La parità passa per il corpo delle donne

Foto: Unfpa

Quasi la metà di tutte le gravidanze nel mondo sono indesiderate, una crisi globale sotto i nostri occhi eppure invisibile secondo il nuovo rapporto sullo stato della popolazione del Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione (Unfpa) intitolato Vedere l’invisibile. Le ragioni per affrontare la crisi trascurata delle gravidanze indesiderate e  diffuso oggi in Italia dall’Associazione donne italiane per lo sviluppo (Aidos), in contemporanea mondiale.

Il rapporto, che raccoglie dati e fatti aggiornati, mostra come ancora per milioni di donne e ragazze la possibilità riproduttiva non sia affatto una scelta – basti pensare che nel 28% dei 147 Stati membri delle Nazioni Unite, una donna sposata deve avere il consenso del marito per accedere a un’interruzione volontaria di gravidanza, che nel 36% di questi paesi le minorenni hanno bisogno di un consenso giudiziario, e che le donne possono essere accusate penalmente di aborto illegale nel 63% dei paesi delle Nazioni Unite. 

“Questa impossibilità di decidere sul proprio corpo è una mancanza di diritti umani che ha profonde conseguenze per le donne, le società e la salute globale” commenta Aidos, che ricorda come “la guerra in Ucraina, gli altri conflitti e le crisi in atto nel mondo portano a un aumento delle gravidanze indesiderate, poiché l’accesso alla contraccezione è ostacolato, quando non interrotto, e la violenza sessuale aumenta in modo preoccupante”. Elementi che non fanno che riflettere la pressione che le società esercitano sulle donne e sulle ragazze affinché diventino comunque madri, invece di garantire loro la libertà di scelta, l’autonomia corporea e l’autodeterminazione.

“Questo rapporto vuole essere un campanello d’allarme. Il numero sbalorditivo di gravidanze indesiderate rappresenta un fallimento globale nel sostenere i diritti delle donne e delle ragazze” dice Natalia Kanem, la direttora esecutiva di Unfpa.

Le gravidanze indesiderate sono sempre connesse alla mancanza di sviluppo, spiega il rapporto, e favorire la contraccezione rappresenta solo una parte della soluzione in termini di politiche. C’è bisogno di accesso a servizi e informazioni sulla salute sessuale e riproduttiva, di garantire tutte le opzioni contraccettive più adatte al corpo o alle circostanze in cui vivono le donne, di cambiare le leggi che stigmatizzano e ostacolano il controllo delle donne sulla propria fertilità, di contrastare la violenza sessuale e la coercizione riproduttiva.

Avere un numero così alto di gravidanze indesiderate ci dà la misura di quanta strada ci sia da fare per avvicinarsi all’obiettivo 5 delle Nazioni Unite sulla parità di genere, ed è il sintomo di un’erosione ancora in corso in termini di diritti e di agency quando in gioco c’è il corpo di una donna.

Leggi il rapporto

30/3/2022 https://www.ingenere.it

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