In Francia la rabbia popolare può infiammarsi ancora

 Gilet gialli, un documentario e un e-book

Ad un anno esatto dall’inizio delle mobilitazioni dei gilet gialli francesi ecco un documentario e un e-book che vogliono raccontare questo lungo movimento di lotta e le strategie della violenza poliziesca che sono state scatenate contro i manifestanti. Sono note per cercare di capire meglio la composizione sociale e la determinazione di chi da 12 mesi rende la Francia un paese dove la conflittualità si diffonde. «Gilets Jaunes (GJ) – si legge nella presentazione – hanno aperto uno squarcio nella sensazione di immobilità, di depressione e di impossibilità che spesso ci portiamo dentro nel guardare le situazioni attuali. Uno squarcio che ci ha permesso di intravedere alternative possibili. Quello che è successo negli ultimi mesi in Francia ha fatto tremare almeno un po’ il governo e il suo sistema di governance, l’ha costretto a riorganizzarsi e rendere ancora più esplicito il suo apparato repressivo. Molti tra coloro che sono coinvolti da tempo nelle lotte sociali hanno incrociato e attraversato l’esperienza dei GJ rimanendovi impressionati e respirandone fino in fondo la novità e creatività, ricevendo una boccata d’aria fresca in un contesto altrimenti marcato da repressione.

Anche noi, che abbiamo avuto questa opportunità, abbiamo sentito il bisogno di condividere esperienze, riflessioni e discussioni per chiederci come l’esperienza dei GJ potesse contribuire attivamente anche alle lotte fuori dal perimetro esagonale dove sono nati. Per questo abbiamo deciso di raccontare pezzetti di quanto abbiamo vissuto e visto. Proponiamo un’analisi “di pancia”, che non ha la pretesa né di essere esaustiva né di essere una teoria politica della ricomposizione antagonista. Il nostro è uno sguardo soggettivo che prova rispondere a delle semplici domande sul movimento: chi sono? Come organizzano le loro lotte? Cosa vogliono?  Si tratta di note, che a qualche mese di distanza dalle incendiarie giornate d’inverno, vogliono alimentare la riflessione sui gilet gialli, non per proporre modelli da seguire, ma per diffondere degli spunti per un confronto con chi vive nell’urgenza delle lotte sociali. Perché i Gilets Jaunes sono appunto uno spazio di incontro, convergenza, condivisione e conflitto, che ci dà da riflettere sulle prospettive comuni».

Il testo in licenza Creative Commons, è disponibile in .pdf e .epub per leggerlo, scaricarlo, stamparlo e diffonderlo liberamente. Lo trovate qui: onestlagiletgiallihome.wordpress.com

[Per contatti: Social: On est là – note d’oltralpe sui gilet gialli Mail: on-est-la_gilet-gialli@riseup.net]

Il movimento dei giubbotti gialli è stato oggetto di una repressione senza precedenti. Attraverso le testimonianze di feriti, specialisti e attivisti, il sito francese di controinformazione, StreetPress, decifra gli abusi della polizia. Raramente un movimento sociale è stato così represso. Le cifre ufficiali, necessariamente frammentate, sono vertiginose: 3.830 feriti, 8.700 tenuti in custodia della polizia, 13.460 LBD 40s sparati e 1.428 granate di gas lacrimogeni esplosivi istantanei sparati secondo il Ministero dell’Interno.

In questo documentario, che Cafebabel ha tradotto in italiano, StreetPress decifra il punto di svolta nella strategia di polizia con la testimonianza di feriti, attivisti, sociologi, giornalisti, un avvocato, un agente di polizia e un ex ministro dell’interno. Una politica di gestione della folla che è in fase di elaborazione da quasi 50 anni nelle colonei, nei quartieri popolari, negli ZAD e intorno agli stadi.

Ercole Olmi

19/11/2019 www.popoffquotidiano.it

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