I criteri di ISPRA escludono Trino come Deposito Nazionale per il nucleare

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Nessun luogo è idoneo per il nuovo nucleare, ma per le scorie radioattive lasciate dal nucleare pregresso occorre individuare un sito che sia veramente il meno inidoneo possibile, ed evitare ogni furberia.

Mentre un centinaio di Comuni italiani, scelti da Sogin con la CNAPI sulla base dei criteri di esclusione e di approfondimento fissati da ISPRA con la propria Guida Tecnica numero 29, si affannano a verificare che i siti individuati nei loro territori siano veramente e rigorosamente rispondenti ai questi criteri, c’è un Sindaco che, nonostante il suo Comune sia stato escluso dalla CNAPI, chiede che il suo territorio venga “rivalutato” da Sogin.

In merito Sogin, nel proprio documento conclusivo del Seminario Nazionale per l’esame della CNAPI, scrive ufficialmente che “in data 30 settembre 2021, Daniele Pane ha presentato a Sogin, a mezzo PEC, istanza di partecipazione al Seminario Nazionale, Sessione Piemonte, nella sua qualità di Sindaco p.t. di Trino “città attualmente ospitante un sito di stoccaggio non permanente (provvisorio) allo scopo di rendere il contributo del [suo] territorio che ospita una quantità predominante dei rifiuti radioattivi italiani”, e che il sindaco Pane nel proprio intervento “ha concluso chiedendo che Sogin rivaluti il territorio del Comune di Trino al fine di valutare se le modificazioni antropiche e di pianificazione in corso e già intervenute lo rendano idoneo e sicuro ad ospitare il Deposito per i rifiuti radioattivi anche in conformità alla GT29”;

Legambiente e Pro Natura del Vercellese sono ben consce che il Deposito Nazionale è una esigenza imprescindibile, ma proprio dall’inadeguatezza dei siti attuali e dai rischi che ne conseguono (basta ripensare al sito dell’impianto Eurex di Saluggia invaso dalle acque del fiume Dora Baltea il 16 ottobre 2000), dobbiamo trarre insegnamento per scegliere effettivamente il sito meno inidoneo possibile.

Pertanto nessuna autocandidatura dovrà essere ammessa se un sito risulta escluso dagli attuali criteri di esclusione della Guida Tecnica 29.

I nostri rifiuti nucleari saranno ancor più pericolosi se, anziché individuare il sito che abbia oggettivamente la minore inidoneità possibile, verranno trovate soluzioni di comodo in eventuali territori compiacenti.

Per questo, dopo l’assurda proposta del Sindaco di Trino, abbiamo provveduto a mettere in evidenza le numerose ragioni per le quali il territorio di questo Comune risulta non idoneo sulla base dei criteri di esclusione fissati ufficialmente da ISPRA con la propria Guida Tecnica 29, ragioni che il Sindaco di Trino dovrebbe conoscere meglio di tutti.

1) La parte a sud del territorio del Comune di Trino risulta prossima al centro abitato, alluvionabile dal fiume Po e all’interno della all’area di piena catastrofica in caso di crollo della diga del Moncenisio, come mostrato dalle figure seguenti tratte dal PRGC, dal PGRA e dal Piano di emergenza per il crollo della diga del Moncenisio, ed è pertanto esclusa dai criteri CE04, CE12, CE13 ,CE15.

2) La parte centrale e quella a Nord del territorio del Comune di Trino risultano ospitare molte aree protette (SIC, ZPS, Aree Contigue) e una importante area di tutela dell’avifauna (IBA 025), come mostrato alle seguenti figure tratte dalla cartografia ufficiale delle aree protette e IBA, ed è pertanto esclusa dai criteri CE11 e CA10.

Aree Protette nel territorio Trino
Important Bird Area 025

3) L’intero territorio del Comune di Trino risulta caratterizzato dalla presenza di una falda superficiale quasi affiorante, con vulnerabilità elevata, di numerosi laghi di cava e di importanti risorse idriche del sottosuolo, nonché dalla estrema vicinanza di un importante impianto termoelettrico da 8090 MWe, ed è pertanto escluso dai criteri CE10, CE14, CA08, CA13.

Importanti risorse idriche nel sottosuolo: spessore degli acquiferi, da Studio Regione Piemonte
Presenza di estese coltivazioni di riso con irrigazione stagionale che influenza ulteriormente il livello della falda superficiale

4) Nel territorio de Comune di Trino risultano presenti numerose faglie capaci, e risulta pertanto escluso dal criterio CE03.

Le faglie capaci di Trino, dal portale ITHACA

5) Trino è molto lontana dal baricentro dei materiali radioattivi da conferire al Deposito Nazionale, e questo comporterebbe la necessità di effettuare trasporti nucleari molto più lunghi, con l’aumento ingiustificato dei rischi, risulta pertanto con un basso ordine di idoneità.

A più alta attività. A più bassa attività

Materiali radioattivi da conferire al Deposito Nazionale da ogni regione

Se il Deposito Nazionale dovesse per ipotesi essere collocato nel territorio del Comune di Trino sarebbero necessari trasporti nucleari per circa quattordici milioni di chilometri, contro un valore medio di 13 milioni di km e un valore minimo di 9,4 milioni di km per le altre aree CNAPI.

Alla fine il territorio del Comune di Trino risulta non idoneo per la realizzazione del Deposito Nazionale per il nucleare in quanto non soddisfa i seguenti criteri:

CE03 Fenomeni di fagliazione
CE04 Pericolosità idraulica
CE10 Livelli piezometrici affioranti, laghi
CE11 Aree naturali protette
CE12 Distanze dai centri abitati
CE13 Distanze da Strade e ferrovie
CE14 Importanti risorse
CE15 Dighe e alluvioni conseguenti
CA08 Idrogeologia
CA10 Important Bird Area
CA11 Risaie con agricoltura biologica
CA13 Presenza Centrale EP

ed inoltre sarebbe caratterizzato da un basso ordine di idoneità: non è pertanto possibile far finta di non vedere tutte queste numerosissime ragioni di esclusione!

Gian Piero Godio

Legambiente e Pro Natura del Vercellese

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