La testimonianza di Celeste Fortunato. Ha portato al Prefetto di Taranto la voce dei pazienti di oncoematologia

Quella che riportiamo qui è la testimonianza di Celeste Fortunato, mamma tarantina affetta da una grave forma di leucemia.

Ha incontrato il Prefetto di Taranto con una delegazione del Coordinamento Taranto che si batte contro il nuovo scudo penale istituito dal Decreto Legge 2/2023.

“Ci sono – ha detto Celeste Fortunato – tante ricerche che dimostrano come a Taranto, man mano che ci si avvicina al polo industriale, l’inquinamento e l’eccesso di mortalità aumentano. E’ impossibile dimenticare il piccolo Lollo Zaratta che è morto a soli cinque anni e nel cui cervello sono state trovate tracce di metalli pesanti, assunti probabilmente già in fase di gestazione dalla mamma che lavorava nel quartiere Tamburi. Quartiere nel quale io ho vissuto dieci anni , e che conosco quindi benissimo, ed è stato assediato dall’inquinamento. I nostri figli hanno vissuto anni tormentati. Noi mamme non siamo come le mamme di tutt’Italia, perché bbiamo continuamente paura che i nostri figli si ammalino. Io sono arrivata al punto di ringraziare il Signore che sia capitato a me e non a mio figlio”.

La testimonianza di Celeste Fortunato è proseguita soffermandosi sui rischi sanitari che erano già stati previsi da medici che allertavano sui pericoli: “Nel mio reparto, così come nel reparto oncologico, perché certe realtà se non le vivi non le puoi conoscere fino a fondo, per non parlare poi se le vivi sulla tua pelle, i malati aumentano ogni giorno di più, i trapiantati al midollo osseo sono tantissimi. Il reparto è gestito da personale eccellente ma lavora a fatica perché siamo veramente tanti”.

Nel discorso ha toccato la questione del latte materno alla diossina: “Ci fu una ricerca e ci chiesero – spiega Celeste Fortunato – di raccogliere campioni di latte. Nel quale trovarono tracce di diossina. Quindi io da mamma ero combattuta. E non sapevo cosa fare. E mi dissero di continuare comunque ad allattare perché avrei trasmetto a mio figlio le difese immunitarie. Però immaginate che cosa significa tutto questo”.

E ha continuato: “Ci sono livelli altissimi di infertilità, di endometriosi, per non parlare dei bambini che sono nel reparto oncologico dell’ospedale. Bambini che muoiono, e ne sono morti tanti insieme ai nostri lavoratori”.

“Ogni azienda – ha continuato Celeste Fortunato – risponde ai propri lavoratori se succede qualcosa. E’ tenuta a farlo. Quindi anche il nostro siderurgico è tenuta a rispondere degli eventuali danni che può procurare. Quindi concedere lo scudo penale, e lo dico da cittadina e da mamma, significa condannare ulteriormente questa città che già da sessant’anni subisce tanto, e che è allo stremo delle sue forze e non ce la fa più. Respiriamo la stessa aria, cittadini e lavoratori. E’ stato terribile ascoltare Stefano (*) quando ha detto ‘non so quando toccherà a me, quando arriverà il mio turno’. E’ straziante. O sentire una mamma che dice ‘se io potessi tornare indietro non avrei messo al mondo mio figlio in queste condizioni’ per la paura che si ammali. O sentire amiche che dicono ‘non voglio fare figli, rinuncio perché ho paura’. Se noi siamo arrivati al punto che una donna dica questo  vuol dire che come umanità abbiamo fallito”.

Il Prefetto di Taranto, Demetrio Martino, si è avvicinato e le ha dato la mano. E’ stata accompagnata anche dalla Digos giù fino all’auto. Aveva le gambe deboli e malferme. L’accompagnava la sorella ed è uscita accompagnata in auto. Prima di andare via i giornalisti hanno chiesto una dichiarazione, lei ha abbassato il finestrino e ha parlato, rilasciando la sua testimonianza di portavoce dei pazienti del suo reparto. Poi l’auto si è allontanata fra due ali di manifestanti che la applaudivano.

Note: (*) Stefano Sibilla, lavoratore ILVA e sindacalista di base dei Lavoratori Metalmeccanici Organizzati, che è salito in delegazione dal Prefetto di Taranto.

17/1/2023 https://www.peacelink.it

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PeaceLink in audizione al Senato sullo scudo penale all’ILVA

Il decreto legge che istituisce l’immunità penale per chi inquina è una grave intromissione nella sfera di autonomia della magistratura che a Taranto ha operato per la difesa della salute dei cittadini disponendo la confisca e il sequestro degli impianti inquinanti.

23 gennaio 2023

Redazione PeaceLink

Nei prossimi giorni si terrà il dibattito parlamentare per la conversione in legge o meno del decreto legge 2/2023 con cui il governo intende instituire un nuovo scudo penale per l’ILVA che concede l’immunità penale a chi gestisce lo stabilimento limitando i poteri della magistratura.

L’Associazione PeaceLink è stata invitata a svolgere al Senato un’audizione informale (congiuntamente a rappresentanti di Legambiente e WWF),sul disegno di legge n. 455 (d-l 2/2023 – Impianti di interesse strategico nazionale). Tale audizione avrà luogo, in modalità di videoconferenza, martedì 24 gennaio p.v., alle ore 13.30, per una durata complessiva di 30 minuti circa (10 minuti a organizzazione), e sarà trasmessa in diretta streaming sul canale web del Senato.

Chi volesse seguire l’audizione da “uditore”, potrà farlo visionando la diretta streaming sul canale specificato a margine della audizione prevista dal calendario http://www.senato.it/4316, nei consueti canali Senato WebTV e YouTube rintracciabili su http://webtv.senato.it/webtv_live

Le audizioni sono svolte dalla 9ª Commissione permanente – Senato della Repubblica (Industria, commercio, turismo, agricoltura e produzione agroalimentare).

All’audizione “sullo scudo penale” relazionerà Alessandro Marescotti, presidente di PeaceLink, che ha già dichiarato: “Il nuovo decreto legge del governo è uno sconfinamento di poteri. Lo consideriamo una grave intromissione nella sfera di autonomia della magistratura che a Taranto ha operato per la difesa della salute dei cittadini e per contrastare il disastro ambientale in atto disponendo la confisca e il sequestro degli impianti inquinanti. Siamo dell’avviso che quando un governo entra a gamba tesa per fermare la magistratura, altera l’equilibrio fra i tre poteri su cui si basa lo stato di diritto. Occorre promuovere un sostegno popolare alla magistratura sotto attacco”.

Gianfranco Amendola, ex magistrato ed esperto in normativa ambientale, ha scritto in un recente breve saggio giuridico sul decreto legge 2/2023“E inutile dire, a questo punto, che la normativa appena esposta appare senza alcun dubbio in contrasto con tutti i dettami della Costituzione ad iniziare dall’art. 41, il quale non parla di alcun “bilanciamento” ed afferma, senza ombra di dubbio, che le esigenze economiche e produttive non possono mai prevalere.

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