Il tragico natale dei migranti in mare: Report Mediterraneo Centrale

Mediterraneo

È stato un Natale di naufragi nel Mediterraneo centrale fra l’indifferenza di troppi.

Il 26 dicembre, 28 corpi sono stati ritrovati e recuperati dalla Mezzaluna Rossa sulle coste occidentali libiche di al-Alous, a circa 90 Km da Tripoli dopo un naufragio. Tra questi anche un bambino. La barca su cui viaggiavano è affondata. Le squadre della Mezzaluna Rossa libica hanno recuperato i loro corpi e rintracciato 3 sopravvissuti in due diversi siti sulla spiaggia. Lo stato avanzato di decomposizione delle salme indica che il naufragio è avvenuto diversi giorni prima del rinvenimento e dunque, il bilancio delle vittime potrebbe essere ben più alto. Le immagini pubblicate dai media libici hanno mostrato i cadaveri allineati lungo la riva e poi coperti. Quest’ultima disgrazia arriva pochi giorni dopo i naufragi avvenuti tra il 20 ed il 22 di Dicembre sempre dinanzi alle coste libiche. In soli due giorni sono morte 163 persone (102 disperse al lago di Surman e 61 cadaveri al largo di Sabratha). Il numero totale di vite perse quest’anno sale ad almeno 1.503 a fronte di oltre 30.000 persone migranti intercettate e respinte nuovamente in Libia.

Anche se qui ci si occupa di Mediterraneo centrale, una piccola nota di commiato va spesa per coloro che hanno perso la vita nelle stesse ore nel Mar Egeo. Qui, almeno 31 corpi sono stati recuperati in acqua in prossimità delle isole greche nei giorni scorsi: 11 salme il 23 Dicembre dinanzi all’isoletta di Antikhytera (Anticitera); 16 salme il 24 Dicembre a largo di Paros, fra cui un neonato e tre donne, a fronte di 63 persone salvate. Sul loro gommone, c’erano a bordo almeno 80 migranti. Il 25 Dicembre, nel giorno di Natale, un altro gommone si è rovesciato non lontano dall’isola di Folegandros e 3 persone sono annegate. A bordo c’erano fra le 32 e le 50 persone che sono per lo più ancora disperse e potrebbero trasformare questo naufragio nella peggiore tragedia del mare Egeo di quest’anno. Secondo quanto riferisce l’emittente turca Ert, nuove rotte sempre più pericolose si dirigono verso il nostro Paese. I trafficanti di Cesme e Bodrum, sulla costa occidentale della Turchia hanno intensificato i carichi di vite umane, ammassando decine di persone disperate senza giubbotti di salvataggio su barche prive di qualsivoglia requisito minimo di sicurezza. Il Ministro greco per le questioni marittime, Giannis Plakiotakis, ha accusato Ankara di lasciar agire i trafficanti indisturbati.

Nel mentre, una nuova ondata di sbarchi si riversa sulle nostre coste.

Tra il 24 ed il 25 Dicembre 490 persone sono approdate in Calabria. Nelle stesse ore, a Leuca, 150 persone arrivano su un veliero. Altre 70 persone sbarcano in Sardegna. Nella notte del 23 Dicembre, a Lampedusa, 119 i migranti sono arrivati su tre diverse imbarcazioni. Sulla prima imbarcazione di 6 metri, bloccata a 5 miglia dalla costa dalla guardia di finanza, c’erano 29 persone, fra cui 4 donne, provenienti da Sudan, Somalia e Guinea. Sul secondo gommone di 7 metri, intercettato a 37 miglia dalla costa, erano in 36, fra cui una donna, provenienti da Senegal, Sudan, Mali, Etiopia, Egitto, Gambia, Libia ed Algeria. Sulla terza imbarcazione di 9 metri viaggiavano invece 54 migranti, fra cui due donne e un minore, provenienti da Mali, Guinea, Senegal, Sudan, Egitto, Etiopia, Algeria. Nella giornata di ieri, con 4 diversi barconi, erano approdate a Lampedusa 221 persone. L’ultimo sbarco, durante la notte, con 75 migranti provenienti da Bangladesh, Egitto e Camerun. 

