Il piccione sulla scacchiera

È da tempo che ci rifletto silenziosamente. Fatemi fare un punto della situazione filosofica, e soprattutto lessicale, a modo mio. Come è ovvio può essere una riflessione otenzialmente sbagliata. Ma per amor di discussione, seguite il ragionamento di fondo sull’uso delle parole.

Ultimamente la propaganda usa i termini “populismo” e “complottismo” per accomunare due visioni diametralmente opposte.
Gran parte dell’area liberale, da destra a sinistra, si dichiara moderata e ultimamente torna a dirsi antifascista ma sembra ripercorrere gli errori del secolo scorso sottovalutando i pericoli dell’imperialismo e le rivendicazioni di diritto e dignità dei popoli. Si vedano ad esempio i NoTav, i Gillet Gialli, e così via. Si allea da destra a sinistra in un centrismo capitalista ma gioca a ricostruirsi l’imene come se non avesse partecipato a bombardare mezzo mondo, privatizzare le risorse pubbliche e smantellare la costituzione in un ping-pong parlamentare durato trent’anni fino al recente referendum di riduzione dei parlamentari. Insomma secondo me persevera nell’errore.

La suddetta area sedicente moderata diversamente da quella libertaria, si guarda bene dal ritirare il suo appoggio alle aggressioni NATO nel rispetto della costituzione o riabilitare l’articolo 18. E cos’è questo se non fascismo?

Persino Berlusconi sembra diventato un bravo antifascista. Lui che oggi è apparentemente schierato in direzione opposta a Salvini e Meloni. Qualcuno dice che sia perché in fondo è un moderato. Una persona responsabile.
Io ho l’impressione che invece siano tutti gli altri ad essersi spostati parecchio a destra, verso Berlusconi, a sostegno di quel suo fascismo a cavallo tra la destra liberale e quella interamente liberista che fa di tutto per contenere i libertari, unici veri antifascisti di questa storia, che per anni si sono presi le botte dalla polizia violenta, sempre venerata e ringraziata dai partiti di “centro-qualcosa”.

Se non basta a chiarire la situazione allora basti osservare lo scacchiere globale:

Non solo gli USA ma anche i principali paesi europei, con la complicità dell’area dei moderati italiani fin dai tempi di d’Alema, negli anni ha invaso militarmente il Kosovo, l’Afganistan, l’Iraq, la Siria, la Libia, l’Ucraina, ha messo un dittatore militare in Egitto, sta minacciando la Bielorussia, la Russia, la Corea del nord, il Venezuela. Dimentico niente? Ad esempio il silenzio sul genocidio dei palestinesi e dei kurdi? Siamo sicuri che questo comportamento sia da moderati? E quindi hanno senso le quantomeno superficiali definizioni di “complottismo” e “populismo”?

Lascio a voi lettori il giudizio su questa mia riflessione. Ma ci tengo a precisare: se da questo articolo deducete che io sia pro-Russia o pro-UE/USA non mi sono spiegato:
Adesso come adesso non sono pro-nessuno, in certi casi per ovvia discordanza ideologia, in certi altri per meno ovvia discordanza politico-strategica. Come i sessantottini del tempo passato non vedo di buon occhio nessun verticismo men che mai se militarista, specialmente se attua una politica interna repressiva e conservatrice. Nel secolo scorso, come Rosa, non avrei apprezzato il militarismo di Stalin, ma non per questo lo avrei confuso con Hitler. La vita non è una partita di calcio e non esistono solo due squadre ma impercettibili sfumature. E di conseguenza ritengo i termini “populista” e “complottista” una mera arma dialettica di propaganda denigratoria che cerca di accomunare persone di alta qualità intellettuale a soggetti abbastanza squallidi. Ma la differenza è lampante ed i liberali dovrebbero ricordare i loro errori storici e, tra le altre cose, ripudiare questa terminologia.

Delfo Burroni

Informatico. Collaboratore di Lavoro e Salute

21/9/2020 Tortona (AL)

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