Il dato inquie­tante sulla pro­du­zione di pol­veri sot­tili pre­sente nel can­tiere di Chio­monte giunge ina­spet­tato, e non è l’unica novità nell’intricata vicenda Tav in val Susa. Ogni giorno, da marzo a set­tem­bre 2013, sono stati effet­tuati da un cen­tra­lina cam­pio­na­menti sulla qua­lità dell’aria; quasi cen­to­no­vanta giorni di ana­lisi durante i quali sono stati rile­vati ottan­totto sfo­ra­menti di Pm 10, Mate­ria Par­ti­co­lata

Tav, è allarme polveri chimiche

Le nuvole di pol­vere che avvol­gono il can­tiere di Chio­monte in val Susa nelle belle gior­nate di sole sono visi­bili da chi­lo­me­tri di distanza. Per que­sta ragione i dati recen­te­mente pro­dotti da Ltf, la società respon­sa­bile della parte inter­na­zio­nale della fer­ro­via Torino-Lione, rela­tivi alle pol­veri sot­tili che si spar­gono sul ter­ri­to­rio trac­ciano un qua­dro a tinte fosche.

Ogni giorno, da marzo a set­tem­bre 2013, sono stati effet­tuati da un cen­tra­lina cam­pio­na­menti sulla qua­lità dell’aria; quasi cen­to­no­vanta giorni di ana­lisi durante i quali sono stati rile­vati ottan­totto sfo­ra­menti di Pm 10, Mate­ria Par­ti­co­lata. La peri­co­lo­sità di que­ste micro­pol­veri è con­na­tu­rata alla loro com­po­si­zione chi­mica, ma in gene­rale la comu­nità scien­ti­fica non ha dif­fi­coltà a rite­nere che pos­sano essere fonte di pato­lo­gie quali asma e affe­zioni cardio-polmonari. La nor­ma­tiva vigente pre­vede che gli sfo­ra­menti gior­na­lieri com­ples­sivi non pos­sano essere supe­riori a tren­ta­cin­que nell’arco di un anno. I risul­tati quindi non lasciano molti mar­gini di inter­pre­ta­zione: in soli sei mesi di ana­lisi i limiti sono stati supe­rati di quasi tre volte. Una pro­ie­zione media annuale di que­sti dati porta ad un numero di sfo­ra­menti pari a cen­to­set­tanta giornate.

Que­sti numeri sono stati defi­niti «grezzi» da Ltf, che aggiunge: «Le rive­la­zioni nor­mate hanno sem­pre evi­den­ziato con­cen­tra­zioni molto infe­riori». Inol­tre le pol­veri gene­rate dagli scavi sareb­bero meno peri­co­lose di quelle emesse dal traf­fico veicolare.

Il can­tiere ove si sta bucando la mon­ta­gna è situato in val Cla­rea, valle paral­lela alla val Susa. A poche cen­ti­naia di metri dallo scavo corre l’autostrada e, come soste­nuto dagli esten­sori dei dati, il traf­fico potrebbe inci­dere sui risul­tati otte­nuti. Ma i dati rela­tivi agli stessi periodi di cam­pio­na­mento, rile­vati nel 2011 e 2012, periodi di appron­ta­mento del can­tiere e prime opere, evi­den­ziano una pro­gres­sione costante negli sfo­ra­menti. Ad esem­pio due anni fa il supe­ra­menti dei limiti di legge erano uno ogni dieci giorni cam­pio­nati, lo scarso anno si è arri­vati ad un giorno su due. A que­sto si aggiunga che il traf­fico vei­co­lare lungo l’autostrada gestita dalla Sitaf non pare essere aumen­tato, ed anzi in dieci anni il numero di pas­saggi è dimi­nuito del 10% circa. Cosa potrebbe esserci quindi alla base di una situa­zione che appare allar­mante? Forse l’intenso uti­lizzo di mezzi mili­tari, noto­ria­mente molto inqui­nanti, potrebbe aver influito su dati finali. Ma que­sti sono pur sem­pre un sot­to­pro­dotto del can­tiere, quindi non eli­mi­na­bili e comun­que il periodo preso in esame non aveva ancora in corso d’opera lo scavo del tun­nel con l’utilizzo della enorme talpa ora pre­sente nella mon­ta­gna. Luca Giunti, tec­nico della Comu­nità Mon­tana, com­menta: «Que­sta non è una situa­zione inu­suale in Ita­lia, pur­troppo. Si pensi a una città come Torino che ogni anno si trova con sfo­ra­menti oltre i limiti di legge già prima dell’inizio della pri­ma­vera. Noi tec­nici quindi non pos­siamo che pren­dere atto dei numeri e delle ras­si­cu­ra­zioni for­nite da Ltf, che non ci tran­quil­liz­zano. Fac­cio appello all’Agenzia Regio­nale per la Pro­te­zione Ambien­tale e al sin­daco di Chio­monte affin­ché moni­to­rino una situa­zione che mi appare molto pre­oc­cu­pante. Chie­diamo che venga rispet­tata la legge, se il can­tiere genera quel sur­plus che rende la situa­zione peri­co­losa devono essere presi dei provvedimenti».

Il dato inquie­tante sulla pro­du­zione di pol­veri sot­tili pre­sente nel can­tiere di Chio­monte giunge ina­spet­tato, e non è l’unica novità nell’intricata vicenda Tav in val Susa. La pas­sata set­ti­mana Mauro Moretti, ammi­ni­stra­tore dele­gato di Fer­ro­vie dello Stato, ha «pro­mosso» l’ingegnere Marco Ret­tin­ghieri alla dire­zione tec­nica di Ital­ferr. Mossa inat­tesa e for­te­mente sim­bo­lica. Due espo­nenti minori del Pd, Ste­fano Espo­sito e Davide Borioli, hanno accu­sato senza mezze misure Mauro Moretti di boi­cot­tag­gio della Torino-Lione. Ma secondo altri espo­nenti tori­nesi di area ren­ziana l’ostinato silen­zio del capo del governo sulla vicenda alta velo­cità sarebbe volto a una pro­gres­siva disar­ti­co­la­zione della tratta , ormai con­si­de­rata anti­sto­rica. Can­cel­la­zione che por­te­rebbe a un sostan­zioso van­tag­gio per le disa­strate casse del Paese. 

Maurizio Pagliasotti

19/3/2014 www.ilmanifesto.it

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