Immigrazione, perché adesso serve una riforma

Questa l’analisi di Enrico Di Pasquale e Chiara Tronchin, ricercatori della Fondazione Leone Moressa

L’emergenza sanitaria e la riduzione degli sbarchi hanno spostato l’attenzione da quello che negli ultimi anni era stato tra i temi più “caldi” del dibattito politico e per l’opinione pubblica.

Dopo il picco del 2015, gli sbarchi sono stati fortemente ridotti negli ultimi cinque anni (principalmente a seguito degli accordi tra Ue e Turchia del 2016 e tra Italia e Libia del 2017): sommando le tre rotte mediterranee, nel 2020 gli sbarchi sono stati complessivamente 72 mila. Anche le richieste d’asilo in Europa si sono quasi dimezzate dal 2015 (1,26 milioni) al 2019 (676 mila), con riduzioni sensibili in molti Paesi.

Tuttavia, vista la situazione tutt’altro che stabile in molte aree del Sud del Mediterraneo (Libia e Siria su tutte), sarebbe illusorio pensare che i problemi degli sbarchi e delle richieste d’asilo siano risolti definitivamente. Ad esempio, nei primi due mesi del 2021 si sono già registrati quasi 5.000 sbarchi in Italia, quasi 20 volte di più rispetto allo stesso periodo del 2019.

CONTINUA SU https://www.neodemos.info/2021/03/12/immigrazione-perche-adesso-serve-una-riforma/

0 commenti

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Sentitevi liberi di contribuire!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *