I “No Green Pass” come pretesto per vietare la libertà di manifestare

Per tutto lo stato d’emergenza pandemico, con delle perfette tecniche mediatiche di propaganda, si è portato la gente a guardare il dito perdendo di vista la luna, dando adito al divide et impera che la politica del governo Draghi è stata molto abile a giostrare a suo piacimento. Mentre si applicavano strumenti discriminatori come il Green Pass, si induceva anche la gente a scannarsi su questo dispositivo permettendo al governo Draghi, senza alcuna attenzione mediatica, di gettare le basi per privatizzare l’acqua nonostante un referendum, proporre leggi pensionistiche che creeranno nuovi poveri, avviare riforme classiste della giustizia, fare piani di investimento per le grandi aziende ignorando per l’ennesima volta i lavoratori, permettere la “libertà di licenziamento” senza alzare un dito, candidare Berlusconi a Presidente della Repubblica o, addirittura, parlare di semipresidenzialismo in caso venisse eletto Mario Draghi. Il “governo neoliberista di unità nazionale”, guidato da Draghi, continua a sostenere, nonostante tutti gli studi dimostrino l’esatto contrario, che le privatizzazioni “rafforzano la giustizia sociale, la qualità e l’efficienza dei servizi pubblici, la tutela dell’ambiente e il diritto alla salute dei cittadini”. Per avere i soldi del PNRR, l’Europa del grande capitale pretende sia fatta la sua volontà di rapinare i poveri per dare ai ricchi.

Ultimamente si inizia a percepire che, con il pretesto della pandemia, si sono prese decisioni anti-democratiche che, oltre ad aver attaccato i diritti fondamentali e le libertà civili, oggi si apprestano a limitare il diritto alla libertà di manifestare. Un precedente pericoloso per un diritto che non può essere contingentato, così come il diritto ad essere curati gratuitamente. I diritti costituzionali vanno tutelati sempre e derogare da essi apre a derive rischiose.
Con il pretesto delle manifestazioni No Green Pass, governo e sindaci vietano i cortei e manifestazioni nelle città, a dimostrazione del fatto che i primi siano diventati ormai un capro espiatorio funzionale ai secondi il cui vero obiettivo è vietare e prepararsi a reprimere le lotte della classe lavoratrice a fronte della macelleria sociale che questo governo di banchieri e Confindustria sta portando avanti a colpi di inflazione, legge Fornero, privatizzazioni, tagli a scuola, sanità e stato sociale, nella “distrazione” più totale.

Nel frattempo il Governo neoliberista di Mario Draghi riesuma e applica il codice del lavoro fascista per massacrare i diritti dei lavoratori e permettere ai capitalisti di fare profitti sull’ipersfruttamento. Vedasi ciò che sta facendo con i lavoratori di ex-Alitalia, con il benestare di tutto il Parlamento, da Fratelli d’Italia al Pd. Questo dovrebbe portare a indire uno sciopero generale, ma non sembra che sia all’ordine del giorno.

La limitazione ai cortei non riguarda solo le manifestazioni No Green Pass, ma bensì tutti i cortei, come dimostrato dalla limitazione del corteo a Roma contro il G20 e per il clima.
“Da domani 10 novembre saranno vietati i cortei, e questo vale per tutte le manifestazioni non solo per quelle no vax” – questo ciò che ha dichiarato ieri Carlo Sibilla, sottosegretario M5S all’interno. La stretta del Ministro dell’Interno Lamorgese contro le manifestazioni “No green pass” in Italia vieterà anche i cortei nei centri storici delle città, in tutte le vie dei negozi e in prossimità dei punti “sensibili”. Inoltre, come ha dichiarato Marco Bersani, giornalista di Attac-Italia, ai microfoni di Radio Onda D’Urto: “Il nuovo pacchetto di provvedimenti non disconosce il diritto a manifestare, ma lo colloca dopo il ‘diritto’ dei cittadini a non partecipare ai cortei e dopo il ‘diritto’ dei commercianti agli usuali benefici dallo shopping natalizio”. Dunque saranno vietati i cortei nei centri storici delle città, in tutte le vie dei negozi e in prossimità dei punti sensibili. E, laddove non ci siano “particolari esigenze e garanzie”, saranno vietati i cortei e permesse solo manifestazioni statiche.

Tra gli altri motivi, il Ministero dell’Interno ricorda quelli “economici” in quanto i cortei ‘no green pass’ farebbero “perdere il 30% del fatturato” – stando a quanto detto dal presidente di Confcommercio Carlo Sangalli a margine dell’apertura del Forum di Conftrasporto, rispondendo a una domanda sull’effetto delle manifestazioni sul settore che rappresenta, aggiungendo che i cortei “che si susseguono ogni sabato sono inaccettabili”.
Comunque il fatto che le ragioni per limitare il diritto di manifestare non siano ragioni di carattere sanitario, ma volte a “proteggere le attività economiche”, svela come queste restrizioni siano armi a doppio taglio, togliendo quel velo di ipocrisia sulla gestione pandemica nella sua complessità. La linea del “fate sciopero ma senza creare danni economici” cui aspira Draghi, ovvero annulliamone l’efficacia, trova una sua continuità e coerenza con i Decreti Sicurezza di Salvini. D’altronde per un governo di Confindustria, sostenuto anche da Salvini, come potrebbe essere altrimenti?
Solo ieri, per trovare motivazioni sanitarie, la Lamorgese ha dichiarato che le restrizioni al diritto a manifestare sono anche per difendere la gente perbene, che segue le regole, che si è vaccinata e che ha il diritto a vivere in luoghi sicuri. Questa esternazione, dopo la “verifica del moto ondulatorio del mezzo” è l’ennesima plateale presa in giro all’intelligenza dei cittadini.

