Infografiche – Global strike per il clima, sciopero mondiale il 15 marzo

Infografiche – Global strike per il clima, sciopero mondiale il 15 marzo

Secondo l’IPCC, International Panel on Climate Change, abbiamo 11 anni per vincolare i governi a scelte energetiche, produttive e economiche, che frenino l’aumento delle temperature e le immissioni di CO2 prima che il processo diventi irreversibile.

La questione climatica è strettamente connessa alla salute, alla difesa del territorio, alla riconversione, in chiave di tutela ambientale, del lavoro.

Qui sotto troverete delle info grafiche, con informazioni sui principali temi relativi all’inquinamento, che si possono stampare, diffondere sui social ed usare come immagine di copertina di fb ed altro perché realizzate nel formato idoneo. Insieme alle infografiche ci sono anche dei testi che possono essere stampati sul retro o utilizzati come post sui vari social, uno per ogni argomento delle grafiche.

Sul sito https://www.fridaysforfuture.org  troverete tutte le informazioni sulle iniziative organizzate in ogni città e sulla pagina ambiente del nostro sito contributi e le info grafiche pubblicate http://web.rifondazione.it/home/index.php/territorio-e-ambiente.

Al lavoro e alla lotta,

Elena Mazzoni, responsabile nazionale ambiente PRC

Maurizio Acerbo, Segretario nazionale PRC

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Grandi Opere: Le grandi opere inutili sono diventate uno dei temi politici più importanti di questo periodo. La polemica è arrivata anche nel governo dove il 5 Stelle, che ha preso molti dei suoi voti alle politiche proprie per le, assolutamente strumentali, posizioni vicine ai molti comitati e gruppi che si oppongono a questo fenomeno, sta mostrando il suo vero volto di fronte ai gruppi industriali e finanziari che dalle grandi opere traggono enormi profitti.

Le grandi opere che i vari governi, presenti e passati, nazionali e regionali, auspicano, vanno contro l’interesse della popolazione. Rispondono all’interesse di pochi, alla logica dei potentati economici e finanziari che oggi dettano le regole. Queste opere, dalla TAV al MUOS, dalla Pedemontana al Mose, passando per il Terzo Valico e i mega parcheggi sulle mura storiche delle nostre città, sono inutili e dettate da una sola logica: profitti per pochi, costi e danni per le casse pubbliche e soprattutto per l’ambiente. Le grandi opere consumano suolo prezioso per la produzione agricola e per le fondamentali aree boschive, pregiudicano il paesaggio, le falde e la qualità dell’aria, portano con loro rischi costanti di disastro ambientale: sversamenti, incendi, allagamenti, crolli, frane. La vera emergenza è il dissesto idrogeologico. La vera grande opera necessaria: la messa in sicurezza del territorio.

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PDF INFOGRAFICA GRANDI OPERE

Plastica: I risultati del modello capitalista e consumista sull’uso e sullo spreco degli oggetti di plastica monouso sono ben visibili ovunque, sia lungo le coste che negli oceani.

I  rifiuti di plastica inquinano sempre più gli oceani ed entro il 2050 il peso delle plastiche presenti nei mari sarà superiore a quello dei pesci.

Il 24 ottobre il Parlamento europeo ha votato a favore di nuove regole per arginare il problema dei prodotti di plastica monouso e degli attrezzi di pesca perduti in mare. Questi prodotti compongono ben il 70% di tutti i rifiuti marini. i rifiuti di plastica danneggiano gli animali che possono restare intrappolati nei pezzi più grandi o addirittura scambiarne le parti più piccole per cibo. L’ingestione di particelle di plastica impedisce la digestione degli alimenti normali e può favorire la presenza di inquinanti chimici tossici nel loro organismo, inoltre, tramite la catena alimentare gli esseri umani mangiano la plastica ingerita dai pesci. Gli effetti che questo ha sulla salute umana sono ancora ignoti.

I rifiuti di plastica causano inoltre una perdita economica per quei settori e quelle comunità che dipendono dai prodotti ricavati dal mare, inclusa l’attività manifatturiera: solo il 5% del valore degli imballaggi di plastica resta nell’economia – il resto viene letteralmente gettato via, rendendo ancora più evidente la necessità di un approccio incentrato sul riciclo e sul riuso.