Prosegue incessante il lavoro delle poche navi umanitarie ancora presenti nel Mediterraneo centrale e si protraggono sempre più le attese per l’assegnazione di un Porto Sicuro.

558 persone sulla Geo Barents di Medici Senza Frontiere, 114 persone sulla Ocean Viking di Sos Mediterranee, 216 persone sulla Sea Watch4 e 446 sulla Sea Watch3 di Sea Watch International. Quest’ultima, ripartita per il Mediterraneo centrale il 22 Dicembre, effettuerà in pochi giorni 5 operazioni di salvataggio: le prime 93 persone salvate il 24 Dicembre a poche miglia a sud di Lampedusa. All’alba della mattina di Natale soccorre altre 2 imbarcazioni con a bordo 180 persone. Poche ore dopo completerà il soccorso di un gommone in avaria con 78 persone a bordo. Il 26 Dicembre metterà in salvo altre 96 persone (fra cui una donna incinta al nono mese di gravidanza) su un gommone semi affondato.

Il 24 Dicembre, dopo 7 giorni dalla prima richiesta, è finalmente finita l’attesa per le 216 persone a bordo della SeaWatch4, accolti nel Porto di Pozzallo (tra loro 30 minori e 7 donne in gravidanza). Il 25 Dicembre, dopo 8 giorni dalla richiesta, la Ocean Viking verrà autorizzata ad attraccare nel Porto di Trapani per restituire alla terra ferma le 114 persone a bordo. Il 28 Dicembre, dopo 11 giorni dalla prima richiesta, è stato assegnato il Porto di Pozzallo per lo sbarco delle 558 persone a bordo della Geo Barents. Il 31 Dicembre, dopo 7 giorni dalla prima richiesta, verrà finalmente assegnato il Porto di Pozzallo alla SeaWatch3, al riparo dalle intemperie dinanzi al Porto di Catania da diversi giorni. A bordo le restanti 440 persone (in 6 sono state evacuate con urgenza nelle ultime ore per problemi medici. Fra loro una giovane donna incinta, sua sorella minore, un uomo con suo figlio, un’altra donna incinta al nono mese di gravidanza e sua figlia di 3 anni). La Guardia Costiera ha provveduto a rifornire la nave umanitaria di latte e pannolini per tutti gli altri minori ancora a bordo. Fra loro, 14 bambini sotto l’anno di vita (il più piccolo ha compiuto 3 settimane in mare!)

Intanto in Libia siamo a 90 giorni dall’inizio delle proteste dei rifugiati dinanzi alla sede dell’UNHCR di Tripoli. Per loro sono notti insonni e giorni irrequieti. Centinaia di persone vittime di torture, detenzioni arbitrarie, estorsioni e tratta degli schiavi sotto lo sguardo indifferente sia dei Governi europei, sia delle Autorità libiche. Le pratiche illegali commesse da quest’ultime contro migranti e richiedenti asilo, durante i respingimenti in mare, nelle carceri e nei centri di detenzione, violano il loro diritto alla vita, all’integrità fisica e psicologica. Secondo quanto riferito da un funzionario del Governo libico, si ritiene che il numero di migranti e richiedenti asilo detenuti nelle carceri e nei centri di detenzione sia di circa 13.000 persone. Questi provengono principalmente da paesi africani, come Etiopia, Nigeria, Ciad, Niger, Sudan, Egitto e Stati del Maghreb. In parallelo, quest’anno, la sedicente Guardia Costiera libica ha intercettato in mare e riportato indietro circa 32.425 persone. Circa 56.700 persone, invece, sono riuscite ad arrivare in Italia e a Malta.

Eleana Elefante

5/1/2022 https://www.intersezionale.com

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