornalismo indipendente Giovani Comuniste/i giovani disoccupati giovani disoccupazione studenti in lotta Giovani e crisi giovani e disoccupazione Giovanni Russo Spena Giulio Maccacaro governo governo e tagli sanità IDE igiene e salute igiene e sicurezza sul lavoro immigrate immigrazione. migranti italiani industrie farmaceutiche infermieri critici infermieri in lotta infermieri in rete Infermieri migranti infezioni e salute informazione informazione stampata informazione televisiva infortuni in sanità infortuni professionali in sanità infortuni sul lavoro inquinamento isde Istituto Superiore di Sanità Ivan Cavicchi jobs act lager migranti lavoratori lavoratrici Lavoratrici sanità lavori usuranti lavoro lavoro agile lavoro disabili Lavoro e Salute lavoro e stress correlato lavoro gratuito lavoro nero lavoro precario lavoroesalute lega italiana lotta all'aids Legge 180 Legge 194 legge 626 libertà libertà e dissenso Libro Ambiente delitto perfetto LILA Lorenzin lotta partigiana lotte sociali ludopatia mafia e tav malasanità malattie professionali malattie professionali e sindacato manicomi giudiziari Marco Bersani Marco Revelli Marco Spezia Mario Capanna Mattarella Maurizio Acerbo Maurizio Landini medici competenti e salute medici per l'ambiente medici pubblici medici senza frontiere medicina democratica mediterraneo e migrazioni migranti migranti e guerre migranti e salute Ministero della sanità ministero salute Molinette morti sul lavoro. omicidi sul lavoro movimenti di liberazione Movimento 5 stelle Movimento NO TAV movimento notav movimento per la salute multinazionali Naga napolitano Nicoletta Dosio NO TAV notav e salute obiezione di coscienza e sanità ogm ONG e migranti operai e crisi operatori sociosanitari orario di lavoro Organizzazione Mondiale della Sanità Ospedale gemelli Roma Ospedale Maria Vittoria Torino ospedale Niguarda Milano Ospedale san Eugenio Roma Ospedale san Giovanni Bosco Torino ospedale san Raffaele oss OSS sanità Osservatorio contro la repressione osservatorio della repressione Paolo Ferrero Partito della sinistra europea patologie professionali e diritti sindacali Poletti politica antagonista Politiche di Rifondazione Povertà e salute povertà in Italia PRC PRC Torino precariato in sanità precarietà prevenzione prevenzione salute professionalità infermieristica prostituzione e migrazioni pubblica amministrazione Ramon Mantovani Rappresentante sindacali unitarie Rappresentanti dei Lavoratori per la sicurezza Renzi repressione emigrazione repressione lotte repressione valle susa responsabilità medici riduzione orario di lavoro rifondazione comunista rifondazione Comunista Rosarno e migranti Rifondazione Comunista Torino rls RLS sanità Roberta Fantozzi Rosa Rinaldi Rosarno e migranti RSU salute salute e affari Salute e DRG salute e obiezione di coscienza salute internazionale salute mentale salute migranti Sandro Medici sanità sanità calabrese sanità campana sanità cubana sanità e dgr Sanità e DRG sanità e LEA sanità e salute sanità emiliana sanità inglese sanità integrativa sanità Lazio sanità ligure sanità Lombardia sanità piemonte sanità privata sanità pubblica sanità pugliese Sanità Roma sanità Sardegna sanità siciliana sanità territoriale Sanità toscana sanità USA sanità veneta Sbilanciamoci schiavitù lavoro schiavitù migrante scienza e salute sciopero infermieri sciopero sanità scuola e salute Sergio Bellavita Servizio Sanitario Nazionale servizio sanitario privato sfratti e povertà sfruttamento e morte migranti sfruttamento migranti sicurezza sul lavoro sindacati sindacati e sicurezza lavoro sindacato CUB sindacato generale di base sindacato RDB sinistra europea siti infermieristici SLC Cgil stampa di potere stato sociale statuto dei lavoratori Storia e Lotte storie e lotte strage migranti strutture sanitarie per anziani studenti migranti suicidi disoccupati suicidi operai suicidi sul lavoro suicidio operai tagli economici tav e affari TAv e Costituzione Tav e democrazia tav e repressione Tav e salute tav terzo valico tecnologia e salute terapie antiretrovirali territorio e terremoti test Hiv tickets sanitari Traffico d'organi traffico di minori migranti Tsipras TTIP TTIP tutele sociali welfare tutele sociali Uil unione sindacale di base USB vaccini e affari violenza caporalato violenza contro i disabili virus e salute Vittorio Agnoletto welfare
    • Condividi questo post:
    • Facebook
    • Twitter
    • Delicious
    • Digg
    Autore: franco.cilenti
    © Copyright 2022 — Lavoro & Salute – Blog. All Rights Reserved - Created by Pep Web - Privacy Policy
    blog-lavoroesalute.org è un blog collettivo di giornalisti e di autori e non una testata giornalistica. Il suo aggiornamento è infatti senza periodicità. blog-lavoroesalute.org non è quindi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001. I contenuti e le opinioni di blog-lavoroesalute.org devono per questo motivo essere considerati espressione esclusiva di chi ne è autore e, in ogni senso, sotto la sua individuale e personale responsabilità. I contributi multimediali utilizzati da blog-lavoroesalute.org- testi, foto, video, audio e grafiche - se non di produzione o di proprietà dei giornalisti e degli autori o concessi esplicitamente da autori terzi o dalle persone ritratte, sono di pubblico dominio perché, ove possibile, offerti dalla rete e trattati, in relazione alle loro opzioni di riproduzione o elaborazione, come contenuti di blog-lavoroesalute.org, nel rispetto dei 6 livelli di tutela dell’autorialità previsti dalla versione inglese e dalle bozze italiane del CCPL 4.0 per la gestione della pubblicazione e della elaborazione di Creative Commons. Se gli autori o i soggetti ritratti o riprodotti fossero contrari, nella forma utilizzata o in assoluto, alla pubblicazione su blog-lavoroesalute.org di contenuti che li riguardano, hanno facoltà di inviare una segnalazione a blog-lavoroesalute.org per la loro correzione, in ogni modo indicato, o per la loro rimozione, con il diritto di stabilire la rilevanza della eventuale rettifica, compreso anche quanto pubblicato sui social-network. Ogni contribuzione volontaria o entrata pubblicitaria ricevuta da blog-lavoroesalute.org è esclusivamente funzionale al suo mantenimento.
    Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy. Cliccando sul tasto o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all’uso dei cookie.
    Accetto
    Privacy & Cookies Policy

    Privacy Overview

    This website uses cookies to improve your experience while you navigate through the website. Out of these, the cookies that are categorized as necessary are stored on your browser as they are essential for the working of basic functionalities of the website. We also use third-party cookies that help us analyze and understand how you use this website. These cookies will be stored in your browser only with your consent. You also have the option to opt-out of these cookies. But opting out of some of these cookies may affect your browsing experience.
    Necessary
    Sempre abilitato
    Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. This category only includes cookies that ensures basic functionalities and security features of the website. These cookies do not store any personal information.
    Non-necessary
    Any cookies that may not be particularly necessary for the website to function and is used specifically to collect user personal data via analytics, ads, other embedded contents are termed as non-necessary cookies. It is mandatory to procure user consent prior to running these cookies on your website.
    ACCETTA E SALVA