In ricordo di Franco Rotelli

Sabato 18 marzo 2023, a Trieste, centinaia di persone hanno partecipato ai funerali di Franco Rotelli, uno dei principali protagonisti della riforma psichiatrica in Italia.

Collaboratore di Franco Basaglia, dal 1979 al 1995, Rotelli è stato direttore del Dipartimento di Salute Mentale di Trieste. Nel 1998 è diventato Direttore Generale dell’Azienda Sanitaria di Trieste, ruolo che manterrà per una decina d’anni. Per il PD ha presieduto la Commissione sanità della Regione FVG. È stato consulente dell’Oms per lo sviluppo della riforma psichiatrica in Argentina, Brasile e Repubblica Dominicana. 

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Alla fine del mio primo mese di volontariato a Trieste, come giovane medico, nel 1976, un giorno incrociai Franco Rotelli, primario del reparto F ove lavoravo. Brusco come d’abitudine mi chiese come mi mantenevo e dove alloggiavo. Dormivo in ospedale e, gli dissi, vivevo con i soldi di mia moglie che era rimasta a Milano. Rotelli cavò fuori dalla tasca dei pantaloni un cartoccio di banconote appallottolate e ne prese un po’, tante, e me le mise in mano. Mi disse che aveva appena preso lo stipendio e che si trattava di una «ripartizione comunista». Se ne andò ridacchiando. È cominciato così il mio lungo sodalizio con Franco Rotelli, dapprima come intimidito allievo e, in seguito, come amico, ma anche e sempre, allievo. Per quarantasette anni. Ho evocato quel gesto brusco di generosa bontà per ricordare la virtù principale di Franco, la bontà. Qualcuno, forse molti, si è lasciato spaventare dalla sua brusca intransigenza, dalla implacabile conflittualità, dalla durezza di molti scontri verbali. Tutte queste, ricordiamolo, sono state, spesso strategie pedagogiche e, a volte, semplici maschere della sua timidezza.   Ma tutte quelle forme di violenza dialettica erano sempre al servizio della ricerca delle strade del bene e, insisto nell’usare questa parola, della bontà.   Infatti, la cattiveria segue strade dirette, viaggia veloce e si diffonde come benzina incendiata e conquista cuori e intelligenze producendo sofferenze, ingiustizie e stupidità. Al contrario, le strade della bontà sono tortuose, lente e faticose cosicché, con tempi lunghi e lavoro doloroso, generano benessere, giustizia, libertà e bellezza.

Benedetto Saraceno

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20/3/2023

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