Ma siamo seri? Di quali regole stiamo parlando? Chi non si vaccina non rispetta le regole? C’è per caso l’obbligo vaccinale? Si vuole per caso far passare il messaggio che i non-vaccinati sono criminali? Ma stiamo scherzando? Con quali motivi scientifico-sanitari oggettivi si prendono disposizioni di questo tipo?
Uno tra i più importanti epidemiologi tedeschi, il Professore Alexander Kekulé, medico e biochimico tedesco, docente di Virologia all’Università di Halle-Wittenberg, in Sassonia-Anhalt, e dirigente dell’Istituto di Microbiologia Medica della stessa Università, ieri in un’intervista al Corriere della Sera ha dichiarato che nella crescita dei contagi da Coronavirus c’entra anche la troppa libertà data ai vaccinati. È la stessa cosa che ha detto Report, riportando lo studio dell’ente sanitario statunitense più autorevole, il CDC, cercando di smentire o ridicolizzare politici che si sono improvvisati virologi e virologi che si sono improvvisati politici. Quindi perché i vaccinati dovrebbero avere il diritto di vivere in posti sicuri se anche loro, secondo questa narrazione, contribuiscono a non renderli sicuri?

Siamo di fronte ad una schizofrenia senza logica, ma che risulta funzionale ad una giustificazione per limitare il diritto di manifestare. Una misura che apre la strada a precedenti gravissimi. Ecco servito su un piatto d’argento l’occasione per demolire del tutto il diritto di manifestazione e, perché no, anche di espressione e di sciopero.

Un modello, come ha affermato Frank Cimini, giornalista di giustiziami.it, che era già stato tentato nel 2009, quando ministro dell’Interno era il leghista Roberto Maroni e l’Italia era segnata da manifestazioni quotidiane degli studenti. Il 26 gennaio di quell’anno, dopo mesi di proteste e scontri in piazza con le forze dell’ordine, fu emanata una direttiva che prevedeva di «limitare l’accesso ad alcune aree particolarmente sensibili per motivi sociali, culturali o religiosi o che siano caratterizzate da un notevole afflusso di persone o nelle aree nelle quali siano collocati obiettivi critici». Ma consentiva anche di «sottrarre alcune aree alle manifestazioni e prevedere forme di garanzia per gli eventuali danni». Con un obiettivo dichiarato: «Garantire il diritto di riunirsi e manifestare liberamente, preservando allo stesso tempo l’ordinato svolgimento della convivenza civile».

In questo paese l’emergenza pandemica è fin dall’inizio gestita con arroganza, presunzione, repressione da un ministro e due governi che non hanno nemmeno attuato in tempo il piano pandemico all’epoca in vigore e non aggiornato dal lontano 2006. Il governo Draghi sancisce che lo shopping viene prima della democrazia e che l’articolo 17 della Costituzione venga calpestato con disinvoltura. Ricordiamo che questa visione del primato dell’economia ha già fatto danni enormi rallentando l’adozione di misure per il contenimento del contagio. Pur di non fermare Bergamo, Milano e le fabbriche della Lombardia non si garanti la preminenza costituzionale del diritto alla salute. Si tratta dell’ennesima conferma che questo è un governo di destra neoliberista e anticostituzionale. I novax sono una scusa, non vi sono ragioni per impedirgli di manifestare e per imporre divieti e limitazioni a tutte/i, in assenza di oggettive ragioni sanitarie. Come ha ricordato Maurizio Acerbo, in un suo comunicato recente: “Una simile limitazione delle libertà costituzionali non ci fu neanche negli anni delle stragi e della strategia della tensione. Invece di sciogliere i gruppi neofascisti il governo usa i novax per limitare e rendere invisibile la protesta sociale”.

A quanto pare, in Italia e non solo, c’è un’emergenza democratica e ancora in poco se ne stanno accorgendo.
https://www.ansa.it/sito/notizie/cronaca/2021/11/10/green-pass-manifestazioni-sala-lamorgese-tutelare-cittadini-arriva-direttiva_0fd30026-af07-47e1-b122-558a9361e790.html

https://www.radiondadurto.org/2021/11/10/vietato-manifestare-in-centro-per-difendere-lo-shopping-natalizio/

di Lorenzo Poli

Collaboratore redazionale del Mensile LavoroeSalute

11 novembre 2021

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