LA NOSTRA PRIMAVERA DELLA DEMOCRAZIA REFERENDARIA

megafono

Sabato e domenica 9 e 10 aprile è iniziata la raccolta firme dei Referendum Sociali: quattro quesiti referendari contro la “cattiva scuola” del governo Renzi (poteri del dirigente scolastico, comitato di valutazione del merito, school bonus e alternanza scuola-lavoro), due per salvare l’ambiente di cui uno per impedire le future trivellazioni petrolifere sia in terra che in mare (anche oltre le 12 miglia), l’altro contro il piano nazionale inceneritori previsto dall’ art.35 dello Sblocca Italia e una petizione popolare per ritirare i decreti attuativi Madia, che, disconoscendo l’esito del referendum del 2011, tenta nuovamente la privatizzazione dei servizi pubblici e per inserire il diritto all’acqua nella Carta Costituzionale. Si raccoglieranno le firme per due quesiti referendari contro la legge elettorale Italicum. La Cgil ha deciso di promuovere tre quesiti referendari contro il Jobs Act e sulla legislazione del lavoro in un proprio percorso autonomo.

I referendum sociali sono promossi dal Movimento per la Scuola Pubblica, dal Forum Movimenti per l’Acqua, dal Movimento contro le devastazioni ambientali e le trivellazioni e dal Movimento contro il piano Nazionale Inceneritori, dalla Flc-Cgil, Cobas, Unicobas, Gilda, Unione degli Studenti. Gli 11 quesiti referendari e la petizione popolare, oggetto di consultazione popolare, sono collegati fra di loro avendo in comune i Beni Comuni Sociali dell’ intera collettività.

Da oltre trent’ anni nel nostro paese è iniziata la “crisi”economica-sociale dettata dai poteri economici-finanziari che negli ultimi dieci anni hanno modificato e capovolto la società con lo smarrimento della Democrazia. Il 14 febbraio 1984 un decreto del governo Craxi tagliò 4 punti percentuale della scala mobile, al decreto fece seguito la conversione in legge nel giugno 1984, da allora si è sempre ridotto,  precarizzato il lavoro e i diritti dei lavoratori fino ad arrivare al Jobs Act dove il Padrone/Dirigente ha la piena libertà di licenziamento. Non dimentichiamo poi le continue privatizzazioni dei servizi essenziali/beni comuni fino ad annullare la volontà di 27milioni di donne e uomini che si erano espressi per l’ Acqua Pubblica nel 2011 per lasciarla alle logiche delle Multinazionali e del Mercato. Ambiente, Scuola, Sanità, Beni Comuni, Lavoro debbono essere conformi alle esigenze del capitale e del mercato eliminando così i dettati Costituzionali.

Col sistema elettorale Italicum Renzi vuole smantellare definitivamente la nostra Costituzione, spesso inattuata, concentrando tutti i poteri nelle mani dell’esecutivo. La stagione dei referendum sociali, oltre ad attaccare le linee di fondo delle politiche economiche e sociali del governo, acquista un significato importante anche rispetto alla scadenza del referendum confermativo sul tema della controriforma istituzionale. Quell’appuntamento, che il Presidente del Consiglio intende come un plebiscito sulla sua persona, l’”uomo solo al comando” vuole che la società venga spoliticizzata, passivizzata e atomizzata, che le persone rimangano sole di fronte alla potenza immodificabile del mercato e delle sue logiche. Raccogliere firme e parlare con moltissime persone per rendere possibili i referendum sociali rappresenta un risultato e, un colpo per chi, come questo governo, prova a fare a meno del consenso e, contemporaneamente, teme che le persone tornino a riappropriarsi della volontà di contare e decidere.

I Referendum Sociali, collocandosi in un’ampia cornice, lo sono tutti (Scuola, Ambiente, Beni Comuni, Lavoro, Costituzione) ma c’è chi li ha voluti differenziare, dicendo che per Statuto non possono condividere il percorso referendario assieme ad Associazioni e Movimenti…Noi andiamo avanti per riappropriarci della Democrazia e diventare protagonisti di una nuova narrazione sociale.

Marilena Pallareti

Associazione Attac Italia

Collaboratrice redazionale derl periodico Lavoro e Salute www.lavoroesalute.org

10/4/2016

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