La sconfitta della giornata della memoria

campo di concentramento di Auschwitz

27/1/2023 https://www.facebook.com/paoloferreroPrc/

Oggi, 27 gennaio è il giorno della memoria. In questa data, nel 1945, la sessantesima armata dell’esercito sovietico varcò i cancelli del campo di concentramento di Auschwitz e l’orrore dell’olocausto divenne un fatto pubblico. Il ricordo di questa data vuole segnare nella storia dell’umanità una discontinuità, un prima e un dopo: l’olocausto non deve essere dimenticato affinché non sia più ripetibile. Troppo grande è stata la sofferenza inflitta e troppo lucido e razionale il disegno nazista di sterminare una parte di umanità ritenuta inferiore: ebrei, zingari, omosessuali e così via. Questo “troppo” di sofferenza e di lucida razionalità nel perseguirla non può essere sottaciuto: è incompatibile con l’esistenza dell’umanità e come tale va ricordata “nei secoli dei secoli”.

Questa giornata non è quindi solo un momento di ricordo o un anniversario: è un progetto che fa leva sulla memoria come strumento per far si che la pratica inumana dell’olocausto assuma valore universale e diventi un tabù.

E’ del tutto evidente che si tratta di un progetto contrastato.

Hanno cominciato con il revisionismo storico, negando l’olocausto nelle dimensioni come nella qualità del disegno criminale.

Hanno continuato elevando al rango dell’olocausto altri episodi di crimini e massacri. Questo non ha allargato la consapevolezza della gravità dell’olocausto ma la ha relativizzata, facendola diventare un episodio tra altri.

Oggi abbiamo avuto il completo rovesciamento del significato della giornata della memoria: i dirigenti del museo non hanno invitato il governo russo alla cerimonia che si è tenuta nel campo di concentramento di Auschvitz.

Bisogna cogliere il significato generale di quanto avvenuto oggi in Polonia: non è solo un atto politico ma è la negazione dell’unicità dell’olocausto nella sua riduzione a schieramento politico dentro un conflitto. Siamo di fronte alla banalizzazione del male, al suo non riconoscimento. Cosa è accaduto oggi in Polonia è potuto avvenire con la complice connivenza di tutti i paesi occidentali.

Occorre prendere atto di questo fatto che si somma alla benevola indulgenza con cui i paesi occidentali valorizzano un nazionalismo ucraino che trova i suoi miti fondatori nel collaborazionismo con i nazisti e che si accompagna ad un parlamento europeo che sta riscrivendo la storia nel ventesimo secolo sulla base del pensiero reazionario – quando non nazistoide – proprio di molti paesi dell’est.

Il progetto politico insito nella giornata della memoria, il tentativo di introdurre una discontinuità nella storia dell’umanità che elevasse a tabù l’olocausto, sta quindi fallendo a causa dell’ignavia dei paesi occidentali che per questioni di convenienza politica stanno banalizzando e relativizzando l’unicità devastante dell’olocausto.

L’occidente, il pensiero liberale occidentale – oggi largamente egemone – è all’origine di questa gigantesca opera di revisionismo storico che non si nutre di negazioni ma di equiparazioni… Ne avremo una testimonianza ulteriore nelle prossime settimane, quando la giornata del ricordo verrà utilizzata per equiparare fenomeni storici che nulla hanno a che vedere gli uni con gli altri.

La lotta contro questo revisionismo storico più sudbolo e pericoloso è uno dei nostri principali compiti politici perché la sacralità della lotta contro il nazifascismo è il solo terreno solido su cui si possa costruire non dico una società di liberi e di eguali ma anche solo una civiltà degna di questo nome.

Paolo Ferrero

27/1/2023 http://www.rifondazione.it

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