Il decreto di agosto e quella santa alleanza del potere che lascerà insoddisfatti i reali bisogni del paese

Il decreto di agosto dovrà affrontare e risolvere innumerevoli problemi, ad esempio ampliare e potenziare gli ammortizzatori sociali consentendone un accesso rapido soprattutto ai lavoratori e alle lavoratrici che, dopo mesi, attendono ancora i soldi.

La decisione della direzione Inps di riaprire gli sportelli al pubblico è stata dettata da ragioni di carattere politico e di opportunità a fronte di migliaia di pratiche non evase ma è indubbio che i quasi ventennali tagli degli organici all’Istituto siano tra le cause di innumerevoli disservizi. Per essere chiari la responsabilità di questa situazione caotica non è del personale Inps ma di quanti hanno messo in ginocchio l’Istituto (sarebbe stato sufficiente assumere negli anni scorsi) e di un utilizzo dello smart discutibile senza un adeguato supporto informatico e di collegamento alle reti. Questo non siamo noi a dirlo ma perfino i sindacati del comparto ministeriale. Fatto sta che troppi lavoratori oggi sono alla canna del gas e senza ammortizzatori sociali, una autentica vergogna alla quale porre immediato rimedio.

I risultati del secondo trimestre, – 12,6 del Pil, spingeranno il Governo a chiudere la partita dei prestiti europei con il sostegno confidustriale che ha già presentato proposte , a loro uso e consumo, su come utilizzare questi fondi.

Rispetto a Maggio ci sono 46 mila occupati in meno, quasi 100 mila inattivi e 146 mila disoccupati, migliaia di contratti stagionali a tempo determinato non sono stati rinnovati a conferma che quando si parla di occupazione facciamo per lo piu’ riferimento a contratti precari e non stabili.E a farne le spese sono soprattutto giovani under 25 e donne, altro dato eloquente che fotografa un mercato del lavoro con evidenti disuguaglianze anche in merito alle opportunità offerte.

Il decreto di Agosto si sta muovendo attorno ad alcuni nodi, ad esempio il calo di fatturato per accedere agli ammortizzatori sociali dei quali, nei mesi pandemici, hanno beneficiato tante aziende furbette. Per Confindustria il Governo dovebbe tenere conto invece della crisi e allargare le maglie degli ammortizzatori e non estendere al 31 Dicembre il divieto dei licenziamenti collettivi.

Si capisce allora perchè, a poche ore dal voto, non esista del decreto un testo di riferimento attendibile ma solo una bozza in fieri sulla quale stanno ancora litigando soprattutto nella parte relativa alle misure da intraprendere in tema di lavoro.

Il ruolo dei Renziani merita attenzione perchè fanno da sponda non solo a Confindustria ma anche a settori della destra liberista, ad esempio chiedono al Governo di muoversi sul versante finanziario ” per convogliare il risparmio privato verso le Pmi, per estendere esteso il fondo di garanzia alle imprese del terzo settore rinviando i pagamenti delle tasse autunnali, incluso l’acconto delle partite Iva”.

Argomenti che da soli fanno intendere quali siano i settori da privilegiare con la possibilità che i padroni incassino ulteriori sgravi contributivi e nel frattempo ritardare di qualche mese i licenziamenti collettivi per consentire al Governo di approvare, senza conflitto sociale e scioperi, la manovra autunnale arrivando indenni al 2021 con l’arrivo dei Fondi europei.

Il ruolo dei sindacati rappresentati è attendista, si limitano a invocare ammortizzatori sociali e la proroga del divieto di licenziamento senza mai entrare nel merito , settore per settore, di cosa accadrà da Settembre in poi.

All’orizzonte intravediamo un nuovo patto tra sindacato e Governo , una sorta di grande pacificazione sociale che è destinata a infrangersi contro gli ammortizzatori sociali mai arrivati, gli appetiti padronali, la incertezza sulla riapertura delle scuole e la crisi che attraversa il variegato mondo degli appalti al ribasso.

All’orizzonte per tutti si presenterà una scelta dirimente: o far parte della nuova santa alleanza pacificatrice tra Governo e sindacati o provare a rimettere in campo i bisogni reali delle classi subalterne che potrebbero diventare presto facile preda delle destre sociali ed economiche. E la scelta di campo diventa piu’ che mai dirimente non per regalare consensi al Governo e alla sinistra del Mes ma per rimettere un gioco una opzione di classe, consapevoli che i patti e i compromessi da 40 anni a questa parte hanno solo indebolito il potere di acquisto e di contrattazione dei lavoratori e delle lavoratrici.

Federico Giusti

2/8/2020 http://www.controlacrisi.org

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