INTERSEZIONALITA’ DELLA SALUTE UMANA E NON UMANA

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Le tutele sanitarie della persona umana si accompagnano indissolubilmente a quelle naturali e animali. L’ equilibrio ambientale e sociale si mantiene, rafforzato, solo attraverso interventi che evitino la distruzione della flora, della fauna, di ogni specie vivente. All’ interno di questo equilibrio, ormai gravemente compromesso dalla cementificazione selvaggia, dalla deforestazione, dall’ inquinamento, dalla distruzione degli habitat fisico-climatici, dagli allevamenti intensivi, ogni intervento riflette o una sana consapevolezza ecologica radicale che vuole prevenire, contenere, riparare, o una volontà’ di profitto capitalistico che vuole appropriarsi del suolo, del sottosuolo, dei suoi abitanti .

In questo contesto , di fronte alle difficoltà susseguitesi alla diffusione di malattie, quali la peste suina africana, la gestione epidemiologica da parte della Regione Liguria e della Regione Piemonte ha scelto la semplificazione delle operazioni, l’abbattimento dei cinghiali e dei maiali.

Non una soluzione alternativa che rispetti la dignità degli animali interessati e nello stesso tempo che preservi la diffusione del virus ( non trasmissibile all’ uomo).

Molte associazioni (Animal Pride Difending Association Fvg, Avi Associazione Vegani International, CADAPA-Comitato Anrispecista, Difesa Animali Protezione Ambiente, Fronte Animalista, Iene Vegane, Meta Movimento Etico Tutela Animali e Ambiente, World Animal Love) hanno scritto una lettera al presidente della Regione Piemonte Cirio chiedendo che la caccia di selezione, ovvero il genocidio dei cinghiali, non fosse attuata (gli spari, i cani, gli accerchiamenti spaventerebbero gli animali, spingendoli a scappare, rafforzando il contagio), che subito per ogni suino allevato si attuasse un test per verificarne lo stato di salute, la quarantena per quelli ammalati e le eventuali cure, nella ottica di misure di verifica e tutela per non rendere necessario l’ abbattimento.

E’ chiaro che il privilegio umano e ‘ quello di non essere macellato anche se, facendo una digressione, l’ uccisione delle donne da parte maschile si pone, come afferma la saggista Carol J. Adams, sullo stesso piano della macellazione degli animali, perché l’ oggetto ucciso smette di essere una presenza, con un passato ed una storia, per diventare un referente assente, pura carne inanimata .

All’interno di questo privilegio, quando un virus si diffonde, mettendo in pericolo la salute pubblica, le procedure risolutorie si basano sull’isolamento e sulla cura (anche se la gestione politica e governativa della pandemia è stata drammatica, soprattutto durante il lockdown, con gravissimi ritardi negli interventi nel campo dei trasporti, sui luoghi di lavoro, nelle strutture sanitarie, nella scuola, con gravissime perdite civili e socio-sanitarie).

Nel caso degli animali, e qui parliamo di cinghiali e di suini, (ma il campo va allargato ai lupi, ai cerbiatti, alle volpi, ai piccioni, ritenuti spesso in sovrannumero) il ricorso alla decimazione appare il più efficiente, affidandola ai cacciatori di selezione.

In molti casi si uccidono anche gli animali sani. Come prevenzione!! Il pericolo lo si è sfiorato durante la peste suina, quando la proposta procedurale era quella di eliminare gli animali di affezione, di compagnia, maialini e cinghiali, accolti dai privati, nei rifugi, nei santuari non produttivi, salvati da maltrattamenti e sfruttamenti passati.

