La pandemia della salute mentale

Diffusione del malessere psicologico tra gli studenti e le studentesse, ma anche tra i bambini e le bambine. Le conseguenze della pandemia e della sua gestione “binaria” (bianco/nero, sano/malato) hanno molti volti, di certo meno rilevanti rispetto alle esigenze dell’economia. Intanto, secondo l’Oms, i problemi di salute mentale si preparano a diventare la principale causa di disabilità nel mondo. Per queste e altre ragioni la protesta degli studenti di queste settimane (18 febbraio mobilitazione in tante città) resta un segno di speranza

na revisione sistematica della letteratura e meta-analisi pubblicata su The lancet mostra un aumento sostanziale della prevalenza e dell’entità del disturbo depressivo maggiore e dei disturbi d’ansia a seguito della pandemia di Covid-19.

L’aumento della prevalenza del disturbo depressivo maggiore e dei disturbi d’ansia durante il 2020 è stato associato all’aumento dei tassi di infezione da SARS-CoV-2 e alla diminuzione della mobilità umana. Questi due indicatori di impatto del COVID-19 hanno incorporato, tra gli altri fattori, gli effetti combinati della diffusione del virus, dei lockdown, degli ordini di rimanere a casa, della diminuzione dei trasporti pubblici, della chiusura di scuole e aziende e della diminuzione delle interazioni sociali. I paesi più colpiti dalla pandemia nel 2020 hanno registrato i maggiori aumenti nella prevalenza di questi disturbi.

Gli autori commentano così le differenze tra i sessi e per età: “Il maggiore aumento della prevalenza del disturbo tra le femmine rispetto ai maschi, che ha comportato una differenza di prevalenza tra i sessi ancora maggiore rispetto a prima della pandemia, era previsto perché le femmine hanno maggiori probabilità di essere colpite dalle conseguenze sociali ed economiche della pandemia. È più probabile che ulteriori responsabilità familiari e familiari dovute alla chiusura delle scuole o al malessere dei membri della famiglia ricadano sulle donne. Le donne hanno maggiori probabilità di essere finanziariamente svantaggiate durante la pandemia a causa di salari più bassi, meno risparmi e un’occupazione meno sicura rispetto alle loro controparti maschili. È anche più probabile che siano vittime di violenze domestiche, la cui prevalenza è aumentata durante i periodi di lockdown e gli ordini di rimanere a casa. Abbiamo anche stimato un cambiamento maggiore nella prevalenza del disturbo depressivo maggiore e dei disturbi d’ansia tra i gruppi di età più giovani rispetto ai gruppi di età più avanzata”.

Recentemente hanno chiesto al presidente degli psicologi italiani David Lazzari: “Secondo gli studenti la DAD ha apportato danni al loro benessere-psicofisico, è anche il suo parere?”. E lui risponde: “Non è un parere, è il risultato delle indagini. Penso in particolare a quelle che il Centro Studi del CNOP ha effettuato con l’Istituto Piepoli sugli studenti italiani. I risultati sono chiari. Ma sono anni che bambini e adolescenti mostrano sia una aumento dei disturbi dello sviluppo che, soprattutto, un forte malessere psicologico, una fatica adattiva che aumenta da anni, un campanello d’allarme ignorato. Perché finché i giovani non fanno gesti eclatanti, aggressioni di massa o tentativi di suicidio, non trovano attenzione e risposte. Noi che studiamo lo sviluppo psicologico degli individui non veniamo mai consultati. Le nostre evidenze scientifiche e pratiche rimangono inascoltate”. E poi aggiunge: “La logica che guida le istituzioni è quella binaria: bianco/nero, sano/malato. Una logica perdente, che ignora la complessità del reale e dei fenomeni umani”. Parole più precise è difficile trovarle.

In Spagna al Forum di Incontri Interdisciplinari, dal titolo “Salute mentale: una nuova pandemia?” mostrano che le cifre dei suicidi stanno raggiungendo livelli drammatici: “3.941 nel 2020 (la cifra più alta della storia, secondo l’Istituto Nazionale di Statistica (INE)), di cui 1.479 di giovani e adolescenti”. Secondo l’Oms i problemi di salute mentale saranno la “principale causa di disabilità nel mondo nel 2030”. Fortunatamente non accenna a placarsi la protesta degli studenti. L’occupazione del liceo Classico Carducci a Milano mostra che le loro ragioni sono numerose. “Il Covid ha letteralmente rivoluzionato la quotidianità scolastica con l’introduzione della didattica a distanza, ma soprattutto ampliando la sgradevole sensazione di essere in fondo alla cima della priorità, al contrario delle attività economiche”.

Sara Gandini

12/2/2022 https://comune-info.net

0 commenti

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Sentitevi liberi di contribuire!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *