IL GRANDE AFFARE DELLA GEOTERMIA: nè sostenibile, nè rinnovabile, ma sorretta da enormi contributi pubblici. Il primo libro nella storia italiana che traccia un quadro molto critico della geotermia, tanto più ora che si sta espandendo fuori dalla Toscana, in altre regioni del Belpaese. Seguendo profitti e incentivi statali, si fa strame della salute delle popolazioni coinvolte. Con la Prefazione di Valerio Gennaro, epidemiologo.

Il grande affare della geotermia è stato possibile grazie ad un’accurata manipolazione mediatica. E continua ad esserlo. Chi non ha pensato, fino a pochi anni fa che la geotermia fosse realmente – seguendo acriticamente e superficialmente la propaganda Enel – una fonte di energia  rinnovabile e pulita ?

Perfino l’ambientalismo moderato – esemplare il caso degli “Amici della terra”-  l’ha coccolata, protetta, perfino promossa, salvo doversi smentire amaramente, di fronte all’evidenza terribile, venuta alla luce negli ultimi anni, per merito di pochi militanti.

Seguendo le lotte dei lavoratori scoibentatori dei vapordotti rivestiti di amianto – ancora in corso, comprese lunghe e difficili cause giudiziarie  – un numero sempre maggiore di persone si è resa e si sta rendendo conto che la realtà della geotermia è molto diversa da quella che ci avevano raccontato i padroni del vapore … geotermico. Arsenico, mercurio, cromo, radon, acido solfidrico, acido borico ecc, emessi a migliaia di tonnellate in atmosfera e nelle acque sono solo una parte della realtà reale della geotermia toscana. La perdita di enormi quantità di acqua dolce sono un’altra parte degli effetti disastrosi, a cui va aggiunta la sismicità indotta dalle grandi estrazioni di vapore geotermico, conosciuta da decenni.

Il recentissimo ed autorevole Rapporto ICHESE ha aggiunto conoscenze decisive sulla sismicità indotta dalle grandi  estrazioni minerarie nella Pianura Padana, e le responsabilità nel devastante sisma del  maggio 2012 in Emilia, con 27 morti e lo sterminio di capannoni, abitazioni e monumenti. D’altra parte Medicina Democratica – sulla base di uno studio del CNR – denuncia da decenni lo sprofondamento e le subsidenze di Venezia, patrimonio unico dell’umanità, a causa delle fortissime estrazioni di metano, in terra ed in mare.

L’altra opacità della geotermia è legata al Protocollo di Kyoto: questo accordo internazionale, siglato nel 1997 (al quale non hanno aderito gli USA) prevede misure obbligatorie per diminuire le emissioni di “gas serra” in atmosfera, per contrastare i cambiamenti climatici e il surriscaldamento del pianeta  (si veda lo Studio Basosi Bravi in Appendice , e il Piano energetico della Provincia di Siena, tutto basato su geotermia, biomasse e inceneritori, al link a pag. 28 http://www.provincia.siena.it/var/prov/storage/original/application/6e533569fe2513a28f1e1fb0a87e00e9.pdf). Ma la geotermia è esclusa dagli obblighi di diminuzione dei gas climalteranti anidride carbonica (CO2), metano, protossido di azoto, idrofluorocarburi. Anzi, è incentivata dallo stato con  i “certificati verdi”: paghiamo noi cittadini in bolletta l’inquinamento della geotermia, come quello degli inceneritori ….

Le enormi perdite di acqua dolce meriterebbero un libro a parte, data la rilevanza del problema. In parte questo lavoro è stato compiuto da Maurizio Marchi con il libro “Non ce la date a bere, l’acqua nella Toscana occidentale tra inquinamento e privatizzazioni” (www.ilmiolibro.it 2011), e da Roberto Barocci con il libro “Arsenico e scellerati progetti” (Stampa alternativa 2012), ma il disastro sull’acqua toscana è in continua evoluzione e meriterebbe aggiornamenti continui. Qui ne daremo alcuni cenni, più legati alla geotermia.

La geotermia non è rinnovabile, al contrario del mantra circolante, ed assunto dall’opinione pubblica superficialmente. Valga per tutte la valutazione del Prof. Eros Bacci, 1998 (Università di Siena),  in “Energia geotermica – Impieghi, implicazioni ambientali, minimizzazione dell’impatto” pubblicato a cura di ARPAT,  e rilanciata dal geologo Ugo Chessa al Parlamento italiano il 5 marzo 2014. Scrive Bacci:

 “Da studi condotti sia su campi a vapore secco (Larderello, The Geysers) che a liquido dominante (Wairakei, Monte Amiata) è stato osservato che nei primi 2-3 anni di attività la quantità di vapore prodotto si riduce del 7-8% all’anno, per poi declinare con un tasso annuale del 12%. Si considera normale, nei primi 10 anni di attività, un declino del 10-12% all’anno, che porta il pozzo, in questo intervallo di tempo, a circa il 30% della portata iniziale. Fatto questo che fa mettere il pozzo fuori produzione, rimpiegandolo, eventualmente, come pozzo di reiniezione dei condensati nel serbatoio.”

Quindi, nei primi dieci anni di attività, un pozzo geotermico riduce la sua portata (e quindi la sua potenza) del 70 %, per poi esaurirsi del tutto.

Con questo lavoro intendiamo raccogliere e rendere di pubblico dominio le conoscenze che sono state accumulate negli ultimi anni dai comitati di lotta e da alcune associazioni – come il Forum Ambientalista e Medicina democratica – in totale controtendenza alla propaganda di aziende grandi e piccole, delle istituzioni a tutti i livelli e del sottobosco della politica, che dalla geotermia trae vantaggi clientelari.