Per fortuna, in seguito alle proteste delle associazioni e di privati cittadini, il pericolo è stato scongiurato. “Il Ministero della Salute annuncia che tra maggio e giugno sarà emesso un provvedimento che disciplinerà lo status di tutti gli animali, non solo maiali e cinghiali, che vivono in realtà non produttive come i santuari… Animali “non destinati all’alimentazione “, quindi animali da vita, da compagnia, individui. Sono finalmente classificati così nella Banca Dati Nazionale (BDN) dell’Anagrafe zootecnica i maiali e i cinghiali ospiti di rifugi e santuari. Lo stabilisce l’ordinanza del Ministero della Salute sulla peste suina africana, andando incontro alla richiesta che da oltre dieci anni la Rete dei santuari di animali liberi in Italia porta avanti per tutti gli animali rifugiati e salvati dal macello”. (Comunicato del nove aprile 2022-Rete dei Santuari di animali liberi in Italia). Ma non basta, naturalmente. Lo scopo è allargare la comunità di eletti, di estendere il numero dei beneficiari di questi provvedimenti.

Ma al di là di questo provvedimento in fieri, che accoglie le richieste inoltrate da anni dalla Rete dei Santuari, il problema vero della proliferazione virologica è legato all’esistenza degli allevamenti intensivi dove vengono compiute violazioni dei diritti degli animali, generati e cresciuti in ambienti lager, macellati senza alcun riguardo al loro dolore e alla loro sofferenza. In questi allevamenti ci si dimentica che i suoi abitanti sono individui in grado di provare dei sentimenti, quali il bisogno della compagnia, dello spazio e il tempo della libertà. In questo contesto di sovrappopolazione e di coabitazione forzata che lede ogni diritto legato alla specie, non solo quindi inclusivo degli animali di affezione (che è più facile amare perché vicini a noi), non si può difendere la Terra e i suoi abitanti, in un rapporto di reciproca solidarietà, al fine della sopravvivenza.

I metodi violenti adottati dalle varie giunte politiche, oltre ad essere disumani, rappresentano una sconfitta per la difesa di ogni specie e comportano una ideologia repressiva e annientativa lontana dalla prevenzione e dalla cura. Eliminando i soggetti-oggetti infetti, con costi elevati, si insabbia il problema, quando le risoluzioni curative esistono, oltre a quelle inerenti la proliferazione di alcune specie, come la sterilizzazione.

Il commercio, il traffico, l’ importazione dei prodotti animali, i mezzi di trasporto contaminati che possono condurre il virus meccanicamente per lunghezze distanti, l’ utilizzo di alimenti contaminati per cibare i suini sono tutte concause che problematizzano la diffusione della peste suina. Lo stesso abbattimento dei cinghiali comporta un paradosso: se abbattuti, rapidamente ne arriveranno altri per cui le zone diventeranno ancora più infette. In questo contesto il lupo svolge un ruolo determinante per mantenere sotto controllo la popolazione di ungulati, oltre ai daini, ai cervi, ai caprioli.

Non dimentichiamo inoltre che in alcune zone dove la carne è meno controllata, a causa della microcriminalità, il virus può’ circolare liberamente in sagre, feste paesane e agriturismi. (Queste ultime concause sono state tratte da “Emergenza peste suina africana: Storia e Problematiche – 23 gennaio 2022 di “Anime e Natura”).

Il modello culturale di riferimento dell’ annientamento è legato alla logica del profitto , al mercato capitalistico che ha per feticismo il valore delle merci, che non tiene conto dei reali bisogni delle persone umane e non umane, che non si sofferma sulle disabilità, sulle differenze, sulle minoranze, sulle variabilità. L’ intersezionalità delle oppressioni, la loro trasversalità che colpisce classi sociali, etnie, religioni, sesso, genere, specie è la propedeutica teorica per la preservazione della società mista multiculturale, eterogenea, antispecista, la propedeutica politica per l’abitare la Terra.

La sanità pubblica deve inglobare il concetto di salute integrale psicofisica, relazionale con il tutto, umano e non umano. Il concetto di eradicazione esclude a priori la prevenzione (assente anche dopo la privatizzazione sanitaria, sia del centrodestra sia del centrosinistra), la cura, l’accudimento e l’accoglienza. Presuppone una risoluzione violenta, che esclude le alternative .

Stefanella Ravazzi

Segretaria del Circolo del Partito della Rifondazione Comunista di Tortona (AL)

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