I chirurghi: “I bisturi sono scadenti. Basta con gli acquisti al ribasso”

MEDICI

Il quotidiano online d’informazione sanitaria “Quotidiano Sanità” riporta le parole del presidente dell’Acoi Diego Piazza: “Una situazione che è diventata nel corso degli anni preoccupante, nonostante il progressivo deterioramento della qualità dei dispositivi medici sia stato denunciato da tempo, a tutti i livelli, anche dalla nostra società scientifica. La continua ricerca del prezzo di mercato più basso, con criteri di valutazione spesso discutibili da parte delle commissioni regionali, ha determinato un livellamento verso il basso della qualità. Il prezzo non può e non deve essere l’unico criterio di valutazione, a scapito della qualità e della sicurezza”.

I chirurghi ricordano come “i cittadini-pazienti hanno diritto, come peraltro stabilito dalla Carta della Qualità in Chirurgia già nel 2007, alla tecnica chirurgia più appropriata secondo gli studi di evidenza scientifica. La mediocre qualità dei bisturi utilizzati oggi ha conseguenze sia estetiche, perché il taglio perde la famosa precisione chirurgica, sia infettive, perché, aumentando il trauma cutaneo per incidere una superficie, si aumenta il rischio di contaminazione batterica della ferita. E’ evidente che, dovendo aumentare la forza per incidere una superficie, si rischia di tagliare oltre le intenzioni dell’operatore”.
Altro che risparmi. Il problema sono anche i costi aggiuntivi dovuti all’uso di materiale di scarsa qualità. “Quanto ai costi, possiamo affermare che si tratta di una scelta antieconomica, perché per uno stesso intervento può essere necessario utilizzare più bisturi, cosa che non si verificherebbe con un buon bisturi che, al contrario, potrebbe essere utilizzato più volte durante lo stesso intervento.

L’associazione dei consumatori Codacons commenta l’allarme lanciato dai chirurghi. “La sanità pubblica è il regno incontrastato degli sprechi e dell’uso distorto dei soldi della collettività – ha detto il presidente Carlo Rienzi – In tal senso mettere un freno agli sperperi ricorrendo ad acquisti centralizzati e a prezzi identici per tutti gli ospedali d’Italia, è una scelta sacrosanta. La qualità però, considerata anche la delicatezza del settore, deve essere sempre garantita, e per questo devono essere gli stessi medici e chirurghi a curare la qualità, i requisiti e le caratteristiche delle dotazioni ospedaliere, assumendosi in prima persona la responsabilità delle forniture, in modo da evitare situazioni come quella denunciata oggi dalla Acoi”

25/1/2015 Articolo su www.quotidianosanita.it

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