“Cambiare il lavoro, cambiare l’impresa e la produzione, promuovere i beni comuni”. L’autogestione fa strada.

Sono state due belle giornate quelle dell’incontro seminariale sulle fabbriche autogestite, che Transform! europe e Transform! italia hanno promosso in collaborazione con la fondazione Cercare ancora (Alfonso Gianni) e l’associazione Altra Mente (Roberto Musacchio).
La presenza ed il contributo di Pierre Dardot (in uscita il suo ultimo libro “Del comune o della rivoluzione nel XXI secolo” ed. Derive Approdi) che ha bene illustrato come anche queste riappropriazioni possano essere definite parte della sfera dei beni comuni, proprio nel giorno della ricorrenza del 4 anniversario dei 27 milioni di si nel referendum in difesa dell’acqua pubblica, ha fatto seguito all’introduzione di Fausto Bertinotti, che ha aperto una riflessione con una analisi dei processi storici di trasformazione del modello capitalistico e della creazione di nuove forme di relazione con i territori. Tutte esperienze, quelle delle fabbriche recuperate che, partire dalla vicenda argentina, come ci ha indicato Claudio Tognonato della università Roma tre, sono state in grado di valorizzare quella “prossimità” distrutta dalla crisi globale.

Le giornate di studio hanno avuto il merito di aver messo in relazione queste esperienze con il lavoro del parlamento europeo e in particolare con il gruppo parlamentare del GUE-NGL grazie alla presenza della deputata europea Eleonora Forenza e con il neo costituito intergruppo sui beni comuni, formato da parlamentari socialisti, verdi del gruppo dell’EFDD oltre che al GUE-NGL, presentato nell’occasione da una delle promotrici Elisabetta Cangelosi.

Ma soprattutto hanno creato uno spazio di discussione dove si sono incontrate esperienze dirette di “resilienza” come Officine zero di Roma (Elisa Gigliarelli) e quella della VI.Ome di Salonicco (Ioakin Anagnostou), o come le forme di cooperazione nate in Italia con la legge Marcora (Alberto Zevi) o con la presenza di ricercatori e attivisti di Italia (Aloscia Castronovo), Spagna (Alberto Noguera), Slovenia ( Blaz Gselman e Anej Korsika) e Francia (Benoit Borritz e Chantal Delmas). Anche affrontando a “viso aperto” delle questioni di merito che non possono essere sottaciute a partire dalla “deviazione dal fine originario” che alcune esperienze italiane del mondo cooperativo hanno mostrato, o dalla riproducibilità dei modelli assembleari su grandi impianti produttivi, come ricordato da Gianni Rinaldini presidente della fondazione Claudio Sabattini.
L’impegno che si è preso è stato quello di continuare e rafforzare il lavoro del network, anche attraverso la partecipazione ad un bando europeo, come presentato da Paola Boffo.
Nel prossimo appuntamento, che terremo a Roma tra il 16 e 18 ottobre, verranno affrontati alcuni nodi di riflessione che sono emersi durante la discussione, come la questione della proprietà e del ruolo del Pubblico e quelli che emergeranno dal lavoro collettivo.
Sarà presto possibile trovare sul sito di transform! italia i contributi video degli interventi e i materiali raccolti e che verranno prodotti man mano in preparazione del prossimo appuntamento.

Roberto Morea

15/6/2015 wwwcontrolacrisi.org

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