Ci sentiamo quasi obbligati a fare questo lavoro proprio adesso perché – grazie alle dissennate “liberalizzazioni” di Letta e Bersani di oltre un decennio fa, e l’applicazione di Marzano-Scaiola-Berlusconi negli ultimi anni – la geotermia in Toscana sta per moltiplicarsi per 10 volte, e si sta estendendo ad altre regioni, Umbria, Lazio, Emilia, Sardegna, nonostante le evidenze negative in Toscana.

Così come è stata concepita e  applicata finora – compresa la nuova centrale in costruzione sull’Amiata, Bagnore 4 – la geotermia è improponibile in Italia, un territorio altamente sismico e densamente popolato, con la risorsa idrica chiaramente in tracollo. Per concludere questa breve introduzione, che sarà argomentata nei vari capitoli, possiamo e dobbiamo anticipare che la geotermia – così come conosciuta finora – si è configurata come un vasto disastro ambientale e sanitario, che darà i suoi effetti nocivi per decenni. A fronte di un modestissimo contributo alla produzione elettrica.

Rivolgiamo un grazie vivissimo a tutti coloro, e sono tanti, che da anni si battono contro questa geotermia.

Maurizio Marchi  Roberto Barocci      

 

http://reader.ilmiolibro.kataweb.it/static/resources/imgs/libro_overlay_hover.png

                                                

 

Sotto, l’indice del libro

Capitolo 1°

                                                            1.1 Geotermia: poca energia, tanto inquinamento, grandi profitti                                pag.  6       

                                                            1.2 Il piano energetico regionale e l’impatto ambientale della geotermia                  pag. 15

                                                            1.3  Geotermia anche a Chiusdino e Montalcino                                                                pag. 27

                                                            1.4 La casta politica toscana autorizza, copre ed incassa le briciole                              pag. 40

                                                            1.5 I ritardi della Toscana, dell’Italia, della UE sulle rinnovabili vere                           pag. 45 

                                                            1.6 La geotermia non è soggetta agli obblighi di Kyoto, anzi è incentivata                pag. 49

                                                            1.7 Il Piano energetico della Toscana 2013, green economy all’arsenico                    pag. 51

                                                            1.8 Decine di autorizzazioni a nuove esplorazioni concesse prima del Piano Regionale pag. 61

Capitolo 2°

                                                            2.1 La nocività della geotermia nella Ricerca ARS del 2010.  Morti ed ammalati non contano                                                                                                                                       pag. 84           

                                                            2.2 Bramerini: “Nelle aree geotermiche una buona qualità della vita”                        pag. 89  

                                                            2.3 Sull’Amiata si muore più che a Larderello. A Larderello si muore più che in Toscana                                                                                                                      pag. 95

Capitolo 3°

                                                            3.1 Lo sfruttamento geotermico si espande in altre regioni, seguendo gli incentivi statali (Umbria, Lazio, Sardegna, Emilia)                                                                                                         pag. 111

                                                            3.2 E pensano perfino di impiantarla in mare ….                                                             pag. 127

                                                            3.3 la geotermia toscana come vetrina per affari all’estero                                          pag. 129           

                                                            3.4 La “bassa entalpia”, un cavallo di Troia ?                                                                     pag 130         

Capitolo 4°

                                                            4.1 La sismicità indotta dalla geotermia: le esperienze toscana, svizzera, statunitense pag. 133

                                                            4.2 La ribellione al fracking inEuropa                                                                                  pag. 140

                                                            4.3 Il Servizio sismico svizzero sulla sismicità in geotermia                                           pag. 141

                                                            4.4  Il Rapporto ICHESE sulla sismicità indotta dalle trivellazioni in Emilia.              pag. 143

Capitolo 

                                                            5.1 Il caso esemplare della centrale Bagnore 4 in AMIATA                                     pag 148      

                                                            5.2 il curioso caso dell’estrazione di CO2 a Certaldo                                               pag. 159

                                                            5.3  l’acqua in Val d’Elsa                                                                                             pag. 163       

                                                                      

 

 

APPENDICE

1-                                                          Dalla Rivista  Epidemiologia e Prevenzione “STATO DI SALUTE DELLE POPOLAZIONI RESIDENTI NELLE AREE GEOTERMICHE DELLA TOSCANA”                                           pag. 170

2-                                                          Raccomandazioni dell’ISS sul radon                                                                        pag. 185     

3-                                                          Basosi e Bravi “L’impatto ambientale della produzione elettrica da selezionate centrali geotermiche in Italia” marzo 2014                                                                                    pag. 189                                                                                         

4-                                                          Il Piano energetico della Regione Toscana 2012-2015 sulla geotermia, Stralcio dal PAER                                                      http://www.regione.toscana.it/documents/10180/11279974/A.3_Allegato_4_Energia_Geotermica_in_Toscana.pdf/5abac92d-372c-4add-8736-edd307174538                      pag 195

5-                                                          Arsenico nell’acqua: un evento naturale? Sos geotermia                                              pag. 200        

6-                                                          Per non dimenticare: 25 anni fa 4 morti alla raffineria di Livorno per l’acido solfidrico      Pag. 202    

7-                                                          Copertina del Rapporto  ARS  2010                                                                            pag. 204  

8-                                                          Foto degli autori del presente libro                                                                           pag. 205

0 commenti

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Sentitevi liberi di contribuire!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *