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Una traduzione per Lavoro e Salute, un po’ di leggerezza su questioni gravi. Nella foto i dirigenti mondiali dopo avere posato per la foto di famiglia del vertice del G-20 di Osaka nel luglio 2019.

Incoscienti

Pubblicato da franco.cilenti

Immaginate che un’astronave con un equipaggio di esseri provenienti da un’altra civiltà intelligente (pertanto diversa dalla nostra), si avvicini alla Terra per conoscerne la natura e come vivono i suoi abitanti.

Subito scoprono che lì si è propagato un virus che infetta milioni di persone e che provoca decine di migliaia di morti, quasi in ogni luogo e molte più di quelle registrate dalle statistiche alle quali hanno accesso grazie alla loro conoscenza e tecnologia molto superiori a quelle della Terra.

Per comprendere la situazione più concretamente, per conoscere gli effetti che l’epidemia sta realmente avendo e le misure che questi umani assumono per alleviarli, decidono di rivolgersi alla più alta autorità della massima potenza economica, militare, culturale e politica di questo pianeta, il Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. Proprio quando stanno per mettersi in contatto con lui, egli sta tenendo una conferenza stampa nella quale propone di iniettare disinfettante e luce nel corpo delle persone colpite, come modo di mettere fine alla pandemia. Increduli, i visitatori decidono allora di ricorrere ad altre fonti di conoscenza.

Si rendono poi conto che, all’inizio della pandemia, tutti i leader e governi del pianeta ne avevano sminuito l’importanza, ma che ora tutti, senza eccezioni, la contemplano facendosi venire le scalmane e la considerano un grande pericolo; ormai sanno che si tratta di un male globale, la cui espansione non può essere fermata mediante frontiere fisiche e che sarebbe necessaria un’azione altrettanto globale per riuscire a farle fronte con qualche successo, per esempio condividendo risorse sanitarie, conducendo ricerche congiunte per trovare vaccini o mettendo reciprocamente a disposizione le conoscenze e i mezzi personali o economici necessari per evitare una catastrofe.

I visitatori, tuttavia, si rendono conto che non c’è stato alcun incontro globale, perché le istituzioni nelle quali erano soliti riunirsi tutti i paesi del pianeta, senza eccezioni, come le Nazioni Unite, da tempo sono svalutate e quasi non hanno influenza sulle decisioni dei paesi più potenti; per di più, il presidente della grande potenza mondiale ha deciso che il suo paese (il più ricco del pianeta), avrebbe smesso di contribuire e di collaborare con il loro ufficio dedicato a combattere questo tipo di disastri sanitari, l’Organizzazione Mondiale della Salute.

I visitatori extraterrestri non riescono a spiegarsi l’agire degli umani della Terra in materia di prevenzione dei virus. Gli scienziati di questo pianeta sanno che lì ci sono più di trecentomila virus che potrebbero produrre un effetto simile o peggiore del COVID-19 e, nonostante questo, i loro governi continuano a lasciare la scoperta di vaccini e medicinali nelle mani di laboratori privati che, logicamente, cercheranno di scoprire solo ciò che risulterà redditizio per i loro affari e non ciò che è utile all’interesse generale. La situazione di disarmo sanitario pare ai visitatori incredibile quanto assurda: non riescono a capire che gli Stati Uniti destinino quasi seicento miliardi di euro alla spesa militare e poi risulti che l’80% delle medicine consumate al loro interno provenga dalla Cina, che si suppone essere uno degli avversari che giustificano tale dispendio militare.

I visitatori si sorprendono di questa mancanza di collaborazione specialmente quando si rendo conto che le catene globali di fornitura di alimenti stanno cedendo, cosa che, in un articolo apparso sulla rivista Nature, ha messo in rilievo, fra molti altri ricercatori, un economista al servizio della FAO, l’ufficio delle Nazioni Unite dedicato ai problemi dell’alimentazione; in esso si indicano alcuni esempi di ciò che, in realtà, sta accadendo in tutto il paese: «In India, gli agricoltori stanno alimentando le vacche con le fragole, perché non possono trasportare la frutta ai mercati delle città. In Perù, i produttori stanno sversando tonnellate di cacao bianco in discarica, perché i ristoranti e gli hotel che normalmente lo comprerebbero sono chiusi. Negli Stati Uniti e in Canada gli agricoltori hanno dovuto buttare il latte per la stessa ragione. Legioni di lavoratori migranti dell’Europa orientale e dell’Africa settentrionale sono intrappolati alle frontiere invece di raccogliere i prodotti delle fattorie di Francia, Germania e Italia. Stati Uniti, Canada e Australia dipendono in grande misura dai lavoratori agricoli stagionali che non possono viaggiare a causa delle restrizioni per il virus». Nell’articolo si avverte anche del fatto che la paura della pandemia ha prodotto «reazioni a catena caotiche» molto pericolose, che hanno già fatto aumentare i prezzi di prodotti fondamentali per l’alimentazione umana, come il grano (+ 8% rispetto al marzo dello scorso anno) o il riso (+ 25%).