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PDF INFOGRAFICA PLASTICA

Surriscaldamento globale:  Un disastro da evitare a tutti i costi. Secondo il rapporto Global Warming dell’Ipcc, il gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico delle Nazioni Unite, si prevede che, se continuiamo al ritmo attuale e superiamo di 1,5°C l’aumento di temperatura media globale rispetto al periodo pre-industriale, vari feedback loops, meccanismi irreversibili quali lo scioglimento delle regioni perennemente ghiacciate, entreranno in azione provocando un improvviso aumento della temperatura. A quel punto la situazione sarebbe totalmente fuori controllo e nessun intervento umano sarà più possibile. Per evitare questo rischio concreto, dobbiamo dimezzare le emissioni globali di CO2 entro il 2030 e azzerarle al 2050.  La superficie terrestre si è già riscaldata di un grado, abbastanza per provocare un’escalation di tempeste, alluvioni e siccità mortali. Quattro i percorsi possibili per mantenere il riscaldamento globale entro 1,5 gradi dai livelli pre-industriali, l’obiettivo più ambizioso dell’Accordo di Parigi. Tutti e quattro prevedono la riduzione della quantità di gas serra nell’atmosfera prodotto dall’uomo. Due le modalità: attraverso il taglio delle emissioni (passaggio a energie rinnovabili e veicoli elettrici, efficienza energetica, riciclo dei rifiuti, riduzione del consumo di carne) e attraverso la rimozione della Co2 (riforestazione, cattura e stoccaggio del carbonio, procedimento quest’ultimo ancora sperimentale). Il primo percorso indicato dall’Onu prevede di puntare sul risparmio energetico e la riforestazione. Il secondo si pone come obiettivo una elevata sostenibilità di tutti i settori produttivi, con un limitato uso dello stoccaggio di carbonio. Il terzo scenario vede i settori dell’energia e industriale simili a oggi, ma con una maggiore attenzione alla sostenibilità e un ricorso significativo al ‘carbon storage’. Il quarto percorso prevede uno sviluppo basato sulle fonti fossili, con forti emissioni riassorbite dallo stoccaggio di carbonio.

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 PDF INFOGRAFICA SURRISCALDAMENTO

Inquinamento acque:  Il 67%di tutte le acque sotterranee del mondo viene usato per l’irrigazione, il 22% per usi domestici e il restante 11% dall’industria.

Le acque sotterranee forniscono circa la metà dell’acqua da bere e per irrigare usata nel mondo. La principale fonte di inquinamento delle acque dolci può essere attribuita allo scarico di rifiuti non trattati, agli effluenti industriali e alla fuoriuscita di pesticidi e prodotti chimici dai campi coltivati, tanto più da quelli utilizzanti fanghi da depurazione.

L’acqua inquinata, in particolare quella potabile contaminata da sostanze chimiche e tossiche, causa problemi gravissimi alla salute umana. Alcuni di questi inquinanti sono ancora largamente sottovalutati, anche a livello normativo, pur avendo il potenziale di raggiungere l’uomo attraverso l’acqua e combinare gli effetti in modo sinergico ed in parte imprevedibile, come ad esempio fanno gli inquinanti Organici persistenti PFAS, PCB, PAH e diossine, i fanghi di depurazione, spesso imbottiti di rifiuti di origine del tutto ignota e le micro plastiche, scoperte di recente addirittura nelle acque del rubinetto.

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PDF INFOGRAFICA ACQUA

Rifiuti: I rifiuti sono l’effetto collaterale del capitalismo in crisi che lega la crescita economica alla crescita dei consumi. L’usa e getta e l’obsolescenza programmata delle merci sono le strategie vincenti, adottate su scala globale, per raggiungere questi obiettivi. Le scelte di accumulare i rifiuti urbani in una discarica o di bruciarli in un termovalorizzatori sono funzionali alla strategia che aumenta la crescita dei consumi e lo spreco di risorse. Il peggioramento della qualità dell’ambiente provoca, nelle popolazioni esposte all’inquinamento, un accorciamento dell’aspettativa di vita sana e studi ben condotti suggeriscono che, l’esposizione a inquinanti prodotti da discariche e inceneritori, possa essere associata ad aumenti significativi della mortalità e di malformazioni. Ridurre questi rischi è possibile. Per tutelare con efficacia la salute e l’ambiente la scelta da preferire è quella di applicare con rigore le priorità individuate dalla legislazione europea: ridurre-differenziare- riciclare-compostare.

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PDF INFOGRAFICA RIFIUTI

14/3/2019 www.rifondazione.it

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