Queste informazioni fanno sì che i visitatori si interessino della fame e scoprano anche che essa colpisce 821 milioni di persone nonostante che solo con i prodotti che si sprecano in tutto il pianeta si potrebbero alimentare ogni anno 1260 milioni di esseri umani; quando analizzano il modo nel quale gli umani della Terra organizzano la produzione e il consumo dei prodotti fondamentali dei quali hanno bisogno, i visitatori si sorprendono moltissimo del grande danno che essi provocano all’ambiente naturale e del costo enorme che ciò comporta, sia in denaro, sia in vite umane.

Così, l’inquinamento dell’aria uccide 7 milioni di persone all’anno e i disastri naturali causati dal clima circa seicentomila; il 40% della popolazione mondiale ha già problemi per la scarsità di acqua e ogni anno muoiono 2,2 milioni di persone per semplice diarrea. Come conseguenza, in gran parte, del modo di vita esistente sulla Terra, negli ultimi 25 anni il livello del mare è salito il doppio di quanto previsto, un terzo delle specie marine sono a rischio a causa del cambiamento climatico, gli strati di ghiaccio che coprono la superficie terrestre si stanno sciogliendo di un 20% in più di quanto previsto dagli scienziati e quelli dell’Artico si sono ridotti del 40% negli ultimi 35 anni. La deforestazione (che causa un quinto delle emissioni di CO2 che distruggono la Terra) avanza ad un ritmo di 13 milioni di ettari all’anno (più di un terzo della superficie dell’Italia). Al ritmo con il quale si produce e si consuma sul pianeta che stanno per visitare, nel 2050 vivranno in terre desertificate circa 4 miliardi di persone e la resistenza agli antibiotici provocata, tra altre cause, dagli inquinanti sversati nell’acqua e contenuti nel cibo sarà la prima causa di morte a partire da quell’anno.

I visitatori sono confusi dalla forma economica tanto strana con la quale gli abitanti della Terra affrontano questi problemi, perché si calcola che si potrebbe evitarli con una spesa di 19,5 miliardi, mentre i loro costi ammontano a 47 miliardi; risulta loro anche incomprensibile il fatto che gli attuali abitanti della Terra non tengano in conto che, dopo quelli che ci vivono ora, dovranno venire altre generazioni, i loro figli, nipoti e bisnipoti, il cui benessere e modo di vivere non sembra preoccuparli, inoltre, li sorprende altrettanto la scarsa cura che hanno dei bambini poiché, come afferma il rapporto Azione umanitaria per l’infanzia 2019 dell’UNICEF che hanno consultato, «l’infanzia subisce la maggiore minaccia per il suo sviluppo degli ultimi trent’anni»: ecco un’altra cosa che provoca perplessità negli alieni, perché in quel rapporto si indica che per fare sì che tutti i minori del pianeta abbiano coperte le loro necessità di base, basterebbero 3,5 miliardi di dollari, più o meno i bilanci delle 20 o 25 squadre di calcio europee più facoltose.

Le questioni economiche legate alla propagazione del virus richiamano l’attenzione dei visitatori in maniera straordinaria, in particolare il fatto che neppure in questo campo vi sia stata una risposta globale alla perdita di centinaia di milioni di posti di lavoro, né alla scomparsa di migliaia di imprese che forniscono i prodotti di base alla popolazione. Gli alieni si sorprendono anche della miopia di fronte alla gigantesca crisi debitoria che inevitabilmente si verificherà una vota usciti dalla crisi attuale. Tuttavia, nulla li stupisce quanto il fatto che sulla Terra, per realizzare scommesse in una specie di casinò finanziari (completamente sconosciuti a questi visitatori) la cui logica non riescono a comprendere, si impieghino risorse 125 volte superiori a quelle dedicate alle attività direttamente volte a soddisfare necessità reali; casinò al cui mantenimento si dedica più attenzione che alla cura e alla vita degli esseri viventi!

I visitatori, infine, non riescono neppure a capire il fatto che il pianeta che dalle profondità dello spazio si mostra di una bellezza formidabile sia, in realtà, un inferno inutile per gran parte dei suoi abitanti e non riescono a spiegarsi come, nonostante l’esistenza di tanti dei e chiese che predicano la bontà e l’amore ad ogni angolo, vi siano tanti conflitti armati, un ambiente di odio e revanscismo così esteso e un senso della solidarietà e della cooperazione tanto scarso.

Più di ogni altra cosa, nel rapporto che redigeranno circa le loro scoperte sul pianeta Terra, i visitatori metteranno in rilievo la mancanza di coscienza dei suoi abitanti rispetto la loro stessa esistenza e rispetto al fatto che fanno parte di una civiltà che si trova in pericolo reale di una prossima estinzione a causa delle loro decisioni.

Ormai sulla rotta di ritorno, uno degli alieni ha annotato sul suo tablet organico una delle pagine di Pensieri spettinati, un libretto di Stanislaw Jerzy Lec che aveva scannerizzato come souvenir nella biblioteca di una città che avevano visitato:

– Ecco cosa succede a questi umani, dice: è un pianeta che «ha la coscienza pulita. Mai usata».

Di Juan Torres López

Tradotto a cura di Gorri da https://blogs.publico.es/juantorres/2020/04/27/inconscientes/

Foto da: REUTERS/Kevin Lamarque

Tags: Climate Strike covid disuguaglianze Donald Trump G-20 di Osaka Greta Thunberg inquinamento inquinamento industriale oms ONU Unione Europea
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Autore: franco.cilenti

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